‘Rocketman’ all’avversario nella Casa Bianca: “Un cane che abbaia”

Botta e risposta all'Assemblea generale dell'Onu tra il presidente Usa e il ministro degli Esteri nordcoreano. Alert: non accadrà nulla.

Il discorso di Donald Trump all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite è “il rumore di un cane che abbaia”. Con queste parole il ministro egli Esteri nordcoreano ha definito le minacce di distruzione della Corea del Nord da parte del presidente degli Stati Uniti. “C’è un detto che dice: i cani abbiano , ma la carovana va avanti”, ha dichiarato il ministro degli Esteri di Pyongyang ai giornalisti presenti a New York, dove terrà un discorso davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Crisi nucleare Corea: esiste un piano per uccidere Kim Jong-un

Le sue parole rappresentano la prima risposta ufficiale di Pyongyang al discorso di Trump in cui il presidente degli Stati Uniti ha minacciato di “distruggere totalmente” la Corea del Nord nel caso in cui Pyongyang minacciare direttamente gli Stati Uniti o i suoi alleati. “Se Trump pensava di sorprenderci con il suo latrato, stava chiaramente sognando”, ha affermato. “Mi dispiace per i suoi assistenti”, ha poi concluso, in risposta a una domanda su come sia stato preso da Pyongyang l’epiteto di “Rocket Man” con cui Trump ha definito Kim Jong-un nel suo discorso.

Corea del Nord, sesto test nucleare: una bomba H, la più potente di sempre

Intanto, la Corea del Sud ha deciso per la ripresa di aiuti umanitari alla Corea del Nord, sospesi dopo il quarto test nucleare dello scorso anno, per un valore complessivo di otto milioni di dollari in cibo e medicinali , una mossa che ha già’ aperto, nei giorni scorsi, un dibattito con il Giappone. Gli aiuti arriveranno da due agenzie delle Nazioni Unite: lo United Nations’ Children Fund e la Un World Food Program. Dal Ministero dell’Unificazione delle due Coree di Seul non è però stata comunicata una data dalla quale riprenderanno gli aiuti.

Gaffe di Trump con i leader africani: “Miei amici da voi per arricchirsi”

Silenzio. Questa è stata la reazione dei leader africani alle congratulazioni fatte loro da Donald Trump per i progressi economici realizzati e per “l’incredibile potenziale” che hanno in termini di business. “Ho così tanti amici che stanno andando nei vostri Paesi cercando di diventare ricchi. Mi congratulo con voi. Stanno spendendo un sacco di soldi”, ha detto il presidente durante un pranzo di lavoro che si è tenuto a New York, a margine dei lavori dell’Assemblea Generale dell’Onu.

Con la consueta leggerezza che lo caratterizza, il leader Usa avrà pensato che il suo era un complimento. Ma all’appuntamento dove erano state invitate varie nazioni tra cui Senegal, Nigeria, Sudafrica, Etiopia, Costa d’Avorio e Guinea nessuno ha applaudito come forse Trump si aspettava. D’altra parte per secoli europei e americani hanno sfruttato le risorse naturali e la forza lavoro del continente. Basti pensare al traffico di schiavi e, nell’era post coloniale, al sostegno fornito da Washington a decine di regimi autoritari mentre le aziende Usa siglavano accordi miliardari con le dittature.

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