Taglio dell’Iva sì, ma solo per chi usa le carte di credito

Una seria riforma strutturale per i pagamenti cashless, così il governo tenta di colpire l’evasione fiscale e aumentare le entrate riducendo esborsi in nero.

(WSC) ROMA – Il taglio dell’Iva al 22% e di quella al 10% è seriamente allo studio da parte del governo, al di là delle polemiche e tensioni di facciata, sempre che avverrà, resta una misura buona e di seria riforma strutturale se sarà accompagnata dall’introduzione dei meccanismi di cashback e di cashless.

Ciò significa che questa tassa verrà ridotta esclusivamente a chi paga gli acquisti con la moneta elettronica, carte di credito e di debito, smartphone e altri sistemi di pagamento digitali.

In questo modo il governo tenta di colpire l’evasione fiscale e dunque aumentare le entrate riducendo i pagamenti in nero.

L’Iva vale un gettito annuo di 820 miliardi. Una sforbiciata di un punto al 22% costa 4,5 miliardi.

E 3,1 miliardi la riduzione di un punto dell’aliquota del 10%.

Tutti i partiti di maggioranza preferiscono inquadrare la riduzione della tassa sul valore aggiunto nella più generale riforma del sistema fiscale. E questa partita si giocherà in autunno in occasione della scrittura della legge di Bilancio.

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1 commento

  1.   

    Pagando in contanti, di regola, l’IVA,  se mi conviene…. la riduco a zero!!!
    A meno che, naturalmente, non stia pagando in un supermercato e allora pagare in contanti o con carta non porta alcun vantaggio al fisco!
    Mah! Forse i nostri pensatori, pensano in grande, mentre io penso in piccolo, molto piccolo…