Provocazione: votare non serve più a niente?

Opinione di Luigi Testa - Il sistema funziona lo stesso. Gli appelli reiterati a chi non vota più, invitato a partecipare a un “gioco” truccato, si susseguono, ma con sempre minor vigore. Tanto per i soliti noti è esattamente lo stesso. Il ruolo del grande capitale.

di Luigi Testa

Ormai è una tendenza consolidata, che si estende a ogni tornata elettorale, di qualsivoglia specie: la disaffezione dell’elettorato è giunta al culmine. E se si governa avendo la maggioranza del 37% dei votanti, vuol dire che lo si fa con meno del 20% della rappresentanza dell’intero corpo elettorale. Come è potuto accadere?

Le ragioni sono molte, ma alcune sono evidenti e chiare, più di altre. Intanto, in tutto l’occidente viene selezionata al comando una classe politica scadente, spregiudicata, che anela al potere per interessi di parte, che opera per il presente e per mantenere i propri privilegi. I governi hanno un tempo di riferimento che non va oltre l’anno.

Chiunque arrivi al potere non si distingue dagli altri: tutti fanno le stesse cose, in continuità, senza che cambi mai nulla per il cittadino, ingannando anche il proprio elettorato che spesso e volentieri è tramortito di chiacchiere e promesse varie, a giustificazione di mancate promesse che non sono neppure realizzabili.

Ma c’è addirittura di peggio. Oggi, per il DENARO ufficiale, i potentati economico-finanziari, non hanno più bisogno degli Stati nazionali. Anzi, quei confini sono di impaccio per i loro affari, sempre più globali, e gli strumenti che usano – borse e finanza – nonché gli organismi deputati a eterodirigere le economie ormai unificate del mondo – le Banche centrali, l’FMI e vari altri consessi internazionali, alcuni molto riservati ed esclusivi – impongono le misure e le decisioni solo e soltanto nella direzione di ampliare privilegi e disuguaglianze a loro favore.

Per il DENARO non ufficiale – una quantità enorme, indefinibile e senza controllo – utilizzano  paradisi fiscali dove operano in esclusiva le grandi multinazionali, le centrali del denaro inconfessabile, e perfino commercialisti di provincia che nascondono i soldi dell’arricchito del luogo, sia esso un piccolo industriale che un buon professionista.

Tutto ciò, quel che si vede e viene percepito e quel che agisce sottotraccia, ha prodotto un mondo in cui VOTARE NON SERVE PIU’ A NIENTE!

Chi ne ha conoscenza e coscienza lo sa da tempo, e si comporta di conseguenza. Chi lo ignora, quasi per intuito di specie, lo capisce indirettamente, dalle proprie condizioni economiche e sociali e dalla propria impotenza. Perciò si è creato un sistema politico nel quale vanno a votare SOLO i partigiani più accaniti, i portatori di interessi, i ceti privilegiati e quelli adiacenti, spesso non a favore ma CONTRO l’avversario (il nemico) per mantenere lo status quo, o per le ragioni ideologiche di appartenenza.

Il sistema funziona lo stesso. Gli appelli reiterati a chi non vota più, invitato a partecipare a un “gioco” truccato, si susseguono, ma con sempre minor vigore. Tanto per i soliti noti è esattamente lo stesso. Purtroppo, pur essendo arrivati al limite di tenuta del sistema, non c’è alcuna speranza né alcuna soluzione alle viste, se non un cambio radicale che ormai, dall’avvento delle società dei consumi (droga moderna dell’attuale capitalismo) nessuno propone più.

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