Ue e caos migranti: i turchi alzano il prezzo, chiedono 6 miliardi

I risultati di una orribile e ibrida politica tra Ovest e Medio Oriente. Ankara chiede il doppio dei soldi e un’accelerazione del processo di adesione all’Unione Europea. Il …

I risultati di una orribile e ibrida politica tra Ovest e Medio Oriente. Ankara chiede il doppio dei soldi e un’accelerazione del processo di adesione all’Unione Europea.

Il vertice Ue-Turchia a Bruxelles è stato rinviato (vedi dettagli sotto), in modo che il premier turco Ahmet Davutoglu possa presentare “nuove idee” e nuove richieste, che vanno oltre gli impegni di Ankara per fermare il flusso di migranti. Lo ha dichiarato un funzionario dell’Unione europea. “Stanno offrendo di più e chiedendo di più”, ha dichiarato dopo la prima sessione di lavoro. Ha precisato che Davutoglu prenderà parte a una cena di lavoro con i 28 leader europei e che il vertice proseguirà in serata per trovare un accordo sulle nuove proposte.

La Turchia chiede 6 miliardi di euro

Il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz in un incontro stampa ha riferito che la Turchia avrebbe chiesto alla Ue altri tre miliardi di euro per gestire la crisi dei migranti, che si aggiungerebbero ai tre già concordati. E Ankara reclama i tre miliardi già accordati dall’Europa. “La Turchia ha salvato quasi 100mila rifugiati nel Mediterraneo” orientale ma “l’Ue deve ancora darci i 3 miliardi di euro promessi quattro mesi fa”, ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Anche secondo fonti europee citate dal Financial Times, Ankara avrebbe raddoppiato la posta in cambio della sua collaborazione a bloccare il flusso di migranti verso l’Europa. Richieste supplementari che rischierebbero di far fallire il vertice. Oltre alla richiesta di un aumento dei fondi già concordati con l’Ue, Ankara avrebbe chiesto un accesso più rapido ai visti Schengen per i cittadini turchi ed un’accelerazione del suo processo di adesione all’Unione Europea.

Ankara propone uno scambio di migranti e un pacchetto di nuove proposte

La Turchia offre inoltre di riprendere tutti i migranti che illegalmente hanno raggiunto l’Ue da una certa data in poi, – sia gli economici che i richiedenti asilo – ma propone un meccanismo secondo il quale, per ogni profugo siriano riammesso, l’Ue ne accolga uno in modo legale dalla Turchia, spiegano fonti diplomatiche. Ahmet Davutoglu, dopo un incontro con il segretario generale dell’Alleanza, Jens StoltenbergIl, ha annunciato un pacchetto di nuove proposte messo dalla Turchia sul tavolo dei leader europei con l’obiettivo di “scoraggiare gli attraversamenti illegali del confine e combattere i trafficanti che vogliono sfruttare i migranti costretti a fuggire da un regime brutale, dai terroristi e dai brutali attacchi russi”. Le proposte, ha aggiunto, hanno lo scopo, anche, di “rafforzare i legami tra la Ue e la Turchia”. Inoltre Davutoglu sostiene di aver messo a punto il pacchetto di proposte dopo “sei ore di colloquio” ieri con la Cancelliera Angela Merkel e con il premier olandese Mark Rutte, che detiene la presidenza a rotazione europea. Stoltenberg ha annunciato che la missione navale dell’Alleanza nell’Egeo “da oggi opera anche nelle acque territoriali turche” e che ad essa “si aggiungeranno navi di Francia e Gran Bretagna”. Il Segretario generale dell’Alleanza, inoltre, è tornato ad accusare i bombardamenti della Russia in Siria che “alimentano la crisi dei rifugiati”.

Austria: chiuderemo tutte le rotte

“Sono favorevole a dire parole chiare: chiuderemo tutte le rotte, anche quella Balcanica”, ha detto il cancelliere austriaco Werner Faymann, al suo arrivo a Bruxelles. “I trafficanti non devono avere alcuna opportunità”, ha aggiunto Faymann, per molti è stato finora troppo semplice “lasciar passare le persone”. Vienna resta ferma contro la politica del lasciar passare: “Più chiaramente saremo contro, tanto meglio”, ha ribadito il cancelliere. Gli accordi con la Turchia sono una buona cosa, ma “se reggeranno lo si vedrà in futuro”.

Un Consiglio europeo complicato

E’ un Consiglio europeo ancora una volta complicato quello che si svolge a Bruxelles. Si tratta infatti di un vertice straordinario che era stato convocato per fare il punto con la Turchia sulla crisi migratoria, dal momento che all’ultimo summit del 18 e 19 febbraio il premier Ahmet Davutoglu non era potuto intervenire, trattenuto in patria dall’attentato ad Ankara. Occorre fare il punto sui progressi dell’accordo del 29 novembre scorso: tre miliardi di euro e l’accelerazione del processo di adesione all’Ue in cambio dell’impegno a tenersi i rifugiati siriani. La Turchia non fa abbastanza, aveva denunciato però in questi mesi Bruxelles, i profughi continuano ad arrivare in Grecia e a risalire i Balcani. “Il flusso di rifugiati resta ancora troppo alto ed una ulteriore azione è necessaria” era andato a dire di persona il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk a Davutoglu giovedì. Insomma, “fermateli” era il senso del messaggio.

Il Financial Times: “Verso un’Agenzia centrale per l’Asilo”

Secondo il Financial Times la Commissione europea proporrà ai paesi membri di centralizzare il controllo delle richieste di asilo, a occuparsi della questione sarà una struttura ad hoc, definita ufficio europeo per il sostegno all’asilo (European asylum suppport office). Tutte le responsabilità in materia di diritto d’asilo potrebbero finire in capo a questa struttura, che in un primo momento servirebbe a fornire supporto e consulenze ai paesi membri. Successivamente la struttura si dovrebbe trasformare in una vera e propria agenzia federale con la responsabilità di gestire le richieste di asilo. Ma il primo ministro britannico Cameron, arrivando a Bruxelles ha detto che “non c’è prospettiva che il Regno Unito si unisca a un processo di asilo comune in Europa. Abbiamo il nostro sistema di asilo, il nostro modo di fare le cose, di gestire i nostri confini”, “abbiamo una solidissima opzione opt-out”.

Tsipras: avanti con ridistribuzione

I Paesi dell’Ue devono rispettare gli impegni presi e procedere alla ridistribuzione dei migranti arrivati in Grecia. Il primo ministro ellenico, Alexis Tsipras, apre il vertice con la polemica per gli impegni non mantenuti dai partner, chiedendo un immediato cambio di rotta. “Purtroppo c’è un problema di accordi non attuati, e se non si attuano gli accordi non si può dire di averne”, ha detto al suo arrivo in Consiglio Ue per prendere parte ai lavori. Tsipras ha detto di attendersi dalla riunione di oggi “risultati sostanziali tra Ue e Turchia per ridurre il flusso dei migranti, e smantellare la rete dei trafficanti”.

A confine Grecia-Macedonia è sempre emergenza

Nel giorno del cruciale vertice Ue-Turchia di Bruxelles, che nella sua bozza di conclusioni dichiara ormai ‘chiusa’ la rotta balcanica, migliaia di migranti e profughi restano sempre bloccati in condizioni disumane nel campo di Idomeni, in territorio greco alla frontiera con la Macedonia, le cui autorità continuano ad aprire a intermittenza e con il contagocce il valico lungo la barriera di filo spinato. Skopje nelle ultime ore ha introdotto ulteriori restrizioni, e oltre ad aver escluso gli afghani, fra i siriani e gli iracheni lascia passare solo chi proviene da città sotto assedio e in guerra permanente. Esclusi quindi coloro che arrivano da Damasco, Baghdad o altri centri non considerati zone di guerra aperta. Secondo fonti concordi a Idomeni bivaccano fra 12 e 15 mila persone, alle prese con condizioni igienico-sanitarie insostenibili, scarsezza di cibo, insufficiente disponibilità di medicine. La tensione è palpabile, con la folla di migranti in attesa di conoscere l’esito del summit di Bruxelles e il futuro della famigerata rotta balcanica.

Il vertice dei leader Ue con la Turchia sulla crisi dei migranti si chiude con un’intesa di principio, di fatto un modo per prendere tempo fino al prossimo vertice del 17 e 18 marzo. Il documento prevede il sostegno alla road map per Schengen; il reinsediamento dalla Turchia sulla base del meccanismo uno a uno proposto da Ankara; e l’ok all’assistenza umanitaria alla Grecia. Renzi: “Richieste turche ridimensionate“.

Tusk: “Finita l’era dell’immigrazione irregolare” – “L’epoca dell’immigrazione irregolare in Europa è finita”. Lo afferma su Twitter il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, dopo il summit Ue-Turchia. Sebbene sia stata raggiunta solo un’intesa di principio e il vertice sia stato aggiornato al 17 e 18 marzo, il primo ministro lussemburghese Xavier Bettel si dice ottimista: “La prossima riunione servirà per affinare i dettagli dell’accordo”.

Merkel: “Accordo di principio su cui lavorare” – “Abbiamo gettato le basi per arrivare entro la fine del mese a un accordo complessivo sulla base della proposta presentata dalla Turchia”. Lo ha detto la cancelliera Angela Merkel al termine del vertice Ue sulla crisi dei migranti, nel corso del quale è stata raggiunta un’intesa sui principi generali che dovranno ora essere tradotti in iniziative concrete.

Renzi: “Richieste turche ridimensionate di molto” – “Le richieste turche sono state attutite da un documento che le ridimensiona di molto”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi lasciando il Consiglio Ue al termine del vertice. “Abbiamo avuto – ha aggiunto – una bella discussione sulla libertà di stampa. Siamo ben felici se la Turchia prosegue il cammino verso l’Ue ma proseguire questo cammino significa abbracciare i valori costitutivi dell’Europa, per questo crediamo che sia importante continuare a insistere su questo punto”.

Ankara propone scambio tra migranti legali e illegali – Il vertice era iniziato con la Turchia che si offriva di riprendere i migranti che illegalmente raggiungono l’Ue passando dalla Turchia da una certa data in poi (e non in modo retroattivo) – sia gli economici sia i richiedenti asilo – ma proponendo un meccanismo di scambio alla pari: per ogni profugo siriano riammesso, l’Ue deve accogliere uno in modo legale dalla Turchia.

Fonti Ue indicano un’adesione al meccanismo di reinsediamenti ‘uno a uno’ proposto dalla Turchia, alla roadmap per Schengen e agli aiuti umanitari alla Grecia, ma la sostanza resta ancora tutta da mettere nero su bianco.

Negoziati difficili – E’ stato duro il negoziato tra i 28 leader europei di fronte alla nuova proposta di Ankara concordata all’ultimo minuto dal premier Ahmet Davutoglu con la cancelliera tedesca Angela Merkel ed il premier olandese Mark Rutte nella notte che ha preceduto il vertice Ue. Tra i più arrabbiati: lo stesso presidente del consiglio europeo Donald Tusk sentitosi scavalcato, dopo il lavoro condotto in prima persona la settimana scorsa, alla ricerca di un’intesa.

Merkel e Rutte, col sostegno del presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker hanno spinto per arrivare ad un accordo, a costo di andare avanti ad oltranza nella notte. Intorno alle 21, vista l’inconciliabilità delle posizioni, si sono sospesi i lavori per consultazioni e bilaterali, con l’obiettivo di trovare il consenso su un nuovo testo di dichiarazione.

Il no dell’Ungheria – Tra gli ossi più duri: il premier ungherese Viktor Orban, che ha posto il veto sul meccanismo di reinsediamenti dalla Turchia. Perplessità molto forti sono state espresse anche da Cipro, in merito all’apertura di nuovi capitoli negoziali. Molti Paesi, soprattutto quelli dell’Est ed i Baltici, hanno chiesto di rinviare tutto al vertice della settimana prossima (17 e 18 marzo) perché la proposta non è stata negoziata.

Il presidente francese Francois Hollande ha storto il naso. E anche il premier Matteo Renzi, che come altri colleghi, a partire dal britannico David Cameron, ha sollevato la questione della libertà di stampa al pranzo col premier turco Ahmet Davutoglu, ha chiesto un riferimento nelle conclusioni del summit, minacciando altrimenti un veto.

L’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini ha incontrato i leader di Cipro, Germania, Francia e Regno Unito. Il Paese della Mezzaluna, che già ospita due milioni di rifugiati, ha proposto all’Ue un sistema di reinsediamenti secondo uno scambio di ‘uno a uno’, dicendosi disposto a riprendere tutti i migranti che hanno raggiunto illegalmente l’Ue da una certa data in poi (e non in modo retroattivo) – sia quelli economici che i richiedenti asilo – ma per ogni profugo siriano riammesso, chiede che i Paesi dell’Unione ne accolgano uno in modo legale dal suo territorio.

In contropartita Ankara ha chiesto tre miliardi aggiuntivi (oltre ai tre già previsti) per il 2018, che l’Europa dovrebbe stanziare sulla base di progetti per migliorare le condizioni di vita dei profughi; l’apertura di cinque capitoli per il processo di adesione Ue (gli stessi che aveva messo sul tavolo già a novembre); la liberalizzazione dei visti a giugno, anziché ottobre; e ‘aree umanitarie sicure’ in Siria.

Ankara: “Noi indispensabili per l’Ue” – “E’ il secondo vertice in tre mesi. Questo dimostra quanto la Turchia sia indispensabile per l’Ue” e viceversa, aveva detto Davutoglu al suo arrivo, sottolineando: “La Turchia e’ pronta ad essere un membro dell’Ue”. L’Unione però non sembra altrettanto pronta e il vertice straordinario, che all’origine doveva durare una mezza giornata, si è trasformato in una lunga corsa a ostacoli.

Durante il consesso c’è stata maretta anche sulla validità giuridica delle riammissioni prospettate. Alexis Tsipras dice di avere già un accordo in questo senso, altri però dubitano che sia giuridicamente sostenibile. Tra le varie opzioni circolate anche la possibilità di destinare i 54mila ricollocamenti, di cui mesi fa Budapest aveva rifiutato di beneficiare, ai reinsediamenti dalla Turchia.

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18 commenti

  1.   

    Riflettiamo bene sull’argomento immigrati! 
    Questo è un esodo non paragonabile a nessun movimento migratorio! Fermo restando che i loro paesi sono stretti nella guerra, ma quale popolo, che abbia una cultura storica e religiosa, come questi hanno, non combatte per la propria determinazione? 
    Facile scappare, andare ad occupare la casa di altri, dove è già tutto sistemato e in ordine a spese della fatica e del lavoro di altri, invadere, perchè di invasione si tratta per le proporzioni numeriche che abbiamo di fronte, paesi e civiltà ai quali non hanno chiesto un permesso o un’autorizzazione! Gli ospiti, per essere tali, prima devono essere invitati e poi si devono adattare alle regole di casa e collaborare per un tempo limitato, altrimenti diventano usurpatori e saprofiti, perchè decretano la morte stessa dell’ospite!

  2.   

    Il movimento nasce nel momento in cui sà di non essere un solo!

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    Quando la frittata è fatta non puoi ricomporre le uova e tornare all’origine. La voluta distruzione con false rivoluzioni di alcuni Stati mediorientali ha creato un caos che non può essere cancellato per decreto, e allo stato attuale delle cose vi è da decidere solo se tale caos vogliamo che faccia parte della vita quotidiana di noi europei o se siamo decisi a confinarlo oltremare nelle terre d’origine. Questo non lo si può fare con le parole, ma con i fatti e i fatti, in questo caso, sono un cordone insuperabile di sicurezza intorno all’Europa come ha fatto da tempo l’Australia, la quale, tra l’altro, ha un territorio immenso con confini altrettanto immensi e una popolazione infinitamente inferiore alla nostra. Se per ogni pacifista che scende in piazza per promuovere un diritto di accoglienza, un diritto di cittadinanza, un diritto di mantenimento, l’Unione Europea si caca sotto ed evita qualsiasi presa di posizione energica e decisa, allora siamo condannati alla distruzione della nostra società, dei nostri valori, del nostro benessere, della stessa nostra cultura. Stiamo tradendo i nostri antenati che hanno sacrificato la vita per difendere un popolo, un territorio e dei valori esistenziali che noi con questo comportamento scellerato stiamo rinnegando, e non lo stiamo facendo per vantaggio anzi, lo stiamo facendo per dare spazio a chi odia profondamente i nostri valori e per consentire ad un manipolo di oligarchi globali di imporre il guinzaglio a tutti i popoli occidentali, in modo tale da restare asserviti, impoveriti, impotenti e quindi alla loro mercé.  La Turchia ci ricatta, e il vantaggio che possiamo trarre dalla sua collaborazione è di gran lunga inferiore ai danni che potrà procurarci. Vogliamo pensare a cosa significa avere nella UE 100 milioni di turchi musulmani liberi di entrare e uscire dalla UE, di esportare i loro prodotti in Europa senza dazi? Ma non solo, entrando nella UE la Turchia diventerebbe il confine estremo dell’Europa che di fatto confinerebbe con una miriade di Stati islamici, una frontiera attraverso la quale passare diventerebbe facilissimo, quindi diventerebbe un lasciapassare per i terroristi in grado di raggiungere con persone e armi qualsiasi capitale europea. Tralasciamo poi il fatto che l’Unione Europea non è solo una associazione economico/commerciale tra stati confinanti, ma rappresenta anche una unione di stati aventi cultura, tradizioni, religione estremamente simili e condivisibili, mentre la Turchia con questi stati non ha nulla in comune se non una sottilissima continuità geografica larga si e no una cinquantina di chilometri, e al contrario mantiene valori, usi, costumi e tradizioni  in aperta conflittualità e incompatibilità con quelli dei paesi europei. Se per evitare l’ingresso di un paio di milioni di immigrati dobbiamo prenderci in casa 100 milioni di Turchi, io penso che i primi siano il male minore. Altro particolare interessante da esaminare è la questione degli scafisti turchi che imbarcano gli emigranti in direzione della Grecia. Passino gli scafisti libici frutto del dissesto in cui abbiamo gettato la Libia per volontà della Francia, ma la Turchia di Erdogan non è in gardo di bloccare gli scafisti ? Vien da pensare che vi sia una qualche promozione da parte del governo Turco verso gli scafisti stessi, i quali alla luce di quanto sta accadendo, stanno portando nelle casse dello stato turco 6 miliardi di euro oltre alla richiesta di ingresso nella UE. Sembra sempre più che vi sia una regia che studia a tavolino quanto necessario per arrivare ad uno specifico obiettivo e la UE mette le cose in modo tale per cui sembra dover accettare recalcitrante le imposizioni dall’esterno mentre in realtà tutto fa parte di un piano ben congeniato.     

    Originariamente inviato da belfagor: passo veloce, e saluto tutti. Mi pare che il sentiment anti-Ue e anti-Tuchia sia qui molto forte, e lo condivido, il relativismo ha appena cominciato a fare i suoi danni sul nostro continente, lo scrive benissimo Cesare58 e posta ottimi link ronin/mario789, la verita’ e’ che il processo e’ in atto, sembra inarrestabile, e questa oligarchia di burocrati non-eletti va avanti con i suoi folli disegni di dominio anti-democratico. Mi chiedo pero’: quale e’ l’alternativa? Se per ipotesi ribaltiamo lo scenario (non il tavolo) e diciamo NO alla Turchia nella Ue dicendo a Erdogan e soci: “Turchi, statevene a casa, siete musulmani, islamici e anche un po’ mafiosi e filo-Isis, con noi europei non avete nulla a che fare: FUORI dai nostri confini!” e se – sempre per ipotesi – gli dicessimo, “Che cavolo volete voi TURCHI nella Nato?, FUORI dalle palle!” …. bhe’, quali sarebbero le conseguenze? I danni diretti e collaterali sarebbero nefasti, la Turchia diventerebbe una scheggia impazzita ai confini tra Est e Ovest, uscirebbe dall’orbita semi-occidentale in cui gravita ora, sarebbe risucchiata dalla Russia (mica sicuro) o dal fondamentalismo islamico del Califfato. Vogliamo questo scenario? Ne siamo sicuri? Ecco perche’ il processo di cui sopra, le lunghe riunioni a Bruxelles, i ricatti a suon di miliardi di euro, vanno avanti, un processo lento, caotico, magmatico, frustrante. La verita’ e’ che non ci sono i termini di un ribaltamento del tavolo. Forse davvero ci vorrebbe una mega-guerra, come diceva mia madre buonanima. Per ripartire da zero, riprendersi i propri valori, avere nemici e ideali da difendere.  PS: Robyuankenobi ti leggo… ma mi fai incavolare quando scrivi volgarita’ in stile chat, battute da caserma in 2 righe e abdichi alle tue doti politiche. E l’estremista filo-nazi giaguas che fine ha fatto? Pipupo mica e’ tanto leale… prima getta il sasso (durante il WE) e poi ritira la mano. DonChi scrive pezzulli pre-cotti (ormai e’ scrittore!) e non dialoga mai di getto, il che toglie verve ai suoi interventi, ah le belle litigate ideologiche del passato. Sveglia ragazzi!      

  4.   

    Pena di morte, non libertà di stampa, repressione, situazione carceraria bestiale, autoritarismo, … se queste sono caratteristiche peculiari di uno stato civile, l’UE è sulla buona strada!

  5.   

    La Turchia accelera la sua entrata in Europa, ma ha tutti i carismi per farne parte?
    http://ec.europa.eu/enlargement/policy/glossary/terms/accession-criteria_en.htm
    Un’osservazione
    La Turchia ha abbattuto un aereo russo ( nov.2015 ) e Obama disse “La Turchia ha il diritto di difendere il proprio territorio ” Un incidente, deliberatamente provocato dalla Turchia, metterà in moto la reazione dando il motivo per una guerra alla Russia. E’ ciò che auspicano gli U.S.A.

  6.   

    DOBBIAMO FARE FINTA DI NIENTE?
     «Repubblica di Turchia Ministero degli Interni Prefettura di Hatay Protocollo numero: 21714546.47201 (81340) 224-5826/42438 15/03/2013 Oggetto: Nel territorio della nostra provincia per motivi di nostra sicurezza e contro i terroristi delPKK e il suo braccio PYD, appoggiamo i mujahideen di al-Nusra in Siria a queste condizioni di appoggio logistico e alloggio a queste persone nel nostro territorio e negli enti pubblici per i servizi sociali. Circolare n° 2013/12 Sotto il controllo dei Servizi Segreti Nazionali e contro il PKK e il suo braccio politico PYD appoggiare specialmente i ceceni e i tunisini collegato ad al-Nusra e ai mujahideen nella nostra provincia per favorire il loro passaggio in Siria, da parte dei nostri servizi segreti, in ogni modo e in ogni forma riservata»……
    http://piccolenote.ilgiornale.it/27505/la-turchia-e-il-terrorismo-internazionale

  7.   

    passo veloce, e saluto tutti. Mi pare che il sentiment anti-Ue e anti-Tuchia sia qui molto forte, e lo condivido, il relativismo ha appena cominciato a fare i suoi danni sul nostro continente, lo scrive benissimo Cesare58 e posta ottimi link ronin/mario789, la verita’ e’ che il processo e’ in atto, sembra inarrestabile, e questa oligarchia di burocrati non-eletti va avanti con i suoi folli disegni di dominio anti-democratico. Mi chiedo pero’: quale e’ l’alternativa? Se per ipotesi ribaltiamo lo scenario (non il tavolo) e diciamo NO alla Turchia nella Ue dicendo a Erdogan e soci: “Turchi, statevene a casa, siete musulmani, islamici e anche un po’ mafiosi e filo-Isis, con noi europei non avete nulla a che fare: FUORI dai nostri confini!” e se – sempre per ipotesi – gli dicessimo, “Che cavolo volete voi TURCHI nella Nato?, FUORI dalle palle!” …. bhe’, quali sarebbero le conseguenze? I danni diretti e collaterali sarebbero nefasti, la Turchia diventerebbe una scheggia impazzita ai confini tra Est e Ovest, uscirebbe dall’orbita semi-occidentale in cui gravita ora, sarebbe risucchiata dalla Russia (mica sicuro) o dal fondamentalismo islamico del Califfato. Vogliamo questo scenario? Ne siamo sicuri? Ecco perche’ il processo di cui sopra, le lunghe riunioni a Bruxelles, i ricatti a suon di miliardi di euro, vanno avanti, un processo lento, caotico, magmatico, frustrante. La verita’ e’ che non ci sono i termini di un ribaltamento del tavolo. Forse davvero ci vorrebbe una mega-guerra, come diceva mia madre buonanima. Per ripartire da zero, riprendersi i propri valori, avere nemici e ideali da difendere. 
    PS: Robyuankenobi ti leggo… ma mi fai incavolare quando scrivi volgarita’ in stile chat, battute da caserma in 2 righe e abdichi alle tue doti politiche. E l’estremista filo-nazi giaguas che fine ha fatto? Pipupo mica e’ tanto leale… prima getta il sasso (durante il WE) e poi ritira la mano. DonChi scrive pezzulli pre-cotti (ormai e’ scrittore!) e non dialoga mai di getto, il che toglie verve ai suoi interventi, ah le belle litigate ideologiche del passato. Sveglia ragazzi!
     
       

  8.   

    Dimenticavo:
     
    Il Manuale
     

  9.   

    Come ipotizzava quell’anonimo… nella vita forse non bisogna decidere da che parte stare ma Chi Essere!
    L’operoso “Mario” ha postato diversi articoli in questi giorni che mi hanno riportato alla memoria un certo manuale d’istruzioni e direttive comportamentali.
    Un manuale fonte d’ispirazione, per la cosi detta o certa Intelligence, non solo a livello di rapporti interpersonali e sociali ma, su più ampia scala, geopolitici e macroeconomici.
    Negli anni successivi al secondo conflitto mondiale (così come d’altronde in quei due secoli precedenti la caduta definitiva dell’Impero Romano) si è sviluppata una sofisticata e ramificata classe burocratica che, poco a poco, ha pervaso ed intriso dei suoi condizionamenti (normativi) ogni forma di gestione della vita quotidiana.
    La demenza senile che tale oligarchia strutturata e strutturale porta con se è pari al suo ambito delirio d’onnipotenza.
    Ciò non toglie che, anche al suo interno, essa stessa non soffra di suddivisioni, contrapposizioni e conflitti.
    Anzi è la sua propria natura che la porta ad essere in conflitto con l’esterno (la massa e la totalità che popola e anima il mondo) e con l’interno (le sette, i clan, le dinastie, la pletora di funzionari, dirigenti, presidenti ed aspiranti tali che si contendono il potere assoluto). Un conflitto che genera confusione a volte voluta e ricercata mentre altre volte fisiologica e inevitabile.
    Come giustamente è stato evidenziato da Cesare (mai nome fu appropriato al caso) la manovra, seppur spesso avvolta in farraginosi presupposti, indizi, congetture, prove… postula delle “verità” altrettanto spesso inconfutabili per chi abbia la sincera voglia di analizzarle.
    La questione allora è e sarà: cosa si possa fare a riguardo?
    Perché è evidente che tutto ciò ci lascia palesemente impotenti di fronte ad una certa realtà delle cose, che in nessun modo possono essere concretamente governate, contenute e controllate: ne in termini assoluti tantomeno in termini relativi.
    Cosa si può fare a riguardo?
    Una risposta io l’avrei ed è molto più semplice di quanto possa in effetti apparire.
    Ognuno però, sono fiducioso, avrà la sua ricetta da proporre e gli strumenti necessari per procedere, visto il fatto a questo punto evidentemente inconfutabile che nella vita non bisogna decidere da che parte stare ma sostanzialmente Chi Essere!
    Un saluto,
     
    Elmoamf

  10.   

    I Turchi hanno capito una cosa molto molto bene: l’Europa, l’Unione Europea di oggi è un soggetto debole, diviso, incapace di prendere una posizione che rifletta il bene comune, e non l’interesse di alcuni stati che desiderano l’egemonia del potere all’interno dell’Unione.La Turchia ha capito che questa Europa è diretta da persone che hanno messo al primo posto delle loro priorità il mantenimento del potere personale, e non il bene delle nazioni che da esse sono rette.La Turchia ha deciso quindi di ricattare, con il sorriso sulle labbra, l’Unione Europea, raddoppiando le richieste di finanziamento a fondo perduto, richiedendo una via rapida e privilegiata per l’ingresso nella Comunità Europea, e pretendendo un regime “Visa Free” (cioè senza alcun obbligo di visto) per i cittadini turchi che a qualsiasi titolo vogliano recarsi in Europa.
    http://www.geopoliticalcenter.com/attualita/il-ricatto-della-turchia-alleuropa/
    Chissà se Hollande si è presentato, come fece nella riunione sulla Brexit a Bruxelles,  accompagnato dalla valigetta nucleare.

  11.   

     
    Cesare58
    …hai ragione… non dimenticarsi mai dei burattinai del nuovo ordine mondiale oligarchico…

  12.   

    Il grande progetto di destabilizzazione globale procede. Destabilizzare, distrarre i popoli occidentali per non renderli consapevoli della grande truffa ai loro danni e nel mentre procedere per completare l’opera di distruzione politica e culturale necessaria per accogliere il nuovo ordine mondiale oligarchico. Erdogan è una pedina ma si illude di essere protagonista. La Turchia è una pedina come lo è l’Arabia Saudita, servono solo per alimentare la destabilizzazione. La soluzione del problema immigratorio è banale come l’acqua calda, basterebbe fare come l’Australia e nel giro di qualche mese il gioco sarebbe finito, ma si vuol far finta che il problema sia irrisolvibile per alimentare la destabilizzazione politica europea, addirittura di vuol far entrare la Turchia nella UE per rendere più veloce la destabilizzazione politica ed anche economica dell’Europa. L’Inghilterra è l’unico Paese che ha un sussulto di dignità e orgoglio, tutti gli altri, pavidi e ignoranti, sono pedine ossequiose alla corte massonica del nuovo ordine mondiale.  Gli oligarchi della UE sempre più potenti e non eletti da nessuno, rappresentano il futuro governo europeo dove la democrazia verrà cancellata anche dai vocabolari. Per far accettare tutto questo occorre che vi siano delle emergenze, delle situazioni conflittuali estreme, una destabilizzazione totale affinchè i popoli non insorgano e prendano le armi, ed è in quest’ottica che stanno operando i nostri oligarchi. Creare una situazione disperata in cui i cittadini europei vedano nell’oligarchia europea al comando l’unica via d’uscita e di salvezza e in quest’ottica si inserisce anche l’attività di sputtanamento delle varie classi politiche nazionali al fine di renderle indegne del consenso popolare. La manovra in atto è ampia, ma rigorosamente logica e intuibile, ovviamente per chi voglia intuirla……. 

  13.   

     
    Nigel Farage: la Turchia in Europa? Pazzesco, stupido e pericoloso!
     
    http://www.informarexresistere.fr/2016/02/29/nigel-farage-la-turchia-in-europa-pazzesco-stupido-e-pericoloso/
     
    Trascrizione e traduzione dell’intervento di Nigel Farage al Parlamento Europeo sull’integrazione politica della Turchia.
    …………………………

  14.   

     
    Erdogan ha costruito il “monopolio della menzogna” 
    La società turca è aggrovigliata in una rete di disinformazione, minacce e divieti creata da Erdogan, e ora vuole una volta per tutte porre fine ai tentativi della popolazione di conoscere la verità su quanto sta accadendo all’interno del paese e all’estero. Lo ha scritto il Frankfurter Allgemeine Zeitung. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan L’articolo Erdogan ha costruito il “monopolio della menzogna”
    http://ultima-ora.zazoom.it/notizia/1138528/erdogan-ha-costruito-il-monopolio-della-menzogna#
     

  15.   

     
    …per invadere l’europa hanno cambiato sistema rispetto al passato…
     
    L’assedio di Vienna nel 1529, come evento bellico distinto dalla Battaglia di Vienna del 1683, costituì il primo tentativo dei musulmani dell’Impero Ottomano, guidato dal Sultano Solimano il Magnifico, di conquistare la città di Vienna (Austria). L’assedio segnò il punto più elevato raggiunto dall’Impero di Istanbul e la fine della sua espansione nell’Europa centrale, malgrado ad esso seguirono 150 anni di tensione e di incursioni, culminati nella battaglia di Vienna del 1683.

  16.   

    La Grecia intercetta una nave turca carica di armi e munizioni per i jihadisti dell’SIS in Libano
    Fonti: Al Manar
    Traduzione e nota: Luciano Lago
     
    http://www.controinformazione.info/la-grecia-intercetta-una-nave-turca-carica-di-armi-e-munizioni-per-i-jihadisti-dellsis-in-libano/
     
    I guardia coste greci hanno intercettato ieri una nave turca al largo dell’isola di Creta ed hanno proceduto al sequestro di un carico di armi, munizioni ed esplosivo contenuto in sei containers che erano destinati in Libano. Sono stati arrestati tutti i componenti dell’equipaggio: 6 siriani, 4 indiani ed un libanese. La nave proveniva dalla Turchia ed in particolare era salpata dal porto di Izmir dove aveva imbarcato il carico. Secondo il portavoce della polizia greca la nave è stata costretta ad attraccare al porto greco di la Canea, nell’Ovest dell’Isola di Creta dove le autorità greche hanno effettuato un attento controllo del carico. Un episodio apparentemente minore che in realtà dimostra fin dove si spinge la macchinazione turca in Medio Oriente.
     
     
     
    Secondo il giornale Al Akhbar, l’operazione con cui è stato intercettata questa nave ricorda un altro antecedente, quello della nave Lutfullah 2, che fu intercettata dall’Esercito libanese nel 2012. Questa nave portava a bordo decine di tonnellate di armamenti provenienti dalla Libia con destinazione al porto di Tripoli, nel Nord del Libano. Questa regione libanese conta con parecchi seguaci dell’ISIS e del Fronte al Nusra.
    L’invio di questa nave potrebbe essere opera dei servizi di intelligence turchi che stanno collaborando con i sauditi nell’obiettivo di destabilizzare il Libano. I turchi ed i sauditi stanno operando sulla regione nord del Libano al fine di consolidare la posizione del partito islamista libanese Yamaat Islamiya. L’obiettivo sarebbe quello di svincolarlo dalla corrente Futuro, diretta da Saad Hariri e mettere questo partito in antagonismo con Hezbollah. Questo consentirebbe ai sauditi e turchi di assicurarsi un insediamento confessionale in Libano per attaccare e destabilizzare il paese sulla base di un conflitto confessionale contro sciiti, drusi e cristiani, visto che anche………………….
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  17.   

     
    Rivelazione di un deputato turco: Ankara ha dato il gas sarin all’ISIS
    14 dicembre 2015
    http://spondasud.it/2015/12/10433-10433
     
    I jihadisti siriani dell’Isis avrebbero ricevuto il materiale per produrre il gas letale sarin dalla Turchia: lo afferma il deputato del Partito Popolare Repubblicano turco (Chp) Eren Erdem in un’intervista a Russia Today, emittente vicina al Cremlino. Il sarin fu usato negli attacchi di Ghouta e nei sobborghi di Damasco nel 2013, per i quali venne accusato Assad.
     
    Erdem ha mostrato in parlamento il fascicolo aperto dalla procura di Adana, poi archiviato, accusando le autorità di aver «insabbiato» il caso. L’indagine, secondo Erdem, rivela che un certo numero di cittadini turchi prese parte alle negoziazioni con i jihadisti. Citando le prove contenute nell’atto di accusa, il deputato assicura che le intercettazioni confermano che un militante di al Qaida, Hayyam Kasap, entrò in possesso del sarin. Tutto sarebbe contenuto nel faldone «2013/120», l’indagine che venne poi archiviata. «Ci sono dati sostanziali in quelle carte», dice Erdem a RT.
     
    «Si capisce che il materiale usato per le armi chimiche passa attraverso la Turchia e viene assemblato nei campi dell’Isis, che allora era conosciuto come al Qaida irachena. È tutto registrato. Ci sono intercettazioni che dicono ‘non ti preoccupare per la frontiera, ci pensiamo noì e si comprende chiaramente come vengono usati i burocrati». A questo punto il procuratore di Adana Mehmet ArOkan ordina un blitz e 13 persone vengono arrestate. Poi, secondo Erdem, avviene ‘l’inspiegabile’. Una settimana dopo il caso viene chiuso e i sospettati passano immediatamente la frontiera turco-siriana.
     
    «Le intercettazioni chiarivano come sarebbe avvenuta la consegna, quali camion sarebbero stato usati… tutto documentato dalla A alla Z: nonostante gli indizi, i sospettati sono stati rilasciati. E la consegna del carico è avvenuta, perchè nessuno li ha fermati. Forse l’uso del sarin in Siria dipende da questo».
    Sempre secondo Erdem, i turchi coinvolti nel traffico sarebbero poi legati alla ‘Makina ve Kimya Endustrisi Kurumu’ (MKEK), ovvero la principale holding governativa di industrie per la difesa, e che gli indizi porterebbero verso…………………
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  18.   

     
    Crimini e misfatti: la Turchia di Erdogan
    2 dicembre 2015 di Angelo d’Orsi
     
    http://temi.repubblica.it/micromega-online/crimini-e-misfatti-la-turchia-di-erdogan/
     
    Ciò che sta accadendo in Turchia ci riguarda molto da vicino. Un tiranno, Recep Tayyip Erdogan, non un semplice dittatore, bensì una sorta di satrapo ha il potere, tutto il potere nelle sue mani avide, sue e dei familiari, a cominciare dal figlio Ahmet, coinvolto in molti loschissimi affari. Egli ha creato un vero e proprio modello politico, secondo qualche analista: l’erdoganismo, che appare una sorta di bismarckismo iperautoritario, che prova a giocare sull’inclusione delle masse e sulla messa fuori gioco, con qualsiasi mezzo, di ogni forma non solo di opposizione, ma di dissenso. Le ultime elezioni, di cui la nostra ineffabile signora Mogherini ha certificato la democraticità, sono state stravinte da Erdogan, grazie alle azioni terroristiche contro le opposizioni: la strage dei giovani che marciavano per la pace ad Ankara del 9 ottobre scorso, con 95 morti, e centinaia di feriti, è un esempio mostruoso; saranno stati anche i kamikaze, ma come si sono comportate le autorità? Quali misure prima e dopo hanno preso? La polizia addirittura impediva i soccorsi, e aggrediva i superstiti. Le vittime sono diventate imputati, in sostanza, come in altri episodi assai meno gravi ma diffusi, sotto la tirannia di Erdogan: dopo l’attentato, costui ebbe l’insolenza di dichiarare che si trattava di un atto “contro l’unità del Paese”, lo stesso stucchevole, ma pericolosissimo, ritornello usato contro i partiti curdi. Tutto, in un clima di crescente intolleranza verso chi la pensava diversamente dal capo, verso magistrati che si permettevano di mettere il naso negli affari di famiglia, verso alti militari giudicati pericolosi per il potere del capo, e così via. Impressionante, la serie di chiusure di giornali e di siti internet, gli arresti e le pesanti condanne detentive di giornalisti, le intimidazioni d’ogni……………
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