L’orientamento sessuale? E’ scritto nel Dna

Un gruppo di ricercatori statunitensi sostiene di aver messo a punto un algoritmo in grado di predire l’orientamento sessuale negli uomini con un’accuratezza del 70% basandosi su un …

Un gruppo di ricercatori statunitensi sostiene di aver messo a punto un algoritmo in grado di predire l’orientamento sessuale negli uomini con un’accuratezza del 70% basandosi su un marcatore molecolare. In altre parole, se confermata questa scoperta starebbe ad indicare come l’orientamento sessuale di una persona sia già scritto nel suo DNA.

I risultati sono stati presentati giovedì 8 ottobre al meeting annuale della American Society of Human Genetics, tenutosi a Baltimora, ed è giusto precisare come lo studio sia al momento solamente in forma di abstract (quindi non ancora sottoposto a peer review). Inoltre, le conclusioni del team che ha elaborato l’algoritmo sono state accolte con un certo scetticismo dalla comunità scientifica, con vari esperti che sostengono come i risultati possano essere il prodotto di una semplice associazione più che di un vero e proprio modello predittivo, sottolineando la necessità di maggiori prove.

Per la loro ricerca, gli scienziati hanno preso in esame la metilazione del DNA, un processo che influenza l’espressione dei geni, in 37 coppie di gemelli maschi dei quali uno eterosessuale ed uno omosessuale ed in altre 10 coppie di gemelli nelle quali entrambi i soggetti sono omosessuali. Come spiegato nell’abstract, l’analisi della metilazione in nove regioni del genoma ha permesso di elaborare un algoritmo in grado di identificare l’orientamento sessuale dei soggetti con un’accuratezza del 70%.

“Studi precedenti hanno identificato regioni di cromosomi più vaste coinvolte nell’orientamento sessuale, ma noi siamo stati in grado di definire l’estensione di queste aree al livello di base con il nostro approccio“, spiega Tuck Ngun della David Geffen School of Medicine della University of California, Los Angeles (UCLA), primo autore dello studio.

“L’attrazione sessuale è una parte davvero fondamentale della vita, ma non è qualcosa della quale sappiamo molto a livello genetico e molecolare”, aggiunge Ngun. “Spero che questa ricerca ci aiuti a comprenderci meglio ed a capire perché siamo come siamo. I prossimi passi riguarderanno l’esplorazione di come fattori genetici ed ambientali interagiscano per produrre variazioni negli orientamenti sessuali nel corso della vita”.

Come detto, c’è dello scetticismo intorno alla ricerca statunitense ed alle sue conclusioni. Tra gli esperti che hanno espresso delle perplessità figura Gil McVean, professore di genetica statistica alla Oxford University, che ha spiegato al Guardian come “in questo caso la questione principale è se gli autori abbiano cercato nell’intero genoma per identificare qualche differenza tra gemelli discordanti.Considerato il numero di test, è probabile che alcune regioni si mostrino come differenziate per puro caso. Senza una validazione del risultato in un set di dati indipendenti non è davvero possibile sapere se ci sia una qualche sostanza in queste affermazioni”.

 

Questo articolo è stato pubblicato originariamente su International Business Time

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