Economia Eurozona: la crescita accelera, ma l’Italia resta inchiodata

“L’incertezza politica e il lento adeguamento nel settore bancario – scrive Bruxelles – rappresentano rischi negativi per le prospettive di crescita”.  Migliora la crescita nell’Eurozona e in tutta …

“L’incertezza politica e il lento adeguamento nel settore bancario – scrive Bruxelles – rappresentano rischi negativi per le prospettive di crescita”. 

Migliora la crescita nell’Eurozona e in tutta l’Unione Europea. Ma non in Italia, che resta fanalino di coda e nemmeno quest’anno riuscirà a raggiungere la soglia psicologica dell’1%. Queste le previsioni economiche della Commissione europea, che rispetto a febbraio ha rivisto al rialzo il tasso di crescita della zona Euro (1,7% contro l’1,6% indicato nelle previsioni invernali) e dell’Ue (1,9% contro l’1,8%). Per l’Italia il dato resta invece fermo allo 0,9%, che è superiore allo 0,8% stimato dal Fondo monetario, ma inferiore all’1,1% inserito dal governo nel Def. “L’incertezza politica e il lento adeguamento nel settore bancario – scrive Bruxelles – rappresentano rischi negativi per le prospettive di crescita”.

OPINIONI Purtroppo l’Italia è un paziente stabile (Marco Zatterin)

L’effetto della manovra

Vengono giudicate “credibili” le misure contenute nella manovrina, pari allo 0,2% del Pil, considerate in grado di contenere la crescita del deficit strutturale, anche se – per effetto di altri fattori – il valore assoluto resta inchiodato al 2% del Pil per il 2017. Prevista una riduzione del deficit nominale rispetto al 2016 (da 2,4% a 2,2%), mentre il debito pubblico è dato in leggero miglioramento (133,1% quest’anno, 132,5% nel 2018), anche se in aumento rispetto allo scorso anno. È prevista una riduzione nel 2018 (132,5%), ma a Bruxelles c’è molto meno ottimismo rispetto a Roma sull’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2020. La disoccupazione resta al di sopra dell’11%.

I dati per il prossimo anno

I numeri del 2018, comunque, vengono calcolati “a politiche invariate”. Il che vuol dire che non tengono conto delle misure che l’Italia dovrà prendere per ridurre il proprio disavanzo strutturale e dunque il debito pubblico. Il governo ha stimato una discesa del deficit strutturale pari allo 0,8% e la prossima settimana la Commissione chiederà uno “sforzo” pari almeno allo 0,6%, ma è ancora presto per fare previsioni: la trattativa terrà banco da qui fino all’autunno, quando l’Italia costruirà la manovra per il 2018.

Sale l’inflazione

A livello della zona euro, l’inflazione passa dallo 0,2% del 2016 all’1,6% nel 2017, “principalmente a causa dell’impennata nel prezzo del petrolio”. Ma per il prossimo anno dovrebbe scendere a 1,3%. Scende la disoccupazione, anche se “resta alta in numerosi Paesi” (l’Italia è uno di questi): nella zona euro il tasso dovrebbe scendere al 9,4% nel 2017 e all’8,9% nel 2018, al suo livello più basso dall’inizio del 2009. A livello Ue la tendenza è simile: 8% quest’anno e 7,7% il prossimo.

I rischi per Trump e Brexit

Secondo Bruxelles, i rischi legati alle incertezze globali sono “più equilibrati” rispetto all’inverno, ma si stanno riducendo. Restano “rischi esterni” come ad esempio “l’evoluzione che potrebbe esserci nella politica americana” sulla sua “politica economica e commerciale” e “le tensioni geopolitiche in senso largo”. Tra gli altri fattori di rischio ci sono anche “il programma di aggiustamento economico della Cina”, “la salute del settore bancario in Europa” e “i negoziati per la Brexit”.

“Situazioni diverse”

Valdis Dombrovskis, vicepresidente con delega all’Euro, ha sottolineato che “le previsioni economiche mostrano l’aumento della crescita nell’Unione e la continua riduzione della disoccupazione. Ma la situazione è molto diversa da uno Stato all’altro: le performances migliori sono state registrate nelle economie che hanno messo in atto delle riforme strutturali più ambiziose. Per ristabilire l’equilibrio, delle riforme devono essere intraprese con determinazione ovunque in Europa”. Il suo collega Pierre Moscovici, commissario agli Affari Economici, ha aggiunto che “l’Europa è entrata nel suo quinto anno consecutivo di crescita, sostenuta dalle politiche monetarie favorevoli al rilancio, da una solida fiducia delle imprese e dei consumatori e dalla progressione del commercio mondiale”. Moscovici dà uno sguardo alla situazione globale che si è creata e sottolinea che “la buona notizia è anche che il livello elevato di incertezza, caratteristica di questi 12 mesi, potrebbe essersi smorzato”.

Fonte: La Stampa

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