Ambasciatore di Trump all’Ue: “Euro destinato al collasso. Entro 12-18 mesi. Andate short”

Theodor Roosevelt Malloch su Unione europea ed euro ha le idee molto chiare. Non è un economista qualunque. Il professore è in pole position per assumere l’incarico di …

Theodor Roosevelt Malloch su Unione europea ed euro ha le idee molto chiare. Non è un economista qualunque. Il professore è in pole position per assumere l’incarico di ambasciatore degli Stati Uniti a Bruxelles.

E la sua visione sulla moneta unica fa chiasso.

“L’euro? Non credo che sia solo una moneta decotta, ma un vero problema – ha spiegato nelle scorse ore in una intervista alla Bbc – per gli europei ma anche per tutti gli altri. La mia previsione è che sia destinata al collasso. Diciamo entro un anno, forse 18 mesi”.

“Io vi posso dare un consiglio finanziario – ha detto alla Bbc – andate corti sull’euro, e non vi sbaglierete”.

Theodore Roosevelt Malloch: George Will and National Review Part of ‘Senile Ruling Class’

L’intervista alla tivù di Stato inglese è stata rilasciata alla vigilia della visita del primo ministro Theresa May negli Stati Uniti, il primo incontro ufficiale con il neo presidente Donald Trump in vista di un nuovo accordo commerciale tra America e Inghilterra tagliando fuori l’Unione europea.

Il segretario di Stato Rex Tillerson affiderà, con buone probabilità, proprio a Malloch la tela da tessere con gli inglesi per raggiungere l’accordo bilaterale. “Alcuni di noi hanno alle spalle esperienze a Wall Street ed alla City e sono perfettamente consapevoli che quando metti in una stanza le persone giuste con o dati giusti e la giusta energia si possono fare miracoli – spiega il futuro ambasciatore – e vi assicuro che Trump ha la giusta energia”.

A Bruxelles gli euroburocrati le stanno provando tutte per imbrigiare la May. Ma per Malloch si tratta solo di “un inghippo da avvocati privo di senso politico. È come quando ingiungi alla moglie da cui stai divorziando di non avere relazioni con un altro – argomenta – è un diktat del genere è destinato a non funzionare”.

Il professore si dice certo di una “rapida evoluzione del quadro politico” tanto da render possibile un accordo diretto con Londra senza interferenze europee. “Anzi – sottolinea – non mi stupirei se le prossime elezioni in Olanda, Francia e Germania provocassero un’ accelerazione della disgregazione dell’Unione europea”.

Fonte: Il Giornale

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2 commenti

  1.   

    mi sembra che Teodoro l’abbia sparata grossa. Il rischio implosione dell’euro esiste, e tutti noi operatori sul mercato lavoriamo anche con questo scenario, ma 12/18 mesi mi sembra troppo accelerato, come processo. Con il rialzo dei tassi Usa previsto nel 2017 (almeno 2 volte, totale +0,50% by Fed e non by Trump) il dollaro e’ destinato a rafforzarsi e l’euro a indebolirsi. Ma per scatenere il collasso dell’euro nell’arco di un anno e mezzo, ci vuole una vera crisi tipo 2012 (il whatever it takes di Draghi di quel luglio) tipo uno dei paesi chiave che fa default. Teodoro allude all’Italia, forse? 

  2.   

    Parere scomodo per Bruxelles, ma quando il malato ha metastasi diffuse in tutto il corpo, non dovrebbe destare scalpore una previsione di morte certa. La Germania, nonostante qualche risibile parere, cercherà di tenere in piedi il più possibile l’euro in quanto con il marco se ne andrebbero in fumo centinaia di miliardi di esportazioni annue, equivalenti a milioni di posti di lavoro e ad un 20% minimo di PIL. L’impero tedesco sta per crollare, quello americano si rafforzerà e le multinazionali vedranno ridimensionato il loro potere. Alla fine si sta realizzando quello che avevamo previsto come inevitabile, ovvero l’implosione del sistema globalizzatore per il drastico impoverimento causato a quasi tutti i popoli occidentali. Si pensava che avrebbe ceduto prima qualche Paese europeo, invece ha ceduto prima l’America e questo a maggior dimostrazione di quanto i media americani siano corrotti ed eterodiretti dalle lobbies finanziarie e delle multinazionali varie. Circa un anno fa mi giungevano notizie drastiche dagli USA, ovvero la gente non aveva più soldi, la classe media era al tappeto, però nulla trapelava dai media d’oltreoceano, quindi pensavo che fosse un parere esagerato, magari di parte, ma invece il risultato elettorale ha dimostrato quanto fosse vero e come la realtà fosse diversa rispetto a come la percepivamo noi in Europa. Detto questo, a quando il primo attentato a Trump? Lo vedo in pericolo più di Kennedy negli anni ”60.