Allarme rosso: con il Coronavirus arriva la recessione deflazionistica globale?

I tassi Usa crolleranno a zero entro giugno, per via dei profondi effetti economici derivanti dalla chiusura delle attività in tutto il mondo. Italia docet.

Il Coronavirus sta obbligando tutti i money manager a riposizionarsi e a rivalutare il proprio portafoglio. Si richiedono nervi saldi come non mai, perchè il calo in vista non è a candela ma molto sostanziale.

La strategia degli investitori istituzionali sembra al momento unidirezionale, fino a prova contraria: si scommette più che altro su ulteriori riduzioni dei tassi d’interesse,  negli Stati Uniti, non solo durante la riunione programmata della Federal Reserve tra due settimane (17 e 18 marzo), ma ancora una volta in aprile.

Una doppia riduzione di un quarto di punto porterebbe il tasso dei fed funds della Federal Reserve a un intervallo compreso tra lo 0,5 e lo 0,75%.

Emergency rate cut is a ‘sign of panic’ from the Fed

Joyce Chang, presidente della ricerca globale di JPMorgan, scrive il Financial Times, ha affermato che il suo team vede una probabilità del 50% che i tassi negli Stati Uniti quest’anno scenderanno a zero.

Philip Marey, stratega senior degli Stati Uniti di Rabobank, anticipa che la Fed raggiungerà lo zero già a giugno, mentre Michelle Girard, co-responsabile dell’economia globale presso NatWest Markets, ha affermato che potrebbe accadere già il prossimo mese.

Di conseguenza, i rendimenti del Tesoro probabilmente continueranno a scendere, ha dichiarato Nathan Sheets, capo economista di PGIM Fixed Income. “Fino a quando la Fed manterrà i tassi molto bassi, la parte più lunga della curva sarà abbastanza vicina allo zero”, ha detto.

Secondo Kathy Jones, capo stratega del reddito fisso di Charles Schwab, l’aspettativa “non irragionevole” secondo cui i tassi americani scenderanno a zero suggerisce che i rendimenti a due anni o quelli a cinque anni potrebbero diventare negativi, mentre il bond a 10 anni potrebbe vedere il suo rendimento calare di altri 0,5 punti percentuali, rispetto alla chiusura di venerdì di 0,773%.

Tali movimenti porterebbero il mercato dei titoli di Stato americani più vicino agli equivalenti bond sovrani in Europa, dove la BCE sta già applicando dal giugno 2014 un tasso negativo ai depositi in eccesso delle banche commerciali, politica che fa parte dello sforzo per stimolare l’attività economica nella Ue.

La Banca del Giappone, nel frattempo, ha messo in atto una politica simile negli ultimi quattro anni.

I titoli di stato giapponesi a 10 anni fruttano -0,13%, mentre quelli in Germania rendono -0,71%. Ciò significa che gli acquirenti di bond sono sicuri di recuperare meno di quanto hanno pagato all’acquisto, tramite interessi e capitale, se mantengono il titolo fino alla scadenza.

Intanto se i tassi scendono, perchè gli operatori si aspettano qualcosa di brutto sul fronte del contagio globale da Coronavirus trasformatosi in pandemia, la sovraperformance del prezzo significa che i rendimenti stanno crollando e toccano i nuovi livelli minimi record (il mercato obbligazionario anticipa sempre tutti gli altri).

Il Treasury Usa a 30 anni ha registrato venerdì un rendimento dell’1,2%, dopo quello che è stato il più rapido crollo in un solo giorno dei tassi di interesse, dai tempi della crisi finanziaria del 2008. A novembre 2019 (solo tre mesi fa) il rendimento del 30 anni era del 3,4%.

Sembra insomma che i mercati prevedano che la crisi del Coronavirus possa portare a risultati e conseguenze nefaste, sul fronte della salute delle popolazioni e della salute economica dei paesi toccati dal virus, indipendentemente da ciò che la Fed e le altre banche centrali decideranno di fare con la loro politica monetaria. Il blocco in Nord Italia di 17 milioni di persone deciso dal governo italiano per limitare i contagi nella zona più produttiva d’Europa è una di quelle notizie che spaventano i mercati.

Italy’s Coronavirus Lockdown Met With Confusion, Questions About Enforcement

“L’insuccesso delle politiche monetarie è già qui”, ha avvertito il principale analista valutario di Deutsche Bank, commentando il fatto che i prezzi delle azioni e i tassi di interesse sono scesi molto rapidamente negli ultimi giorni.

Forse non sarà un credit crunch come nel 2008 ma potrebbe essere molto peggio. Ci potrebbero essere profondi effetti economici derivanti dalla chiusura delle attività in tutto il mondo, il che aumenterebbe la minaccia di una recessione deflazionistica globale, uno degli scenari più preoccupanti per chi investe, ha scritto John Authers.

Coronavirus: stime su costi e scenari globali, gli effetti della pandemia

I titoli sui siti web e i reportage tv sui nuovi casi di Coronavirus che nasceranno come funghi nei prossimi giorni in posti che costituiscono i gangli vitali del capitalismo americano come Manhattan – sede del New York Stock Exchange – e in altri luoghi in cui si fa business e si lavora, non aiuteranno certo a superare la crisi. Allacciate le cinture di sicurezza, fino alla scoperta di un vaccino.

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