Banca Mondiale: giù le stime sulla crescita globale. Doppio rischio Trump + Brexit

Il rapporto semestrale Global Economic prospects sottolinea come il 2016 sia stato l’anno più debole per l’economia mondiale dopo la grande crisi del 2008-2009. Dopo la corsa per …

Il rapporto semestrale Global Economic prospects sottolinea come il 2016 sia stato l’anno più debole per l’economia mondiale dopo la grande crisi del 2008-2009.

Dopo la corsa per la sorprendente vittoria alle elezioni Usa di Donald Trump, con il suo carico di promesse elettorali, i mercati sono in una fase di stallo con le tensioni latenti che riaffiorano sotto la coltre di ottimismo – per molti eccessivo – portato dal tycoon.

Come nota Bloomberg, l’inquietudine si vede sul mercato valutario con la sterlina che soffre le ipotesi di Brexit dura e lo yuan cinese in preda a forti movimenti nonostante lo sforzo della Banca centrale di tenerlo sotto controllo.

Secondo Yukio Ishizuki, strategist at Daiwa Securities a Tokyo, in questo momento i mercati sono in una fase di “esitazione”. Certo, “la forza dell’economia americana rende naturalmente attraente il dollaro, ma viste le alte aspettative che si sono create sulle politiche di Trump” ora i mercati si trovano in una fase di leggera correzione.

Donald Trump e la Brexit sono gli stessi fattori citati oggi dalla Banca Mondiale per motivare la revisione al ribasso delle stime sulla crescita globale. Nel rapporto semestrale Global Economic prospects, è detto espressamente che le incertezze legate all’azione dell’amministrazione Trump e alle conseguenze della Brexit rischiano di compromettere la ripresa dell’economia globale nel 2017 e nel 2018.

Il rapporto sottolinea come il 2016 sia stato l’anno più debole per la crescita mondiale dopo la grande crisi del 2008-2009 e ammonisce sul fatto che le pressioni protezionistiche continueranno ad aumentare nei prossimi mesi su entrambe le sponde dell’Atlantico, mettendo in pericolo ogni tentativo di ripresa.

In particolare si spiega come il piano fiscale promesso da Trump, caratterizzato da un massiccio taglio delle tasse su persone e imprese, può accelerare la crescita degli Stati Uniti e quindi globale.

Ma questo obiettivo – si aggiunge – può essere offuscato da una politica commerciale troppo aggressiva, col rischio anche di rappresaglie che finirebbero per indebolire ulteriormente l’economia Usa. Vedi i pericoli legati a una eventuale guerra dei dazi con la Cina.

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2 commenti

  1.   

    Non è ancora entrato in carica, ma ha già spostato qualche miliardo di investimenti nell’industria automobilistica dal Messico agli USA semplicemente minacciando dazi con dei tweet. E pensare che il nostro ex primo ministro ha sempre usato Twitter per dire … se solo avesse immaginato le potenzialità vere dei tweet per imporre investimenti e creare posti di lavoro 🙂
    Anche per l’Italia rischiano di essere  dolori, considerando il peso dell’automotive nelle nostre esportazioni.
     
     

  2.   

    Trump e Brexit porteranno crescita nei rispettivi Paesi, ma porteranno un calo degli utili delle multinazionali, e questo ovviamente porterà ad una guerra all’interno dei poteri forti banche comprese. L’alternativa? Continuare nell’impoverimento dei popoli occidentali fino ad una rivoluzione che porterà lacrime e sangue e tanti politici attuali sulle forche. Quando non si vuole capire dove stà il limite allo sfruttamento dei popoli, si arriva sempre alla rivoluzione.