Il Giappone perde pezzi, Sharp venduta alla taiwanese Foxconn. Ma c’è un problemino

È la prima azienda nipponica a passare in mani straniere. Il colosso di Osaka, in rosso di 500 miliardi di yen, venduto per quasi 6 miliardi di euro …

È la prima azienda nipponica a passare in mani straniere. Il colosso di Osaka, in rosso di 500 miliardi di yen, venduto per quasi 6 miliardi di euro alla Hon Hai, l’azienda che assembla i componenti degli iPhone.

La giapponese Sharp ha accettato l’offerta di acquisizione da 660 miliardi di yen (5,6 miliardi di euro) della taiwanese Hon Hai, diventando di fatto la prima azienda nipponica ad essere controllata da un gruppo straniero. Secondo l’agenzia Kyodo News, Hon Hai, più conosciuta con il nome Foxconn, approverà un aumento di capitale della Sharp e rileverà le azioni privilegiate in mano ai creditori della società.

Il debito dell’azienda con sede a Osaka ammonta a circa 500 miliardi di yen, e già a maggio dell’anno scorso era stato annunciato un piano di salvataggio delle banche da 200 miliardi di yen (1,2 miliardi di euro). Il conglomerato taiwanese è specializzato nell’assemblaggio di componenti utilizzate per gli iPhone, e collabora con la stessa Sharp nella produzione di schermi Lcd nello stabilimento giapponese del Kansai.

L’offerta concorrente per rilevare Sharp da parte della Network Corporation, una cordata promossa dal governo nipponico, ammontava a meno della metà di quella di Foxconn.

Fonte: Tgcom24

***

TOKYO (Reuters) – Foxconn ha bloccato l’acquisizione di due terzi di Sharp annunciata oggi dopo essere venuta a conoscenza di passività non note del gruppo.

Lo riferiscono due fonti a diretta conoscenza della vicenda.

Sharp aveva annunciato stamani l’accordo spiegando che avrebbe emesso circa 4,4 miliardi di dollari in nuove azioni riservate a Foxconn.

Ma in un comunicato separato qualche ora più tardi, Foxconn ha detto che non firmerà fino a che non avrà chiarimenti da Sharp su dettagli presenti in “un nuovo documento chiave”, senza fornire ulteriori dettagli.

Una delle fonti ha riferito che il gruppo giapponese ha passività contingenti che ammontano a “centinaia di miliardi di yen” e che si tratta di una questione che dovrà essere risolta prima che l’accordo venga finalizzato.

La fonte non ha precisato la natura delle passività o il loro preciso ammontare.

Un portavoce di Foxconn, conosciuta formalmente come Hon Hai Precision Industry, non ha fatto commenti, così come Sharp.

Il titolo di Sharp ha chiuso in calo del 14,4%

 

——————————————–

Cina-Giappone, è “Battaglia” anche sui profilattici

La rivalità tra Cina e Giappone passa attraverso anche la “guerra” dei profilattici: un’azienda del Guangdong ha visto riconosciuto dalla Corte distrettuale del Popolo di Guangzhou il diritto di fregiarsi del “titolo unico” di “produttore del preservativo più sottile al mondo”, 0,036 millimetri certificati dal Guinness dei primati a dicembre 2013. Il contenzioso, il cui esito si è guadagnato la prima pagina del China Daily, era stato intentato dalla Guangzhou Daming United Rubber Products contro il brand Okamoto di Tokyo per l’accusa di aver commercializzato impropriamente i prodotti esaltando la qualifica di “più sottile al mondo” su confezioni ritrovate sui mercati a maggio 2014, mesi dopo aver perso il Guinness conquistato nel 2012 (0,038 millimetri). L’indennizzo richiesto era simbolico, appena 1 yuan (circa 10 centesimi di euro), per concorrenza sleale: la corte ha rilevato che Okamoto sapeva del record ormai perduto ordinando lo stop alla vendita e il pagamento della compensazione.

“Puramente simbolica”, si è difeso Victor Chan, general manager della società cinese, per evitare accuse di strumentalizzazioni sull’uso della vicenda “a titolo pubblicitario” (cosa di cui si è detta invece certa la compagnia nipponica che ha definito come “primitiva” l’azione legale), per reclamizzare l’ultrasottile “Aoni”, poco conosciuto in patria rispetto – ha ammesso lo stesso manager – alla popolarità di quelli giapponesi.

Tag

Partecipa alla discussione