Le temperature salgono: presto alcune zone del pianeta saranno invivibili. Quali le conseguenze?

La Terra ha passato negli ultimi 10 mila anni una fase di stabilità climatica con una concentrazione di anidride carbonica attorno a 280 ppm (parti per milione). Oggi, per cause antropiche, abbiamo stabilmente superato le 400 ppm.

di Extinction Rebellion

Nei mesi estivi l’Italia ha affrontato un’ondata di calore caratterizzata da temperature insopportabili e afa in tutte le città, con gravi conseguenze sulla salute fisica e mentale delle persone nonché sull’economia. Negli ultimi anni si è assistito ad un progressivo aumento di questi fenomeni a causa della crisi eco-climatica e dell’innalzamento delle temperature globali. Se non agiamo subito azzerando le emissioni, la situazione continuerà a peggiorare negli anni fino a rendere invivibili larghe zone del pianeta, tra cui la nostra penisola. Ma come mai la temperatura sulla Terra sta aumentando?

La comunità scientifica concorda che il fenomeno sia da attribuire all’emissione di grandissime quantità di gas serra (anidride carbonica e metano) da parte dell’uomo, dall’inizio dell’era industriale in poi. Questi gas rendono più difficile la dissipazione dell’energia che arriva dal Sole nello spazio. La rapidità e la grandezza del cambiamento stesso hanno portato ad escludere un’origine (almeno totalmente) naturale. La Terra, infatti, ha passato negli ultimi 10 mila anni una fase di stabilità climatica con una concentrazione di anidride carbonica attorno a 280 ppm (parti per milione). Oggi, per cause antropiche, abbiamo stabilmente superato le 400 ppm.

L’aumento medio attuale della temperatura globale è di circa 1,2°, con la previsione di superare 1,5° nei prossimi anni e arrivare a un aumento di 3° o 4° a fine secolo (nella più ottimistica della ipotesi, alcuni modelli mostrano un aumento superiore a 6° nel caso non si agisca subito in maniera decisa). La temperatura però non aumenta dappertutto in maniera omogenea, si parla infatti di aumento medio. Alcune regioni, come la nostra zona del Mediterraneo e i Poli, stanno subendo un aumento maggiore e per questo sono chiamati hotspot climatici.

Quali sono le conseguenze di questo aumento delle temperature? In prima istanza, come anticipato, un aumento delle ondate di calore sia come frequenza che come intensità e durata. Poi un aumento degli eventi climatici estremi come tempeste e alluvioni perché la Terra, riscaldandosi, accumula una maggiore energia. Possiamo poi citare la siccità, dato che la zona dove si trova la nostra penisola si sta progressivamente tropicalizzando. Infine, un aumento del livello dei mari a causa dello scioglimento della calotta polare e dei ghiacciai che porterà alla sommersione delle zone costiere, comprese città e case costruite sul mare tra cui il gioiello artistico e culturale di Venezia. In Italia rimarranno solo i ghiacciai del Monte Bianco e del Monte Rosa. Questo causerà la perdita della propria abitazione e il trasferimento forzato per centinaia di migliaia di italiani.

Nel mondo 1,9 miliardi di persone vivono a valle di ghiacciai e dipendono da questi per l’approvvigionamento dell’acqua per usi civili, per l’agricoltura, per attività industriali e per la produzione di energia. La scomparsa dei ghiacciai e il conseguente innalzamento del livello del mare porteranno a una migrazione di massa forzata che coinvolgerà anche il nostro Paese con l’arrivo di migliaia e migliaia di migranti climatici.

Cosa possiamo fare concretamente per arginare il problema? La prima e fondamentale cosa è azzerare immediatamente (non entro il 2050 o il 2100, ma ora!) le emissioni (da combustibili) fossili. La strada per procedere in tal senso è unanimemente indicata dalla scienza in tre passaggi fondamentali: una riconversione energetica basata su fonti rinnovabili, interventi di efficientamento energetico e frugalità energetica, cioè una importante riduzione dei consumi. Viceversa, il rischio è quello di non garantire un futuro a noi e alle generazioni a venire. La consapevolezza della popolazione su questi temi è cruciale ai fini di pretendere il cambio sistemico necessario a preservare la vita sul Pianeta.

Per questo Extinction Rebellion chiede ai governi di dire ai cittadini la verità sulla crisi climatica ed ecologica, di agire immediatamente per portare a zero le emissioni fossili e di superare l’attuale forma di democrazia rappresentativa, a favore di una democrazia partecipativa attraverso l’istituzione di assemblee di cittadini. Il cambiamento è urgente: per il bene di tutte e tutti noi, per la Terra che ci ospita, per le generazioni future, agiamo ora!

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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