Petrolio, attenzione a scommettere sul rimbalzo, prezzi in calo

Il fuoco di paglia pro-speculazione orchestrato dall’IEA la scorsa settimana si spenge, dopo che l’Iran ha fatto sapere che non si unirà al coro di coloro che vogliono …

Il fuoco di paglia pro-speculazione orchestrato dall’IEA la scorsa settimana si spenge, dopo che l’Iran ha fatto sapere che non si unirà al coro di coloro che vogliono congelare la produzione ai livelli di gennaio.

I prezzi del petrolio, registrano una pausa, in avvio di settimana, dopo il rally che ha spinto le quotazioni fin oltre i 40 dollari al barile e, dopo le previsioni ottimistiche fornite dalla International Energy Agency (IEA) secondo cui i prezzi di greggio potrebbero aver toccato il fondo.

Il barile di Brent cede il l’1,47% a 39,62 dollari al barile mentre il West Texas Intermediate registra un calo dell’1,66% a 39,18 dollari.

Durante il fine settimana, il ministro del petrolio iraniano, Bijan Zanganeh, ha ribadito che non si unirà al coro di coloro che vogliono congelare la produzione ai livelli di gennaio. Zanganeh, ha avvertito che Teheran non intende partecipare alla manovra prima di aver riportato la sua produzione ai valori precedenti alle sanzioni internazionali recentemente rimosse, ovvero attorno ai 4 milioni di barili al giorno.

Nel frattempo, Goldman Sachs avverte il mercato contro la forte sovrapproduzione a livello mondiale, che porta una produzione giornaliera in eccesso rispetto alla domanda di 1 milione di barili al giorno.
Per questo motivo, la banca si attende una nuova discesa del prezzo del petrolio.

D’altra parte, come riportato da Reuters, la Morgan Stanley si unisce al visione secondo cui il prezzo del petrolio avrebbe finalmente toccato i minimi, avvertendo però che l’economia lenta e gli alti livelli di produzione potrebbero tappare ulteriori rialzi della quotazione.

“Il prezzo del petrolio ora sembra abbia raggiunto i minimi, anche se probabilmente resterà sottotono per il resto di quest’anno prima di iniziare una mossa al rialzo nel 2017”,


scrive la banca americana, sottolineando come il basso prezzo del petrolio non sia riuscito a fornire quella spinta alla crescita come in molti speravano.

“Quando il prezzo del petrolio scende sotto i costi di produzione, l’aumento del reddito per i consumatori sarà più piccolo rispetto al costo per i produttori e il crollo del prezzo del petrolio è diventato un gioco a somma negativa”,


continua la Morgan Stanley a commento dei fondamentali dietro la volatilità del prezzo del petrolio.

Secondo la banca, il rischio per una recessione a livello mondiale è dato ora al 30%, mentre annuncia di non prevedere più alcuna crescita del PIL mondiale per il 2016.

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