Sulla riforma del lavoro, Macron rischia di fare la fine di Renzi

In autunno partirà la trattativa con i sindacati, pronti a tradire il presidente dopo averlo sostenuto nella corsa all'Eliseo.

Si preannuncia un autunno caldissimo, per il giovane presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron. Nonostante la sua furbizia, e i risultati ottenuti, anche l’inventore di En Marche, la terza via transalpina, sta per finire nella più classica delle trappole politiche: il tradimento dei sindacati, dopo l’appoggio alle elezioni.

Da settembre, infatti, dovrà partire il dibattito sulla sua riforma del lavoro, ma stavolta le confederazioni non vogliono sentir ragioni, dopo aver ottenuto concessioni su salari e flessibilità, in cambio del loro appoggio proprio in questo dibattito.

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Invece, come riporta il Financial Times, “mentre il governo centrista si prepara a svelare i dettagli finali delle misure giovedì 1 settembre, Macron è consapevole che i sindacati sono pronti a svelare i primi segni del tradimento”. Perché “le riforme sono al centro dell’azione politica di Macron per rilanciare l’economia e superare così il primo, grande test della sua Presidenza su uno dei temi politicamente più delicati del paese”.

Gli imprenditori hanno piena fiducia nelle proposte dell’inquilino dell’Eliseo. “I datori di lavoro, disperatamente a caccia di maggiore flessibilità nei negoziati con i dipendenti, sono ampiamente soddisfatti delle proposte”, scrive ancora il Ft, perché “le riforme dovrebbero dare alle imprese maggiori potere contrattuale nelle trattative sulle condizioni di lavoro, i bonus e le ferie a livello individuale e non di settore”.

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Un punto che non va giù ai sindacati, però, e che non sono affatto disposti a cedere nemmeno di un millimetro su questo, forti del fatto che stavolta, a perderci, è proprio Macron, che dal canto suo non vuol fare la fine del suo amico Matteo Renzi, che ha bruciato la propria carriera politica in appena 1000 giorni di governo.

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