Facebook “pigliatutto”, nuovo record: utili a 3,9 miliardi di dollari

Nel secondo trimestre il social network batte le previsioni e registra un aumento del 71%, ricavi a 9,32 miliardi (+45% annuo).

Ogni volta che qualcuno sente l’irrefrenabile pulsione di scrivere sul proprio profilo ciò che pensa, c’è qualcuno che incassa centinaia di dollari. Rabbia, gioia o indignazione che sia, i sentimenti portano pubblicità, la pubblicità porta introiti e Mark Zuckerberg incassa.

Tutto questo ha fatto sì che Facebook chiudesse un altro trimestre con numeri nettamente superiori alle stime degli analisti, grazie al traino delle inserzioni. L’ultimo bilancio del social network ha battuto le previsioni su ogni fronte.

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Nei tre mesi chiusi il 30 giugno scorso, l’azienda di Menlo Park ha messo a segno profitti per 3,9 miliardi di dollari, registrando un aumento del 71% rispetto ai 2,29 miliardi dello stesso periodo del 2016. I profitti per azione diluiti sono passati a 1,32 dollari da 0,78 dollari dell’anno precedente, oltre le stime degli analisti, che si erano “fermate” a 1,13 dollari per azione.

Nel periodo, i ricavi sono cresciuti del 45% (annuo) a 9,32 miliardi di dollari contro le attese del mercato, che erano di 9,20 miliardi di dollari. Il colosso californiano ha comunque promesso che di “investire aggressivamente”, come dimostra il numero dei dipendenti, arrivato a toccare quota 20.658, con un incremento annuo del 43%.

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Sono stati gli introiti da pubblicità, cresciuti del 47% a 9,164 miliardi, a sostenere il fatturato. Del totale di categoria, quelli generati da dispositivi mobili hanno rappresentato l’87% circa del totale, in aumento dall’84% del periodo aprile-giugno del 2016. Gli utenti attivi ogni giorno sul social network sono stati in media 1,32 miliardi (+17% su base annua). Gli utenti attivi mensilmente hanno raggiunto quota 2,01 miliardi (+17%), oltre 1,98 miliardi attesi dagli analisti. Nel trimestre precedente erano 1,936 miliardi.

Durante la call a commento dei conti, Zuckerberg ha detto di “volersi muovere un po’ più velocemente” nella monetizzazione di Messenger e WhatsApp (usata da 1 miliardo di persone ogni giorno). Il ceo stesso ha spiegato che “il driver nei prossimi 2-3 anni saranno i video, non Messenger”. Il direttore finanziario David Wehner, poi, ha ribadito che il tasso di crescita degli introiti da pubblicità è atteso in calo nella seconda parte dell’anno, così come i cosiddetti “ad load”, cioè le inserzioni presenti sulla piattaforma: “La monetizzazione di Messenger non è sufficiente per controbilanciare” quel ribasso, ha detto, precisando però che i prezzi medi delle inserzioni sono cresciuti del 24% annuo.

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Su queste parole il titolo nel dopo mercato ha accelerato ulteriormente, arrivando a salire del 4%. In attesa dei conti, arrivati a mercati chiusi, il titolo Facebook aveva terminato la seduta in rialzo dello 0,2% a 165,61 dollari. Nel dopo mercato aveva inizialmente ceduto oltre il 3% per poi virare in positivo. Da inizio anno ha guadagnato il 44%, e solo negli ultimi 12 mesi il 36,6%. La capitalizzazione, invece, è pari a 480 miliardi di dollari.

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