Bce, Draghi a Malta. Il QE non funziona. Bund al minimo storico: -0,32%

Con i tassi già negativi, la Banca Centrale Europea rinvia a dicembre nuove misure straordinarie. Saliranno borsa, immobili e mercati obbligazionari europei. Euro in calo. La riunione di politica …

Con i tassi già negativi, la Banca Centrale Europea rinvia a dicembre nuove misure straordinarie. Saliranno borsa, immobili e mercati obbligazionari europei. Euro in calo.

La riunione di politica monetaria del Consiglio Direttivo della BCE di oggi a Malta  non dovrebbe portare particolari sorprese. Maggiore impatto per qualche sensibile variazione di politica è piuttosto da attendersi durante il mese di Dicembre, data la palpabile tensione per un Dollaro che non si adegui tempestivamente al rafforzamento dell’Euro, con le conseguenze subite dalla BCE per il protratto ritardo della Federal Reserve nel prendere una decisione definitiva sul rialzo dei tassi di interesse.

Oggetto principale dell’attenzione rimane la preoccupazione riguardo il livello di inflazione. Il dato HICP (inflazione armonizzata) rilasciato la scorsa settimana per il mese di Settembre a -0,1% (nonostante un +0,2% per l’Italia), pur raggiungendo lo 0,9% con l’esclusione di energia e alimentari, ha confermato ancora lontana la possibilità per l’Eurozona di un avvicinamento sostenibile al target del 2%, registrando un calo dell’EURUSD sulla giornata del 15 Ottobre di 74 bps. È probabile che la BCE cerchi di stimolarne un minimo livello di crescita, con tempistiche che dipendono strettamente dall’andamento dell’EURUSD, che negli ultimi due mesi ha scambiato stabilmente sopra l’1,11, pericolosamente vicino all’1,15 della seconda metà di Agosto.

La precedente riunione di Settembre ha confermato non solo la volontà ma anche la capacità di ampliare il programma di Quantitative Easing: oggi dovrebbe quindi arrivare qualche chiarimento riguardo alle modalità ma soprattutto alle tempistiche di queste rettifiche, che possono spaziare da un allungamento della scadenza oltre il termine di Settembre 2016 ad un’estensione degli acquisti (aumentando i volumi mensili a 80 miliardi piuttosto che in termini di tipologia di asset class).

Ma se ormai è consolidata la fiducia nelle intenzioni di Draghi a utilizzare ogni strumento possibile per frenare un rafforzamento dell’Euro, ci si può domandare da una parte se gli strumenti a disposizione siano davvero sufficienti, e dall’altra se l’ampliamento del QE sia effettivamente la strada più efficace per risollevare l’inflazione difendendo il cambio.

Il provvedimento più critico rimane un ulteriore abbassamento dei tassi sui depositi, già negativi, al di sotto dei -20bps: nonostante il consistente impatto sulle banche dell’Eurozona, che si trovano a doversi disfare della liquidità in eccesso anche a costo di impiegarla con modalità subottimali, si è però mostrato strumento efficace nel breve termine ad indebolire l’Euro. La pressione causata dai continui rimandi della Federal Reserve, che difficilmente ufficializzerà un rialzo di 20/25 bps in queste settimane, combinata ai dati pubblicati martedì sul credito bancario (che confermano un generale miglioramento delle condizioni di prestito alle aziende rispetto alle aspettative) fa discutere sull’opportunità di un’altra modifica al ribasso dei tassi sui depositi.

In definitiva quello che possiamo aspettarci da oggi è la conferma del mantenimento della linea di forte easing da parte della BCE, con maggiori chiarimenti riguardo provvedimenti che vedremo ufficializzarsi a fine anno, non tanto durante la riunione del 3 Dicembre quanto due settimane dopo, quando la BCE avrà avuto la possibilità di osservare la reazione del Dollaro agli esiti della riunione del FOMC del 16 Dicembre.

a cura dell’Ufficio Studi di Saxo Bank Italia

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QE IN EUROPA: C’E’ TUTTO LO SPAZIO PER FARE DI PIU’

Commento di Anthony Doyle, Investment Director del team Retail Fixed Interest di M&G Investments

“Oggi abbiamo visto un presidente della BCE molto cauto. Impegnandosi a ‘riesaminare’ il programma di quantitative easing della BCE a dicembre, Mario Draghi ha dato un chiaro segnale che il QE sarà con ogni probabilità esteso e aumentato. La notizia ha spinto la performance dei titoli di Stato e il Bund Tedesco a due anni ha toccato il minimo storico del -0,32%, così come l’euro è scivolato di un centesimo e mezzo rispetto al dollaro USA.

È chiaro che la BCE continua ad essere preoccupata per il ritmo della ripresa economica in Europa e per ciò che questo comporta rispetto al mantenere un livello di inflazione al di sotto, ma vicino al proprio target del 2%. Anche il rallentamento della crescita a livello globale ha pesato sul Consiglio della BCE di oggi, e in particolare le incertezze per la crescita dei mercati emergenti.

Dall’inizio del programma di quantitative easing, la BCE ha acquistato €478 miliardi di obbligazioni (€13 miliardi di ABS, €122 miliardi di covered bond, €343 miliardi tra titoli di Stato dei singoli Paesi e non) per circa il 3% del PIL. Facendo una comparazione, il programma di QE della Bank of England – per un ammontare di 375 miliardi di sterline – si avvicina invece al 20% del PIL. Con questa misura, è chiaro che al prossimo meeting la BCE dovrebbe e agirà per aumentare il programma di acquisto degli asset, poiché c’è tutto lo spazio per fare di più. Qualsiasi decisione che porterà a rimpolpare il QE sarà probabilmente positiva per i prezzi degli asset e, in particolare, per i mercati obbligazionari europei e porterebbe a un ulteriore indebolimento dell’euro”.

 

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1 commento

  1.   

    Mario Draghi si è accorto che la campanella del cane di pavlov non ha funzionato!