Proteste, Trump restituisce blindati e armi da fuoco alla polizia

In tutta America si moltiplicano gli scontri, il presidente cancella le limitazioni di Obama. Nuove rivelazioni sul rapporto con Mosca.

Accelerando la sua agenda “ordine e legge”, il presidente americano Donald Trump intende firmare un ordine esecutivo che annulla una direttiva dell’era Obama che limita l’accesso delle forze dell’ordine a mezzi blindati ed equipaggiamenti militari che includono lancia granate, giubbotti anti proiettili, scudi anti sommossa, armi da fuoco e munizione per fronteggiare le proteste.

Lo rende noto l’Associated press dopo aver ottenuto documenti che svelano le intenzioni del tycoon. Il provvedimento del presidente ripristinerà dunque il programma in base al quale “dotazioni che altrimenti sarebbero state scartate possono essere riproposte per aiutare le forze dell’ordine statali e locali a proteggere meglio la sicurezza pubblica e a ridurre il crimine”, si legge nel documento. L’Attorney General, Jeff Sessions, potrebbe svelare i cambiamenti proprio lunedì 28 agosto in un discorso alla Conferenza nazionale del Fraternal Order of Police di Nashville, in Tennessee.

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Scontri a Berkeley fra ultradestra e antifascisti: 14 fermi

Quattordici persone sono state arrestate a Berkeley, una ventina di chilometri a nordest di San Francisco, dopo un corteo dell’ultradestra e di sostenitori del presidente Usa, Donald Trump, al quale alcuni gruppi antifascisti hanno risposto con una contro-manifestazione. Lo riferisce il San Francisco Chronicle. Sotto lo slogan “No al marxismo in America” era stata indetta una manifestazione a Berkeley da tenersi nel parco Martin Luther King; gli organizzatori l’avevano poi cancellata sabato per timori legati alla sicurezza, ma nonostante questo un piccolo gruppo appunto di ultradestra e sostenitori di Trump si è presentato sul posto.

Questi dimostranti sono stati ampliamente superati, per numero, da migliaia di manifestanti antifascisti e antirazzisti, che si sono dati appuntamento nello stesso luogo e hanno scandito slogan come “Nazisti, andate a casa” e “No a Trump, no al KKK, no al fascismo negli Stati Uniti”. Nonostante le autorità abbiano provato a separare le due parti, si sono verificati scontri, che hanno portato appunto all’arresto di 14 persone, molte delle quali indossavano maschere e portavano oggetti vietati.

In diversi video pubblicati dai media locali si vedono manifestanti antifascisti che cacciano con la forza sostenitori di Trump e dimostranti di estrema destra. Berkeley è una città nota per il suo attivismo di sinistra che ruota intorno all’università e per essere la culla del movimento studentesco per la libertà di espressione degli anni ’60.

Un corteo simile a quello di Berkeley era stato cancellato sabato a San Francisco: nonostante questo gruppi antirazzisti si erano raccolti in città, senza che si verificassero incidenti di rilievo. Queste manifestazioni in California giungono due settimane dopo gli scontri al corteo di neonazisti e gruppi razzisti a Charlottesville, in cui è stata uccisa una manifestante antifascista.

Fonte: LaPresse

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Intreccio commerciale Trump-Russia mentre era candidato

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, negoziava la costruzione di una “enorme Trump Tower a Mosca” quando era già candidato alla Casa Bianca. A svelarlo è il Washington Post, che rivela come gli avvocati del tycoon stessero lavorando al progetto tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016, dunque dopo l’annuncio ufficiale della candidatura del magnate alla Presidenza degli Stati Uniti, avvenuta proprio il 15 giugno 2015.

In questa vicenda compare anche l’imprenditore immobiliare Felix Sater, che invitò Trump a a Mosca per promuovere la sua iniziativa, suggerendo addirittura di far intervenire il presidente russo, Vladimir Putin, per dire “cose grandi” su di lui.

Nato in Unione Sovietica e cresciuto a New York dall’età di otto anni, Sater in una mail datata novembre 2015 scrisse che presto avrebbero festeggiato l’accordo sul progetto immobiliare di Mosca e l’elezione di Trump a presidente dell’America. Il Wp spiega, però, che l’idea di una Trump tower moscovita è stata definitivamente abbandonata perché gli investitori non sono riusciti a trovare il terreno su cui costruire e i relativi permessi di legge, nonostante la lettera di intenti firmata tra la società di Trump e Sater, che i media statunitensi descrivono in rapporti d’affari di vecchia data con Trump, ricordando che nel 1990 fu condannato a otto anni di carcere per frode, e subito dopo fu accusato di collaborare con la mafia per il riciclaggio di denaro sporco e truffa agli investitori. Trump disse di essere rimasto scioccato dal fatto che Sater fosse stato condannato per frode.

Inoltre, nel luglio del 2016, quattro mesi prima dell’elezione alla Casa Bianca il magnate negò di avere rapporti commerciali con la Russia, con un tweet.

Il Washington Post ha spiegato che i documenti in loro possesso dimostrano come Trump fosse attivamente impegnato nei suoi interessi commerciali in Russia, proprio mentre il Congresso degli Stati Uniti e un procuratore speciale stanno indagando sulle presunte manovre di Mosca per tentare di influenzare l’esito delle elezioni presidenziali, e che presto proprio una relazione sul caso della Trump Tower moscovita sarà consegnata agli inquirenti.

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