Banche italiane possiedono il 17% del debito pubblico, pari a 379 miliardi

L‘importo si è mantenuto sempre sopra i 400 miliardi da maggio 2013 a ottobre 2016 (con un picco di quasi 440 miliardi a febbraio 2015).

Il portafoglio di titoli di Stato italiani in mano a banche operanti nel Paese è tornato a scendere a fine agosto, in maniera marginale ma riavvicinandosi al minimo da febbraio del 2013 toccato lo scorso giugno.

Secondo i dati preliminari diffusi stamane dalla Bce, il controvalore del portafoglio si è attestato a 379,518 miliardi di euro dai 381,455 di luglio (dato quest‘ultimo rivisto rispetto alla rilevazione iniziale di 381,463 miliardi); a giugno il portafoglio era sceso a quota 376,472 miliardi.

Si tratta di circa il 17% rispetto al totale del debito pubblico italiano espresso in titoli di stato, pari a fine agosto a 2017 a 2.281 miliardi di euro.

L‘importo del portafoglio si è mantenuto sopra i 400 miliardi ininterrottamente da maggio 2013 a ottobre 2016 (con un picco di quasi 440 miliardi a febbraio 2015), riportandosi sopra tale soglia nuovamente a marzo e aprile di quest‘anno.

Come più volte spiegato dagli analisti, il calo del portafoglio di governativi nazionali detenuto delle banche italiane è legato a una combinazione di fattori: principalmente le vendite di titoli all‘Eurosistema, nell‘ambito del Qe, ma anche la generale tendenza ad avviare un processo di riduzione dell‘esposizione al debito sovrano nazionale, in vista peraltro di possibili nuove regole future che obblighino gli istituti di credito ad andare in tale direzione.

I dati odierni di Francoforte anticipano quelli di Bankitalia, contenuti nel supplemento al bollettino statistico ‘Banche e moneta’, che verranno pubblicati il 10 ottobre. I dati di Via Nazionale relativi a luglio, usciti lo scorso 12 settembre, indicavano un portafoglio di titoli di Stato in mano alle banche nazionali in risalita a 370,616 miliardi dal minimo da marzo 2013 registrato il mese precedente a 365,646 miliardi.

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1 commento

  1.   

    finalmente un buon motivo fi fidarsi delle banche.