Su commercio e dazi la Cina attacca Trump: “mentalità da gangster”

Guerra commerciale: in risposta alla Casa Bianca, Pechino ha dovuto annunciare tariffe addizionali del 25% su 16 miliardi di beni Usa.

Il quotidiano di stato China Daily ha accusato oggi in un editoriale gli Stati Uniti di “mentalità da gangster” (mobster mentality) riferendosi alla guerra sui dazi fra Washington e Pechino. L’articolo arriva dopo che ieri Pechino ha annunciato tariffe addizionali del 25% su 16 miliardi di beni Usa (da applicare, secondo l’agenzia Reuters, sui derivati del petrolio, per ora non sul greggio in sé). La decisione di Pechino arriva dopo che gli Usa hanno deciso di applicare il 25% di dazi a 16 miliardi di merci cinesi dal prossimo 23 agosto.

E non a caso ieri il Wti americano ha preso un duro colpo durante la sessione di Wall Street cedendo il 3,5% e oggi in Asia scambia in leggero rialzo (+0,12%) a 67,7,02 dollari il barile perché gli ordini di petrolio dalla Cina sono nel frattempo calati. Intanto le esportazioni cinesi a luglio sono aumentate del 12,2% su base annua, oltre le attese degli economisti, mostrando un impatto limitato sulle nuove tariffe commerciali per ora. Il dato è stato migliore dell’aumento dell’11,2% di giugno e va oltre le attese degli analisti interpellati in un sondaggio Reuters per una crescita del 10%.

Oggi le borse cinesi non a caso stanno salendo con un buon ritmo, alle ore 8:10 italiane l’Hang Seng sale dell’1,2% e Shanghai balza del 2,08%, mentre Tokyo ha chiuso leggermente sotto la parità, -0,09%. Oro fermo a 1.221,9 dollari per oncia, valute in equilibrio rispetto alla chiusura di Wall Street di ieri, con l’euro a quota 1,1609 sul dollaro e lo yen a 110,99.

Un altro commento ufficiale delle scorse ore, firmato dal ricercatore Jia Xiudong del China Institute of International Studies e pubblicato nell’edizione internazionale del quotidiano People’s Daily, ha avvertito che gli Stati Uniti stanno cercando di “sopprimere lo sviluppo della Cina”. E che il governo di Pechino dovrebbe considerare “metodi non convenzionali” come il piano di stimolo usato durante la crisi finanziaria globale, se necessario, per sostenere la crescita economica.

Fonte: Milano Finanza

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1 commento

  1.   

    Se il costo del lavoro cinese fosse lo stesso di quello americano non ci sarebbero mai stati i problemi che adesso l’America deve affrontare. Solo parificando il costo del lavoro tra i vari stati, e questo può avvenire inizialmente solo attraverso i dazi, termineranno le guerre commerciali attuali.