Grecia: bond sovrani in recupero, dopo promozione Moody’s e Fitch

Il rating di Atene passa a "B" da "CCC", con outlook positivo, dopo il ritorno sul mercato obbligazionario. Bancarotta alle spalle?

I rendimenti dei titoli obbligazionari emessi dal governo greco sono in calo lunedì dopo che Fitch è diventata la seconda agenzia di rating ad aver aggiornato il voto a “Single B”, il che segna una pietra miliare per il paese Ue finito in bancarotta anni fa.

L’agenzia ha aggiornato i rating di default dell’emittente a lungo termine in valuta estera della Grecia a ‘B’ da ‘CCC’ venerdì sera tardi, citando il calo del rischio politico e la crescita economica sostenuta.

I rendimenti obbligazionari del governo greco a 2 anni sono calati al 3,25%, il livello più basso dal 2009. Il rendimento dei titoli governativi della Grecia a 10 anni sono calati di 5 punti base al 5,58%.

Dopo il bastone, sembra dunque essere arrivato il momento della carota per l’economia ellenica. Infatti a seguito del ritorno sul mercato dei bond e della chiusura da parte di Bruxelles della procedura di deficit eccessivo arriva la promozione anche da parte di Fitch, sulla scia della decisione di Moody’s di giugno. Il rating della Grecia passa infatti a “B” da “CCC”, con outlook positivo.

A migliorare la sostenibilità del debito ellenico, secondo il report, saranno il rispetto dei termini del Meccanismo europeo di stabilità (Esm), la riduzione del “rischio politico”, la sostenuta crescita del Pil e le misure fiscali addizionali che entreranno in vigore entro il 2020. In aggiunta, la valutazione riflette il completamento della seconda revisione del programma di aiuti lanciato dai partner Ue per 8,5 miliardi di euro, assieme alle attese che la terza revisione dell’Esm “sarà conclusa senza creare instabilità e che l’Eurogruppo concederà una notevole ristrutturazione del debito alla Grecia nel 2018”.

Lo stato delle finanze pubbliche viene visto in progresso, così come la fiducia nel settore bancario che però rimane ancora “fragile”. Viene inoltre caldeggiata l’idea dei ministri delle finanze dell’Eurozona di legare la ristrutturazione del debito all’andamento effettivo della crescita, piuttosto che a rigidi paletti fiscali.

L’agenzia di rating americana stima che se il Pil nominale si manterrà al 3,4% nel periodo 2017-19, il debito si restringerà al 169,5% del Pil nel 2019, mentre l’avanzo primario sarà pari al 2,8% del Pil.

Per l’anno in corso il prodotto reale viene visto in salita dell’1,6% e per il 2018 del 2,1%.  Brinda il listino ateniese all’apertura delle contrattazioni settimanali, mostrando un +0,8% che spicca in un contesto europeo sostanzialmente invariato o di poco inferiore alla parità.

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