Banche, ‘stress test’: 4 italiane su 5 OK. Bocciata solo MPS, che aumenta capitale di 5 mld e vende tutti i crediti tossici

Negli stress test “con una sola eccezione, tutte le banche mostrano livelli del capitale CET1 ben al di sopra della soglia del 5,5% usata nel 2014 nello scenario …

Negli stress test “con una sola eccezione, tutte le banche mostrano livelli del capitale CET1 ben al di sopra della soglia del 5,5% usata nel 2014 nello scenario ipotetico avverso”. Lo rileva la Banca centrale europea dopo i risultati pubblicati dall’Eba, aggiungendo che i risultati mostrano un sistema bancario europeo “più in grado di assorbire gli shock economici rispetto ai test del 2014”.

Nonostante la severità dell’esercizio e le forti tensioni degli ultimi anni, quattro delle cinque principali banche italiane comprese nel campione EBA mostrano una buona tenuta. Per queste banche (UniCredit, Intesa Sanpaolo, Banco Popolare e UBI Banca) l’impatto ponderato sul capitale (CET1) derivante dallo scenario avverso è pari a 3,2 punti percentuali a fronte del 3,8 per cento della media del campione EBA. Comprendendo anche il Monte dei Paschi, l’impatto sarebbe, in termini ponderati, di 4,1 punti percentuali. E’ uno dei passaggi del commento della Banca d’Italia.

Nello scenario avverso degli stress test il Cet1 Fully loaded di Unicredit, principale indicatore di solidità patrimoniale, scenderebbe nel 2018 al 7,1% dal 10,38% del 2015. Nello scenario base salirebbe all’11,47%. E’ quanto emerge dagli stress test dell’Eba.

Intesa Sanpaolo ha concluso gli stress Test dell’Eba con un Cet1 al 12,8% nello scenario base ed al 10,2% nello scenario avverso. Rispetto al 13% di partenza del 31 dicembre 2015 – si legge in una nota della Banca – il coefficiente include una riduzione di 50 centesimi di punto in entrambi gli scenari per il passaggio dai criteri di calcolo in vigore per il 2015 a quelli per il 2018.

Il Monte dei Paschi di Siena, che supera il test nello scenario di base, mostra nello scenario avverso un risultato negativo. Lo sottolinea Bankitalia in una nota a commento dell’esito degli stress test dell’Eba. ”Le condizioni del Monte dei Paschi di Siena sono da tempo all’attenzione dell’SSM. Dal novembre del 2013 il gruppo è sottoposto a un piano di ristrutturazione approvato dalla Commissione europea, tuttora in corso, durante il quale sono stati conseguiti risultati notevoli, sul piano della razionalizzazione organizzativa e dell’abbattimento dei costi”, prosegue la nota.

Intanto, via libera all’aumento di capitale da 5 miliardi di Mps. Lo si legge nel piano approvato dalla banca. Il consorzio di garanzia per l’aumento di capitale da 5 miliardi di Mps è stato firmato ed è condizionato al buon esito del deconsolidamento degli Npl e dell’attività di pre-marketing. Lo annuncia la banca, precisando che le banche sono JpMorgan e Mediobanca (Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners) e Santander, Bofa Merrill Lynch, Citigroup, Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs (Co-Global Coordinators e Joint Bookrunners).

Mps chiude il semestre con un utile netto sopra le attese del mercato: 302 milioni. Il risultato beneficia del “provento fiscale di 134 milioni di euro, relativo al trattamento fiscale di talune componenti reddituali connesse all’operazione Alexandria contabilizzato nel secondo trimestre”. (Ansa)

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Nell’ambito della cessione dei crediti in sofferenza, Mps ha previsto una ricapitalizzazione fino a un massimo di 5 miliardi di euro. Il consiglio di amministrazione di Mps ha approvato la cessione dell’intero portafoglio di crediti in sofferenza (27,7 miliardi lordi e 10,2 miliardi netti a fine marzo 2016). Il deconsolidamento dal bilancio dell’intero portafoglio di crediti in sofferenza avverrà attraverso la cessione ad un veicolo di cartolarizzazione ad un prezzo pari a 9,2 miliardi di euro, il 33% del valore lordo, e la successiva assegnazione della junior tranche agli azionisti di Mps. Quaestio Sgr, per conto del fondo Atlante , sottoscriverà le mezzanine notes per un importo pari a circa 1,6 miliardi.

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Mps assicura che l’assemblea chiamata ad approvare la cessione dei crediti deteriorati si riunirà tra ottobre e novembre, con l’obiettivo di completare l’aumento di capitale e il deconsolidamento del portafoglio crediti entro fine 2016.
Per quanto riguarda l’aumento di capitale, J.P. Morgan e Mediobanca con il ruolo di di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners, e Banco Santander, BofA Merrill Lynch, Citigroup, Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sachs International, il ruolo di Co-Global Coordinators e Joint Bookrunners, hanno sottoscritto un accordo di pre-underwriting con l’impegno a sottoscrivere un accordo di garanzia per la sottoscrizione delle azioni di nuova emissione, eventualmente rimaste inoptate al termine dell’asta dei diritti inoptati per un ammontare massimo di 5 miliardi di euro.

L’operazione di cessione di npl e il successivo aumento di capitale da 5 miliardi di euro consente di arrivare a “una soluzione strutturale e definitiva” per l’attuale portafoglio in sofferenza. E’ quanto ha affermato l’a.d. di Mps, Fabrizio Viola, nella conference call con gli analisti. La cessione dei crediti in sofferenza e l’aumento di capitale, si legge nella nota di Mps, permetterà di avere una “banca patrimonialmente solida e con un ridotto profilo di rischio”, il tutto realizzato “attraverso un’operazione di mercato” che riconferma Mps “tra gli istituti leader del sistema bancario italiano”. L’operazione, sottolinea la nota, è avvenuta “nel pieno rispetto delle richieste della Bce in termini di asset quality”.

Mps ha chiuso il primo semestre con un utile di 302 milioni di euro, in calo dell’8,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il dato è superiore alle attese di mercato.

Alla fine del primo semestre 2016 il Cet1 di Mps era pari al 12,1%, mentre al 30 giugno la posizione di liquidita’ operativa presentava un livello di counterbalancing capacity non impegnata pari a quasi 20,9 miliardi di euro, in miglioramento di quasi 2,5 miliardi rispetto ai valori registrati alla fine del primo trimestre.

“Si’ certo è arrivato”. Con queste poche parole il sindaco revisore di Banca Mps, Paolo Salvadori, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se fosse arrivato il via libera dalla Bce sul piano presentato dalla banca. “Abbiamo esaminato tutto, ma c’era un altro piano, quello approvato dalla Bce solido”. Lo ha detto il consigliere di amministrazione, Antonio Turicchi, rispondendo a chi gli chiedeva se il consiglio d’amministrazione avesse preso in esame anche la proposta presentata da Corrado Passera. (AGI)

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