Greggio, il prezzo continuerà a scendere fino a $25 al barile

Rispetto al giugno del 2014, i futures del greggio hanno registrato un crollo di quasi -60%. I prezzi sono colati a picco e non c’è ragione di credere …

Rispetto al giugno del 2014, i futures del greggio hanno registrato un crollo di quasi -60%. I prezzi sono colati a picco e non c’è ragione di credere che la discesa si sia fermata.

Di recente, i traders del greggio sono alle prese con una importante domanda: il prezzo della materia prima ha già raggiunto il fondo o i futures crolleranno ad un nuovo minimo nel 2016? Venerdì scorso, i futures del greggio USA hanno chiuso la settimana a 40,70 dollari al barile, mentre il Brent si è attestato a 44,50 dollari. Solo 18 mesi fa, nel giugno del 2014, un barile di greggio era valutato più di 100 dollari.

Finora, quest’anno, il prezzo del greggio USA ed il prezzo del Brent sono crollati di quasi il 18%. Rispetto al giugno del 2014, i futures del greggio hanno registrato un crollo di quasi il 60%. I prezzi sono colati a picco e non c’è ragione di credere che la discesa si sia fermata.

Crude Oil

A causa di 5 fattori ribassisti presenti sul mercato, ritengo che il prezzo del greggio continuerà a scendere il prossimo anno fino ad attestarsi in un range compreso tra i 25 ed i 35 dollari al barile.

1. La produzione di greggio globale supera di gran lunga la domanda per via dell’impennata della produzione del petrolio di scisto negli Stati Uniti e della decisione dello scorso anno da parte dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio (OPEC) di non tagliare la quota di produzione (vedi il grafico). Secondo le ultime stime, l’OPEC ha prodotto circa 31,64 milioni di barili al giorno ad ottobre, quasi il massimo storico, poiché i principali produttori, tra cui l’Arabia Saudita, stanno cercando di difendere la loro partecipazione sul mercato mantenendo la produzione alta.

Produzione Opec 2010-2015

Produzione Opec 2010-2015

2. Le scorte dell’OPEC dovrebbero aumentare ancora dal momento che l’Iran ricomincerà a produrre una volta cancellate le sanzioni internazionali all’inizio del prossimo anno, in seguito all’accordo sul nucleare raggiunto a luglio con le principali potenze occidentali. Tehran prevede di raddoppiare le esportazioni di greggio a 2,3 milioni di barili al giorno entro la metà del 2016, contribuendo all’eccesso di scorte che sta già facendo crollare i prezzi.

3. Anche i timori per l’eccesso di scorte nazionali statunitensi, nonostante la riduzione del numero degli impianti di estrazione, costituiscono una minaccia ribassista per i prezzi nell’anno alle porte.

Secondo il gruppo di ricerche di settore Baker Hughes Incorporated (N:BHI), il numero degli impianti di estrazione negli Stati Uniti è sceso nelle ultime sei settimane a 574 unità, il decimo calo settimanale consecutivo ed il minimo dal giugno 2010 (vedi grafico). Nelle undici settimane precedenti, gli impianti si sono ridotti di 101 unità. Ironicamente, il calo del numero degli impianti di produzione negli Stati Uniti è in genere un segnale rialzista per il greggio, dal momento che fa prevedere un calo della produzione futura.

Baker Hughes n° impianti estrazione 2010-2015

Baker Hughes n° impianti estrazione 2010-2015

 

Tuttavia, la produzione di greggio statunitense relativa allo scorso anno si aggira intorno ai 9,0 milioni di barili al giorno, vicino al massimo dall’inizio degli anni Settanta. Allo stesso tempo, il totale delle scorte di greggio USA è vicino ad un livello che non si registrava da almeno 80 anni in questo periodo dell’anno.

scorte settimanali crude oil EIA confronto a dati storici

scorte settimanali crude oil EIA confronto a dati storici

 

4. Contribuiscono ad alimentare un sentimento ribassista i timori per l’indebolimento dell’economia globale, timori che fanno presagire che l’eccesso di scorte possa durare più a lungo del previsto.

Pesa soprattutto il clima di apprensione legato al rallentamento dell’economia cinese ed al suo impatto sulla domanda di greggio. Si prevede che la nazione asiatica chiuderà il 2015 con il tasso di crescita annua più basso dall’inizio della crisi finanziaria globale.

Il PIL del terzo trimestre cinese è risultato pari al 6,9%, poco meno dell’obiettivo del 7% fissato dal governo. I dati sulla produzione industriale, resi noti mercoledì, hanno deluso le aspettative ed hanno rivelato un calo; gli investimenti fixed asset sono rimasti invariati. Come ha spiegato l’analista Cam Hui, il tradizionale motore della crescita cinese – costituito dalle esportazioni industriali e dalla spesa per le infrastrutture – “sta decelerando da vari punti di vista”.

La richiesta di greggio dalla Cina è scesa a 226.500 barili al giorno a settembre, il minimo degli ultimi 8 mesi. La nazione asiatica è il secondo consumatore mondiale di greggio dopo gli Stati Uniti ed è stata il motore del rafforzamento della domanda.

Domanda petrolifera cinese 2006-2015

Domanda petrolifera cinese 2006-2015

 

5. Il prezzo del greggio dovrà anche affrontare le conseguenze di un dollaro più forte quando la Federal Reserve inizierà ad alzare i tassi di interesse e ad inasprire la politica monetaria. Il cambiamento della politica monetaria, che secondo molti avverrà a dicembre, incoraggerà il dollaro e renderà i contratti dei futures del greggio valutati in dollari più costosi per i titolari di altre valute.

Tutti questi fattori indicano che un equilibrio tra le scorte e la domanda è lontano e che i prezzi resteranno bassi ancora a lungo.

Anche le analisi tecniche supportano questa teoria. Dopo essere scesi al di sotto di un andamento risalente al 1999, i segnali ribassisti mostrano che non ci sarà un supporto definito fino a quando i prezzi non raggiungeranno un livello compreso tra i 25 ed i 30 dollari.

Grafico crude oil mensile 1996-2015

Grafico crude oil mensile 1996-2015

 

Basandomi sui numerosi segnali fondamentali e tecnici che si evincono dal più ampio spettro economico, ritengo che i prezzi del greggio continueranno la loro discesa fino a raggiungere i 25 dollari al barile nel 2016.

di Jesse Cohen

segnalato da ronin/mario

Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato da Investing.com

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