Petizione online per cambiare nome all’uragano Irma in Ivanka

Portale ambientalista lancia la provocazione per rimarcare lo scarso impegno della figlia e consigliera del presidente Trump.

Dopo Harvey e Irma, potrebbe arrivare anche l’uragano Ivanka. La provocazione arriva da Care2, il portale che mette in collegamento attivisti e ambientalisti di tutto il mondo. Il sito ha lanciato una petizione online che chiede all’Associazione meteorologica mondiale di cambiare il nome dell’uragano Irma con quello di Ivanka. Ovviamente il riferimento è alla figlia del presidente americano Donald Trump, considerata troppo distratta sui temi ambientali.

Sono già quattromila gli attivisti ad aver firmato, come riporta Newsweek. Gli organizzatori, però, contano di arrivare presto a diecimila adesioni. La First Daughter ha deluso molti dei suoi iniziali sostenitori. Ivanka, infatti, non avrebbe portato avanti l’impegno preso di sensibilizzare il padre sulle questioni relative al cambiamento climatico. Dure le parole contro la giovane consigliera del presidente, definita nel testo di presentazione della petizione “complice della distruzione operata dall’amministrazione guidata da suo padre”. L’ambiente, infatti, è uno dei campi di interesse della First Daughter, sebbene la sua influenza all’interno dello Studio Ovale sia evidentemente molto debole.

Ivanka, ricorda Newsweek, era stata criticata anche per aver twittato sulla riforma delle tasse nelle ore del disastro dell’uragano Harvey. Gli attivisti polemizzano con la linea politica adottata dal presidente sulle questioni ambientali che rischia di vanificare i risultati ottenuti dopo anni di sforzi collettivi. “Dobbiamo fare pressioni sui membri dell’amministrazione Trump affinché prendano realmente posizione sulla salute e la salvezza del nostro mondo e delle generazioni che verranno” scrivono.

Nel mirino, ovviamente, la decisione lo scorso giugno di ritirare gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima e gli ordini esecutivi per far ripartire i lavori dell’oleodotto Keystone XL. Ma anche la nomina dell’ex ministro della giustizia dello stato dell’Oklahoma, Scott Pruitt, a capo della Environmental Protection Agency, l’agenzia americana per l’ambiente, che in passato non ha mai mostrato una spiccata sensibilita’ alle questioni ambientali.

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