Commerzbank, colpo basso sui Btp: “Inevitabile il taglio dell’Italia a spazzatura”

Secondo un'analisi della banca tedesca, l'azione delle società di rating costringerà il governo di Roma ad accettare le condizioni poste dal Mes per il sostegno economico.

Colpo basso di Commerzbank contro l’Italia. La banca tedesca, con una nota dedicata ai debiti sovrani datata 1° aprile – ma non si tratta di scherzo: piuttosto, di iettatura – consiglia ai clienti di abbandonare i Btp, e concentrarsi invece sul debito francese, perché il taglio del debito italiano in autunno sarà inevitabile, anzi “l’aumento dei rendimenti e la discesa dei Btp sotto l’investment grade (tra i titoli cosiddetti ‘spazzatura’, ndr) aiuterà a superare le resistenze politiche interne, contrarie a un intervento dell’Ue condizionato a misure di finanza pubblica”, riporta un’analisi firmata da Michael Lester, responsabile della strategia sui tassi di interesse della banca tedesca.

Un marchio storico, ma parecchio ammaccato: tanto che per non chiudere dopo le perdite sui mercati, dovette essere nazionalizzata, nel 2009, con 10 miliardi di denaro pubblico, in cambio di un 25% delle azioni. Lo Stato tedesco ne è ancora azionista, anche se riluttante poiché non riesce a venderne il residuo 14%: due anni fa non è riuscita la fusione con l’altro colosso locale Deutsche Bank, per non dover tagliare fino a 10 mila lavoratori, e ci sono state trattative anche con Unicredit. Anche se vale per tutti e fino a prova contraria il principio delle “muraglie cinesi”, per cui ogni banchiere opera in buona fede e con terzietà nei consigli dati ai clienti, sono molto lontani i tempi in cui Commerzbank era una stampella dell’Italia finanziaria, tra i fondatori di Mediobanca e garante dell’assetto delle Generali.

“Per l’Italia perdere l’investment grade sembra quasi inevitabile come effetto delle contromisure al coronavirus, che aumenteranno lo sbilanciamento fiscale in corso da anni”, scrive Commerzbank, che azzarda anche una tempistica. “Consideriamo improbabili i declassamenti decisivi prima della stagione del bilancio di questo autunno”. I rating dell’Italia per le quattro agenzie internazionali, dopo i tagli degli ultimi anni, sono ormai a un soffio dal livello speculativo: Baa3 per Moody’s, BBB per altre tre Standard & Poor’s, Fitch e Dagong.

Il ragionamento dei tedeschi è che le recenti misure prese dalla Bce per sostenere i titoli dell’Europa periferica non basteranno a tenere gli spread sui livelli attuali, e nei prossimi mesi potrebbe esserci il movimento anticipatorio sui mercati, per cui gli investitori si liberano dei titoli più a rischio attesi a rating ‘spazzatura’. Dopo che la maggioranza delle agenzie ha ridotto sotto la tripla B un merito di credito nazionale, infatti, per statuto o per prassi molti investitori istituzionali non possono tenerlo in portafoglio. Per tali motivi, uniti al “ridotto sconto a cui quota il Btp rispetto ai suoi livelli storici”, Commerzbank ha chiuso il 18 marzo la strategia di comprare il debito italiano.

Un altro fattore chiave, secondo la nota tedesca, sarà “se e come le metriche fiscali si normalizzeranno l’anno prossimo”. La prospettiva comune sembra un rapido recupero dell’attività e dei flussi di cassa statali, per cui i rating potrebbero risollevarsi con traiettoria a V, piuttosto che a U: un po’ come visto nel 2018. Tuttavia ciò è ritenuto più facile per Paesi come Germania o Francia, meno per Italia e Spagna. “L’Italia supererà il 150% di debito/Pil quest’anno, con il peggiore sbilancio dall’avvio dell’euro – si legge -. E l’anno prossimo non potrà ridurlo molto sotto al 145%, livello che potrebbe non bastare a scongiurare il ribasso del rating”. Per giunta, “l’Italia difficilmente potrà chiedere flessibilità alla Commissione europea, viste le sue politiche fiscali riluttanti nei recenti anni di boom del ciclo, che hanno contribuito a far ridurre il suo merito di credito nel 2018”. Commerzbank nota infine che “lo scontento dei cittadini italiani e la costellazione frammentata della politica sono altri elementi negativi, perché complicano l’applicazione degli aiuti europei anche con condizionalità lievi, ma impopolari presso l’elettorato”. Una lettura anche in questo caso perfettamente intonata a quella del governo di Berlino, che traccheggia sull’urgenza di approntare una linea di investimenti strutturali e solidali per evitare che la pandemia che contagi le economie di mezza Europa e la stessa valuta comune.

Fonte: La Repubblica

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