Il misterioso protocollo Bankitalia per difendere la carta moneta

Palazzo Koch si attiva perché resti in futuro regolare la distribuzione di euro a Banche e Posta. Tira vento di Grecia? Sono certo pochissimi gli italiani cui la …

Palazzo Koch si attiva perché resti in futuro regolare la distribuzione di euro a Banche e Posta. Tira vento di Grecia?

Sono certo pochissimi gli italiani cui la parola Coban dirà qualcosa. L’abbreviazione è composta dalle prime lettere di comitato e banconote e rimanda a un’iniziativa presa senza nessun clamore, per non dire alla chetichella, dalla Banca d’Italia. Il Coban esiste dal 25 maggio e coinvolge anche l’associazione delle banche (Abi), le Poste e il Ministero degli Interni. Le prime due perché trattano il contante, l’ultimo con riferimento al Dipartimento di Pubblica Sicurezza.

Il protocollo di intesa, scaricabile dal sito della Banca d’Italia, lo presenta come un completamento del Codise, struttura nata nel 2003 per affrontare le crisi della piazza finanziaria italiana. E l’iniziativa non appare certo priva di senso, ma c’è qualcosa che stupisce e qualcosa che inquieta. La sua prima finalità è infatti assicurare “la regolare distribuzione di banconote in euro al fine di garantire la fluidità delle transazioni economiche/commerciali e di tutelare la fiducia del pubblico nel segno monetario”. Ciò appare in forte controtendenza con la tanto decantata lotta al contante. Tranquillizza apprendere che i contanti non siano il male assoluto, come sembrava di capire, ma siano anzi importanti per l’economia. Dunque la fiducia nelle banconote non è un retrivo retaggio del passato, ma un valore da difendere. Davvero sorprendente, sembra di sentire parlare non la Banca d’Italia, bensì la tedesca Bundesbank.

Il testo dell’intesa fa riferimento agli eventi critici che potrebbero compromettere la regolare distribuzione delle banconote. “A titolo esemplificativo e non esaustivo” essi sarebbero per cominciare i disastri ambientali. Ma la contaminazione di Seveso, l’Ilva di Taranto o l’amianto non hanno mai ostacolato la circolazione dei contanti. Chi l’ostacola sono proprio le banche, per costringere i clienti a pagamenti elettronici sui cui guadagnano allegramente. Vengono poi citati gli scioperi di lunga durata o gli incidenti industriali, vedi Thyssen-Krupp, per esperienza ugualmente ininfluenti sulla circolazione dei soldi.

Altri sono gli eventi che appaiono preoccupanti per la regolare distribuzione delle banconote, in particolare la corsa agli sportelli, tradizionali ed elettronici, che la Grecia sperimenta da alcuni mesi, con conseguenze addirittura di ordine pubblico per le proteste anche violente davanti ai bancomat, in particolare quando rimasti a secco. Appare così pertinente il coinvolgimento del Ministero degli Interni, oltre che per i controlli su portavalori e guardie giurate. Ma a scenari come quello greco nel protocollo non si fa neppure il minimo accenno, nemmeno indirettamente. Per ottimismo, distrazione o reticenza?

di Beppe Scienza

Dipartimento di Matematica – Università di Torino

Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato da Il Fatto Quotidiano. Disponibile anche su: Il Risparmio Tradito

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