Beata la generazione che non vedrà la guerra

Sono italiano, mi preoccupo unicamente degli interessi della mia Nazione e di quelli del suo Popolo, che sono coincidenti con i miei. Mi pongo con prudente equidistanza dalle parti belligeranti in guerre che non mi appartengono né mi riguardano.

di Claudio Berrino
Sono italiano, mi preoccupo unicamente degli interessi della mia Nazione e di quelli del suo Popolo, che sono coincidenti con i miei. Mi pongo con prudente equidistanza dalle parti belligeranti in guerre che non mi appartengono né mi riguardano. Non comprendo, sicuramente per miei limiti personali, il clima diffuso da tifoseria da stadio rivolto nei confronti di fazioni di Popoli che hanno lingua, origini, tradizioni, etnie, o culture diverse da quelle che hanno segnato la mia appartenenza ed hanno concorso a formare i miei modelli comportamentali.
Tanto premesso, non amo le grossolane analisi mediatiche e politiche che ci vengono gratuitamente somministrate ogni giorno ed a ogni ora. Ancor meno le scelte politiche che ledono palesemente gli interessi e la qualità della vita dei miei connazionali. Le guerre appartengono alla Storia dell’umanità e non vi è stata generazione che non le abbia, direttamente od indirettamente, conosciute.  Costituisce esercizio di pura ipocrisia sostenere di poterle prevenire, ma è doveroso ed etico tentare di fermarle. E ciò può avvenire esclusivamente attraverso l’esercizio di attività diplomatica,  certamente non armando una delle parti belligeranti o finanziandola con denari pubblici sottratti al proprio Popolo ed al suo benessere. Ancor meno svolgendo analisi incomplete che eludono le ragioni storiche della formazione delle conflittualità.
Appare  assolutamente illogico a qualunque persona in buona fede anteporre gli interessi stranieri a quelli della propria nazione e degradante qualificare detta scelta come esercizio di “patriottismo”. Le sia pur meritevoli ragioni di attenzione nei confronti dei diritti violati delle popolazioni straniere devono cedere il passo alla salvaguardia degli interessi nazionali, in termine di welfare, di gestione della sanità pubblica, di amministrazione della giustizia, di ricerca della qualità della vita. Raggiunti questi obiettivi avremo modo di spendere le eventuali energie residue a tutela degli altri, ma non prima di allora. E ciò non per grettezza ma per sano egoismo nazionale, espressione di quella  libertà perduta che risponde al nome di Indipendenza del Popolo italiano.

 

 

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