Conte coinvolto in un fondo d’investimento in affari con il Vaticano

Scoop del Financial Times. Diede un parere legale prima di diventare premier a favore di Fiber 4.0, un gruppo di azionisti coinvolto nella lotta per il controllo di Retelit, una società italiana di telecomunicazioni.

Un fondo di investimento sostenuto dal Vaticano al centro di un’indagine sulla corruzione finanziaria era alla base di un gruppo di investitori che avevano assoldato Giuseppe Conte – ora primo ministro italiano – per lavorare come avvocato su un contratto poche settimane prima che entrasse in carica.

Il collegamento con Conte, rivelato in documenti controllati dal Financial Times, probabilmente attirerà ulteriore esami dell’attività finanziaria della Segreteria di Stato del Vaticano, la potente burocrazia centrale della Santa Sede, che è oggetto di un’indagine interna su transazioni finanziarie sospette.

Il parere legale è lecito o si tratta di conflitto di interessi?

Conte era avvocato e professore a Firenze poco conosciuto quando è stato ingaggiato nel maggio 2018 per fornire un parere legale a favore di Fiber 4.0, un gruppo di azionisti coinvolto nella lotta per il controllo di Retelit, una società italiana di telecomunicazioni.

L’investitore principale in Fiber 4.0 è stato Athena Global Opportunities Fund, finanziato interamente da $200 milioni dalla Segretaria di Stato del Vaticano gestito e di proprietà di Raffaele Mincione, un finanziere italiano.

Il ruolo di Raffaele Mincione, un finanziere italiano

La fonte finale dei fondi del signor Mincione non è mai stata dichiarata nella battaglia degli azionisti per il controllo di Retelit ed era sconosciuta prima che la polizia vaticana questo mese facesse irruzione negli uffici del Segretariato per sequestrare documenti e computer a causa della preoccupazione per un affare di proprietà di lusso a Londra concluso con Athena.

Palazzo Chigi: “Conte tranquillissimo”

“Quanto ai fatti riferiti dal Financial Times si precisa che Conte ha reso solo un parere legale e non era a conoscenza e non era tenuto a conoscere il fatto che alcuni investitori facessero riferimento ad un fondo di investimento sostenuto dal Vaticano e oggi al centro di un’indagine”. Così una nota della presidenza del Consiglio.

Fonte: Financial Times

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Salvini: “Se fosse vero quello che è scritto sarebbe grave”

“Domani il primo giornale che leggerà il presidente del Consiglio sarà il Corriere dell’Umbria, ma il secondo sarà il Financial Times… Qualcuno a Palazzo Chigi, dovessero essere confermati questi dati, dovrebbe sentirsi abusivo”, ha detto ieri il leader della Lega Matteo Salvini facendo riferimento all’articolo del Financial Times e al risultato delle Regionali in Umbria.

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In mattinata, in un’intervista a Radio 24, ha aggiunto:

“Conte si mette in difficoltà da solo tra i problemi del passato, le consulenze, gli americani, i servizi segreti. Poi c’è l’articolo del Financial Times, che di certo non controllo io ma sicuramente se fosse vero quello che è scritto sarebbe grave”. Poi Salvini ha precisato: “A Conte contesto errori politici, non entro nel campo giudiziario”.

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La consulenza legale del futuro premier

Nell’articolo del Ft si legge che “nel maggio 2018 Conte è stato ingaggiato per una consulenza legale dal gruppo Fiber 4.0, il cui principale investitore è l’Athena Global Opportunities Fund, fondo sostenuto interamente per 200 milioni di dollari dal Segretariato di Stato vaticano e gestito da Raffaele Mincione“.

Ma poi vinse la tedesca Shareholder Value Management

Il fondo in quel periodo, “era impegnato in una battaglia per il controllo della compagnia di telecomunicazioni italiana Retelit, ricorda il Ft. Il fondo, tuttavia, non ne ottenne il controllo perché gli azionisti a Mincione, preferirono due investitori stranieri: la tedesca Shareholder Value Management e la compagnia di telecomunicazioni libica.

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E Conte, nel suo parere legale del 14 maggio, ottenuto dal Ft, scrisse che il “voto” degli azionisti “poteva essere annullato se Retelit fosse stata collocata sotto le regole del golden power, che permettono al governo italiano di stoppare il controllo straniero di compagnie considerati strategiche a a livello nazionale”, spiega il quotidiano britannico.

 

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