Prelievo forzoso nei conti correnti: dietrofront di Meloni

Legge di bilancio ancora aperta ma è evidente il caos nel governo e le grandi differenze tra i partiti della maggioranza di destra. In attesa dell'approdo in Parlamento, tra venerdì e sabato, Lega e Forza Italia vanno in pressing e chiedono limature.

Pietra tombale sulla possibilità per il fisco di accedere ai conti correnti in caso di debiti con lo Stato al fine di conoscere l’entità dei depositi. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha bloccato la norma. “Non se ne parla, questa norma non passa“.

“Avviso ai naviganti: nella legge di bilancio NON C’È la misura che consentirebbe all’Agenzia delle Entrate di accedere direttamente ai conti correnti degli italiani per recuperare le imposte non pagate. Consiglio di non inseguire i sentito dire o documenti non ufficiali”, conferma poi in serata Meloni sui social. La misura era contenuta nell’articolo 23 di una delle più recenti bozze della manovra ed era da tempo sollecitata da Agenzia delle Entrate Riscossione. Titolo: “Accesso alle informazioni e pignoramento telematico dei conti correnti”. In breve, l’Agenzia avrebbe accesso diretto alle informazioni sulle somme presenti sui conti di un contribuente debitore in modo da procedere poi a ragion veduta (e non al buio) all’eventuale invio alla banca di un ordine di pagamento.

>>>Quando l’Agenzia delle Entrate entra nel conto e ti pignora i soldi

In sostanza la manovra è ancora aperta ma è evidente il caos nel governo e le grandi differenze tra i partiti della maggioranza di destra. In attesa dell’approdo in Parlamento, tra venerdì e sabato, Lega e Forza Italia vanno in pressing e chiedono limature. Che la coperta sia corta è chiaro a tutti ma il partito di Salvini si fa sentire e chiede “uno sforzo in più” sulle pensioni così come gli azzurri insistono su cedolare secca sugli affitti brevi. Entrambi chiedono di cambiare sui pignoramenti. E intanto nelle ultime ipotesi in circolazione in vista del testo definitivo si registrano già una serie di modifiche significative.

Giorgia Meloni era impegnata nel Consiglio europeo di Bruxelles, ma dall’Italia l’hanno ‘inseguita’ le polemiche sulla legge di bilancio. Polemiche non solo (e non tanto) da parte dell’opposizione ma, e questo è il campanello d’allarme, dall’interno della maggioranza.

Tema caldo la norma, contenuta in una delle bozze, che prevede l’accesso diretto dell’Agenzia delle Entrate ai conti correnti bancari, con la possibilità di pignorare i fondi di chi ha un debito con l’erario. Meloni è “lady tax”, attacca Giuseppe Conte, mentre per Matteo Renzi la norma “lede profondamente il diritto del contribuente di difendersi dallo Stato”. La Lega dice no a “mettere le mani nelle tasche degli italiani”.

Se questo “caso” è (forse) chiuso dopo il post su Facebook della Meloni, restano però altri fronti aperti sulla manovra, a partire dalla riforma delle pensioni, con il previsto passaggio a ‘quota 104’. Sempre la Lega chiede un ‘segnale’ nella direzione del “superamento” della legge Fornero, un cavallo di battaglia di Matteo Salvini in campagna elettorale. Forza Italia, invece, preme per modifiche sull’innalzamento al 26% della cedolare secca sugli affitti brevi: “Abbiamo chiesto garanzie e sono certo che il ministro Giorgetti valuterà, perché non si possono penalizzare alcune realtà. Alcune cose sono state già corrette, ci batteremo perché non ci sia un aumento della pressione fiscale”, ha fatto sapere Antonio Tajani, sempre da Bruxelles.

Dal Mef hanno cercato di buttare acqua sul fuoco, parlando di bozze “non definitive” e “non attendibili” ma nel centrodestra la tensione è altissima. Il contrario di quanto aveva sperato la premier, che più volte nelle scorse settimane aveva invitato i partiti a evitare scontri per garantire un percorso liscio al provvedimento.

 

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