Usa, Trump contrattacca: “Obama disastroso”. E “caccia” bimbo che piange da comizio

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è stato un “disastro”, è “debole, inefficace”. Lo ha detto il candidato repubblicano alle presidenziali americane, Donald Trump, rispondendo così alla …

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è stato un “disastro”, è “debole, inefficace”. Lo ha detto il candidato repubblicano alle presidenziali americane, Donald Trump, rispondendo così alla frecciata di Obama, che lo ha definito “inadatto” a succedergli, definendolo “miseramente impreparato”. Trump, in un’intervista a Fox News, ripresa da Bbc e altri media, ha descritto il democratico in carica alla Casa Bianca come “il peggior presidente, forse, della storia del Paese”. E sull’accusa di non essere competente in politica estera, ha risposto: “Credo di sapere molto più di quanto sappia lui. Guardate all’Ucraina: lui parla dell’Ucraina e di quanto sia severo con la Russia. Nel frattempo, si sono presi la Crimea”.

Via il bimbo che piange durante un comizio in Virginia

“Mi piacciono i bambini che piangono”, ma dopo un paio di minuti appena, Donald Trump, ci ha ripensato e ha cacciato il bebè che pangeva sconsolato ed evidentemente lo disturbava mentre lui teneva un meeting elettorale. E’ l’ultimo scivolone dal candidato repubblicano alla Casa Bianca che, dopo le critiche ai genitori del capitano musulmano dell’esercito Usa, morto in Iraq. In un primo momento, Trump è stato conciliante: “Non preoccuparti per il bambino. Amo i bambini. Ho sentito un bimbo piangere e mi piace. Che bel bambino, non preoccuparti”. E quindi ha continuato il suo comizio, ad Ashburn, in Virginia. Ma siccome il piccolo non smetteva di lamentarsi, poco dopo ha cambiato idea. “In realtà stavo solo scherzando: porti via il bambino di qui”, ha detto, tra qualche timida risata e azzardo di applauso. Poi con aria di sfida si è giustificato dinanzi al pubblico: “Mi ha creduto quando ho detto che mi piacciano i bambini che piangono quando parlo. E’ cosi… la gente non capisce”. Il comizio di Ashburn è stato turbato non solo dal pianto del bambino, ma anche dall’espulsione di due gruppi di manifestanti. Nel frattempo, il magnate newyorkese ha ulteriormente inasprito le tensioni con i suoi critici all’interno del partito rifiutandosi di dare il suo appoggio alla rielezione del presidente della Camera, Paul Ryan, e del senatore John McCain, due autentici “pezzi da 90” del partito.

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