Depressione Russia: cittadini indebitati, violenze e minacce agenzia entrate

Hanno rotto un mignolo a una ragazza, gravemente ustionato un bambino con una bomba in casa e violentato una donna. Tutto per i soldi. La cosa assurda è …

Hanno rotto un mignolo a una ragazza, gravemente ustionato un bambino con una bomba in casa e violentato una donna. Tutto per i soldi. La cosa assurda è che non si tratta di criminalità organizzata o di strozzini senza pietà, ma di esattori.

Sono questi gli effetti più estremi della recessione economica e finanziaria che ha colpito la Russia negli ultimi due anni. Pur di tirare avanti, pagare le bollette e mettere insieme il pranzo con la cena le persone ricorrono sempre più spesso a prestiti, anche se a tassi di interesse esorbitanti: addirittura il 2% al giorno, il 730% annuo. A raccontare questa storia è il New York Times, che cita aneddoti e denunce nella Russia di Putin, dove le persone comuni si trovano a fare i conti con debiti non pagati che si cumulano pericolosamente, visto che – come accadeva negli Novanta – gli esattori sono tornati a usare metodi violenti, forti dei limiti delle autorità pubbliche di Mosca e di una legislazione che non stronca sul nascere queste assurde pratiche.

L’avvocato di un’associazione vicina ai consumatori, Danila S. Mikhalishchev, racconta che “è più facile recuperare piccole somme con la forza fisica o spaventando le persone, piuttosto che facendo loro causa”. Nel solo 2015 i debiti non onorati nel Paese ammontavano a circa 15 miliardi di dollari, con un aumento di quasi il 50%. Secondo Alexander A. Akhlomov, della United Credit Bureau, un’organizzazione privata che traccia tutti i debiti, si tratta per il 13% di debiti a persone fisiche non ad aziende in difficoltà.

Colpa delle regole. Chi non può pagare tre rate di mutuo, infatti, è considerato inadempiente e dallo scorso mese marzo 7,5 milioni di russi sono stati inseriti in questa particolare black list. Di contro i salari medi sono calati di circa il 10%, anche se la crisi è dovuta principalmente al crollo del prezzo del petrolio, al rublo debole per le sanzioni internazionali e dalle spese sostenute per l’intervento militare in Ucraina.

Secondo i dati, a marzo i cittadini hanno speso più della metà dei loro introiti in cibo, bevande e sigarette, senza contare che le banche hanno stretto i cordoni della borsa e chiuso le linee di credito, provocando gravi problemi di liquidità alle famiglie.

Il livello di violenza raggiunto dagli esattori spaventa fortemente i russi, tanto che il presidente Putin si è dovuto muovere per attivare il governo, che finora però ha risposto in modo ancora troppo esitante. Il Parlamento ha aperto un dibattito per per vietare le agenzie di raccolta, ma i più critici sostengono che in questo modo si favorirebbe solo nuova violenza sottotraccia. Ma è ormai chiaro che un nuovo intervento normativo forte è urgente. Anche perché le elezioni sono in vista e Vladimir Putin ha tutta l’intenzione di conservare quell’82% di consenso nel popolo, che tutti i sondaggi continuano ad attribuirgli.

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