Inchiesta sugli abusi sessuali dei caschi blu Onu, “epicentro” in Congo

Indagine Ap: 700 denunce su 2.000 casi al mondo presentate nel paese africano, ma spesso “spariscono” nel nulla.

Quando entrano in campo loro, per l’opinione pubblica entra in campo la democrazia. Sono reparti speciali che servono a difendere i cittadini, non a fare loro del male. Questo, però, non accade sempre, e soprattutto in una specifica parte del globo terrestere.

Infatti, oltre 700 denunce per abusi sessuali contro i caschi blu dell’Onu sono state presentate nella Repubblica del Congo rispetto ai 2.000 casi complessivi a livello mondiale. È quanto emerge da un’inchiesta condotta dall’agenzia di stampa americana Ap e durata circa un anno. L’indagine sottolinea che, nonostante l’Onu prometta riforme da oltre 10 anni per far fronte a questa piaga, ancora non riesce a tener fede a molti degli impegni presi per fermare gli abusi o aiutare le vittime.

Ap informa anche di un altro aspetto poco chiaro, perché ci sono anche i casi che “spariscono” oppure vengono consegnati alle autorità dei Paesi di origine dei caschi blu sotto accusa, che “spesso non fanno niente”. La Repubblica del Congo, dove la portata degli abusi è emersa per la prima volta, è dunque “l’epicentro” di questa crisi, commenta l’Ap. Ed è in Congo che le riforme “sono chiaramente venute meno”.

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