Euro a 1,058. Bce avverte su gravi ‘rischi esterni’. A ruba bond a tassi negativi

Attenzione alla fine dell’anno: i tre fattori ad alto rischio sui mercati finanziari. Massima allerta su Forex e borse. La moneta Ue scende ai minimi da sette mesi …

Attenzione alla fine dell’anno: i tre fattori ad alto rischio sui mercati finanziari. Massima allerta su Forex e borse.

La moneta Ue scende ai minimi da sette mesi contro il dollaro dopo che la Bce ha avvertito su un aumento dei rischi esterni alla stabilità finanziaria dell’Eurozona. L’euro viene scambiato sul Forex a 1,058 dollari. Sono in aumento i rischi per la stabilità finanziaria dell’Eurozona provenienti dall’esterno. Così la Bce nel suo Rapporto sulla stabilità finanziaria, sottolineando che ci potrebbe essere “una brusca impennata dei premi di rischi a livello globale, accentuata dalla bassa liquidità del mercato secondario”. Per la Bce altri rischi derivano “dalla bassa redditività delle banche, da un alto stock di sofferenze” e da “debiti pubblici e privati ancora molto alti in diversi Paesi” euro.

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I funzionari delle banche centrali della zona euro stanno valutando diverse opzioni, come imporre maggiori oneri su depositi o acquistare più debito, in vista della prossima riunione della Bce. Lo riferiscono alcuni funzionari, che hanno chiesto di restare anonimi. A otto giorni dalla riunione che deciderà il nuovo corso delle politiche Bce, sono sul tavolo numerose alternative, dall’estensione di acquisto alle obbligazioni emesse da regioni e municipalità ad un tasso di deposito a due livelli. I funzionari hanno precisato che si è discusso anche di un eventuale riacquisto di crediti ‘impacchettati’ potenzialmente inesigibili, anche se un passo radicale in questo senso è altamente improbabile per il momento. La Bce non ha fatto commenti in merito.

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“Stanno ancora tentando di capire cosa ci sarà nel pacchetto. Molte persone hanno visioni differenti”, ha detto un funzionario a conoscenza dei colloqui. “Alcuni dicono che si dovrebbero sorprendere i mercati. Ma non puoi sorprenderli indefinitamente. Presto o tardi, è probabile che tu li deluda”. Anche dopo molte settimane di discussione su quali misure siano necessarie per far salire l’inflazione, le divisioni rendono difficile arrivare ad un pacchetto per aumentare il quantitative easing e i tassi di interesse. Non riuscire a farlo rischia di deludere gli investitori, che si aspettano che la Bce sostenga il programma di quantitative easing nel meeting del prossimo 3 dicembre, in una mossa che è stata significativamente soprannominata ‘QE2’. (Reuters)

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Btp in rialzo nella mattinata caratterizzata da una vera e propria corsa ai Ctz in asta, nonostante il rendimento negativo. Gli operatori comprano in vista del meeting Bce del 3 dicembre, da cui sono attese nuove mosse espansive che andranno a deprimere ulteriormente i rendimenti di mercato. Il Ctz è stato collocato per l’importo massimo di 1,5 miliardi con un bid-to-cover fuori dall’ordinario a 5,25. Il rendimento è sceso ancora più in negativo rispetto al precedente collocamento, al nuovo minimo storico di -0,095%.

Nell’asta Ctz altissima la domanda a 7,88 miliardi. “Le tesorerie di tutte le banche, non solo italiane, ne stanno facendo incetta in vista di un meeting Bce che sarà pesante in termini di nuove misure” commenta un trader da Milano. “Nel brevissimo il Ctz è ormai l’unico titolo che offre un rendimento ancora non così negativo”. Il Tesoro ha inoltre collocato 1 miliardo, importo massimo, di Btpei 2023 e 2032. A fine mattinata il Ctz scambia al rendimento di -0,014; il Bot a 6 mesi in asta domani (per 5,5 miliardi) viaggia sul ‘grey’ di Mts a -0,09%.

Secondo quanto riferito a Reuters, la Bce discute la possibilità di acquistare crediti potenzialmente inesigibili e di imporre oneri progressivi sui depositi in banca centrale o altre opzioni tra cui quella di un più ampio acquisto di asset. Lo spread tra Btp e Bund decennali si riporta sotto quota 100 pb. “In vista della Bce si compra tutto il comprabile, anche Spagna e Portogallo che erano rimaste indietro per i loro problemi politici hanno recuperato molto” osserva il trader. “L’extra lungo invece guarda molto più alla Fed: se ci sarà il rialzo dei tassi, i rendimenti torneranno a salire un po’”. Stamane la Germania ha collocato poco più di 2 miliardi di Bund decennali, in un’asta tecnicamente scoperta. Il Portogallo ha assegnato 995 milioni del proprio decennale, al rendimento del 2,429%. (Reuters)

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Pausa invernale per il programma d’acquisto di titoli di Stato della Bce: la Banca centrale europea – scondo quanto scrive La Repubblica – sospenderà il Quantitative easing in dicembre, in particolare dal 22 dicembre al primo gennaio 2016. Di fatto, gli acquisti ripartiranno con lunedì 4 gennaio 2016, al termine delle festività natalizie. La decisione mira ad evitare possibili distorsioni di mercato dovute a condizioni di mercato prevedibilmente poco liquide. La Bce intende compensare questa temporanea interruzione degli acquisti, accelerando su quelli previsti tra il 27 novembre e il 21 dicembre, sfruttando anche le migliori condizioni di mercato prevalenti in questo periodo. La Bce aveva preso una decisione simile anche per l’estate di quest’anno, anticipando una parte degli acquisti alla tarda primavera-inizio estate in anticipazione di condizioni di mercato piatte durante il tradizionale periodo di ferie estive.

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Attenzione alla fine dell’anno: i tre fattori ad alto rischio sui mercati finanziari

Analisi di David Rodriguez, Quantitative Strategist, FXCM

La fine dell’anno solare è tipicamente caratterizzata da forti riduzione della liquidità, ma quest’anno ciò potrebbe rivelarsi perfino più accentuato. La concomitanza di tre fattori critici mettono in guardia circa rischi molto elevati sui mercati.

New York, 25 novembre 2015 – La fine dell’anno solare è tipicamente caratterizzata da forti riduzione della liquidità così come è ridotto il numero di trader attivi nei principali centri finanziari globali. Inoltre, molti attori istituzionali non operano e riportano le loro posizioni in modo da farle coincidere con la fine dell’anno fiscale. Questo fenomeno di liquidity crunch avviene in particolare negli ultimi giorni di novembre e soprattutto di dicembre. Da qui, il rischio di rollover elevati sul dollaro americano, yen ed euro in particolare.

Nello specifico ci sono tre fattori che potrebbero acuire questo fenomeno ciclico di riduzione della liquidità:

  1. L’ampia liquidità del mercato è molto diminuita. Non solo sul fronte obbligazionario. Il problema è evidentemente esteso
  2. Fenomeno di effetto domino sul mercato valutario che inizia a intravedersi
  3. Eventi critici forieri di possibili incrementi di volatilità nel mese di dicembre, che possono dunque amplificare i rischi per gli investitori di breve periodo.
  1. La liquidità si è ridotta drasticamente nei mercati finanziari globali

Se si effettua una ricerca di liquidity crunch su Google è facilmente riscontrabile la presenza dei più disparati report dalle più varie fonti. Uno di questi, redatto dalla Fed di New York, mostra il deterioramento del mercato dei titoli di stato americani, considerati uno degli asset più sicuri al mondo. Un altro illustra come la PBOC (banca centrale cinese) abbia inondato di liquidità il circuito finanziario domestico in virtù di potenziali “strette” per fine anno. Non vi è naturalmente correlazione tra questi due esempi, ma l’implicazione comune è piuttosto chiara: la liquidità è sempre più ridotta per un largo ventaglio di istituzioni finanziarie e mercati. La maggior parte dei trader sul mercato valutario sono rimasti relativamente protetti dalla riduzione di volatilità, in particolare per le famose valute del G7, anche se gli effetti iniziano a prodursi anche per le valute più scambiate a livello mondiale.

  1. Il rischio di liquidità si è esteso anche alle maggiori valute e al Forex nel suo complesso

Un repentino allargamento dello spread Bid/Ask del cambio Eurodollaro dello scorso 12 Novembre 2015 può essere interpretato come un segnale del fatto che il rischio di liquidità riguarda da vicino anche il mercato valutario. La liquidità disponibile si è notevolmente ridotta lo scorso anno. Tra le 8.15 e le 8.30 del mattino (ora di New York) del 12 Novembre quando lo spread Bid/Ask sull’Eurodollaro è aumentato fino a 10 pips nel circuito interbancario, non vi era stata nessuna news inaspettata che giustificasse infatti un’improvvisa caduta della liquidità su questo cross. È doveroso sottolineare come sia il cambio più negoziato al mondo. Esso rappresenta all’incirca un quarto dell’intero volume del mercato valutario, e lo spread medio all’interno della piattaforma interbancaria è di 1,1 pips. Appare perciò piuttosto inspiegabile ritenere che le condizioni di mercato si siano rapidamente deteriorate a tal punto da condurre a un incremento dello spread così notevole.

Il punto è chiaro: se il cambio valutario più negoziato al mondo accusa simili gap di liquidità, è lecito attendersi che quelli meno liquidi (es. le valute cosiddette emergenti) potrebbero essere minate in misura più che proporzionale da tali condizioni di mercato.

Tutto ciò rendere la fine dell’anno particolarmente soggetta a rischi ulteriori.

  1. Il mese di dicembre sarà caratterizzato dal meeting della Fed, con rischio di altissima volatilità

Il rischio di liquidità della fine dell’anno è già di per sé significativo, ma è acuito indubbiamente da un calendario economico piuttosto ricco di eventi che può amplificarne notevolmente gli effetti. La combinazione del meeting della Banca Centrale Europea e della testimonianza del Governatore Fed Janet Yellen al Congresso degli Stati Uniti, oltre che la pubblicazione dei Non Farm Payrolls tra il 3 e il 4 dicembre concentrano l’alto rischi di volatilità all’interno di un periodo estremamente ristretto.

Tipicamente gli investitori pagano un premio per la volatilità nelle ultime settimane dell’anno, ma l’aumento, questa volta, potrebbe risultare considerevole. I rischi di liquidità e di volatilità potrebbero creare la potenziale tempesta perfetta. Date le condizioni illustrate, la cautela per gli investitori di breve periodo è d’obbligo. Mercati illiquidi possono minare la profittabilità delle operazioni. Se inoltre la mancanza di liquidità nell’interbancario dovesse palesarsi durante violenti movimenti di mercato, l’esecuzione potrebbe risultare grandemente compromessa. La scarsità di liquidità potrebbe inoltre ripercuotersi in maniera importante nel circuito dei prestiti interbancari, e ciò potrebbe tradursi in elevati costi di rollover nel Forex.

 

 

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