Per un centrodestra vincente, Berlusconi pensa a Marchionne leader

Il risanatore di Fiat primo ministro? "Tra non molto gli scade il contratto negli USA, e se ci pensate bene sarebbe l’ideale”, dice l'ex Cav.

“Per il centrodestra punto su Sergio Marchionne. Tra non molto gli scade il contratto negli Stati Uniti, e se ci pensate bene sarebbe l’ideale”. È l’idea di Silvio Berlusconi, lanciata in un colloquio – avvenuto mercoledì sera – con alcuni giornalisti e editori di area centrodestra, riportato dal Tempo e da Libero in apertura.

E se Marchionne dovesse sfilarsi, aggiunge Berlusconi, la carta da giocare sarebbe lui stesso: “Come nel ’94 – dice – sento di dovermi dedicare al Paese”. Allora il pericolo erano “i comunisti”, oggi è il Movimento 5 Stelle.

Quanto a Forza Italia, Berlusconi torna sull’idea di un ricambio generazionale: “Ho creato un centro studi del pensiero liberale, con alcuni ragazzi di Confindustria Giovani che hanno trovato 21 coordinatori regionali e 110 coordinatori provinciali. Li ho incontrati, ho parlato con loro, alcuni possono anche andar bene in tv. Poi ho fatto il Partito Animalista, quello noto a tutti, di Michela Vittoria Brambilla” e “anche lì mi sono trovato con delle facce bellissime. Così cerchiamo di far emergere gente nuova”.

Spiega anche di aver provato a convincere imprenditori di primo piano dicendo loro che “dovresti sentire anche tu, ad un certo punto della tua vita, il dovere di dedicare qualche anno al tuo paese. Vanno via entusiasti ma dopo qualche giorno richiamano e si scusano perchè parlando in azienda, o in famiglia, si sentono dire: ‘Vuoi che ti facciano quel che hanno fatto a Berlusconi?’ E dunque rinunciano”. (Askanews)

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Berlusconi lancia Sergio Marchionne premier. Lo scrive il quotidiano Libero, che apre il giornale con quella che sembra più di un’indiscrezione. Il quotidiano parla di un colloquio che l’ex presidente del consiglio e numero uno di Forza Italia ha tenuto con il giornalista Renato Farina. “Eccellente idea di Berlusconi” è l’occhiello della prima pagina , che aggiunge: “Nel 2018 il manager lascia Fiat e si libera: si tratta di fargli la giusta proposta”. “Dal cilindro Berlusconi sta per tirare fuori un coniglio con il pulloverino blu”, scrive Farina, “La parola coniglio in questo caso è però la meno idonea a definire l’esercizio prodigioso del mago di Arcore. Siamo in grado di anticipare che il Cavaliere lancerà come salvatore della patria Sergio Marchionne. Un coniglio? Un lupo”, scrive Farina nell’attacco del suo articolo, e poi ancora: “Noi aggiungiamo che un nome così è in grado di mettere insieme, dopo la suddivisione dei seggi, qualunque leader che voglia un po’ più di bene all’Italia che a se stesso”.

La stessa notizia (e stessa cena) su Il Tempo

Ma la candidatura di Sergio Marchionne a premier campeggia anche su un altro giornale italiano. Si tratta de Il Tempo che titola “Marchionne per il centrodestra”, riportando le stesse dichiarazioni di Silvio Berlusconi: “Oggi ci vogliono persone così, tra poco gli scade il contratto e….”. Il Tempo accenna anche a qualcosa dell’ipotetico programma di governo: su tutte, Flat Tax al 20%. Anche il quotidiano romano ha toni entusiasti: “Signore e signori, allacciate le cinture. Silvio si rimette in moto, scalda i motori, e fa salire a bordo il signore delle macchine”, scrive Gian Marco Chiocci. Il Tempo racconta che Berlusconi ha dichiarato la sua intenzione di candidare Marchionne ad una cena che si sarebbe tenuta ieri sera con il direttore di Libero Feltri, lo stesso Chiocci, il direttore del Corriere dell’Umbria e un giornalista di Latina Oggi. Il che spiegherebbe la presenza della stessa notizia sulla prima pagina di questi giornali. Ma Marchionne accetterà? (AGI)

La destra unita vince, ma a sinistra c’è un 6% che può cambiare la partita

Lo “strano bipolarismo” tutto italiano tra Partito Democratico e Movimento 5 stelle continua a persistere. Anche questa settimana i dati della nostra Supermedia vedono un testa a testa serrato tra il partito di Renzi e il movimento di Grillo. Insieme, questi due soggetti valgono il 55% delle intenzioni di voto. Se si guardano i voti alle singole liste, la lotta per la prima posizione sembra confinato a questo binomio. Eppure non è così, come del resto hanno dimostrato le recenti amministrative. Come già abbiamo rilevato nelle ultime due settimane, proprio le amministrative hanno ricordato a tutti che il centrodestra esiste ed è ancora competitivo. Non lo è ancora a livello di liste: sia Forza Italia che la Lega Nord hanno praticamente la metà di PD e M5S, ed è difficile pensare ad una rimonta nel breve periodo.

Il centrodestra unito è più forte del Pd da solo

Ma se si considerano i tre partiti di centrodestra nel loro insieme (includendo anche Fratelli d’Italia) si scopre che è questa l’area più consistente nel “tripolarismo effettivo”: la somma di queste forze ammonta infatti al 31,8% – ben 4 punti più del PD. Le tendenze in corso da un paio di settimane, peraltro, confermano la crescita sia della Lega (1,2 punti in un mese) sia di Forza Italia (+0,8%), a fronte di un indebolimento di M5S (-1,6% rispetto a un mese fa) e PD (che perde un punto esatto), probabilmente legato alle performance deludenti ottenute rispettivamente al primo turno e ai ballottaggi delle Amministrative.

Se il calo del Movimento 5 stelle può essere stato (in parte) assorbito dalla crescita del centrodestra, del calo del PD hanno sicuramente beneficiato le due liste alla sua sinistra: Articolo 1 – MDP, in particolare, conferma il dato in crescita visto già la scorsa settimana, segnando un saldo positivo (+0,6%) rispetto al mese scorso. Sinistra Italiana, pur essendo stabile, abbandona la posizione di “fanalino di coda” riservato ai partiti considerati dalla nostra Supermedia, ruolo che questa settimana spetta ai centristi di Alternativa Popolare.

Ma a sinistra del Pd c’è il 6% dei voti

Per entrambi questi soggetti, la sfida più immediata continua ad essere quella del raggiungimento della fatidica soglia del 3%. L’evento politico della settimana appena trascorsa è, probabilmente, la manifestazione con cui Giuliano Pisapia ha lanciato ufficialmente il suo movimento a Roma, “Insieme” con – tra gli altri – l’ex segretario del PD Pierluigi Bersani (ora MDP). Se a questo dialogo tra Pisapia e i fuoriusciti dal PD seguiranno i fatti (ossia un coordinamento unico e una lista comune per presentarsi alle elezioni) dobbiamo fare i conti con un soggetto alla sinistra del PD che può realisticamente ottenere il 6%.

40 seggi per Pisapia, e maggioranza di governo

Come mostra il grafico della nostra simulazione, se la sinistra “Insieme” ottenesse questo traguardo – peraltro in linea con la proiezione nazionale basata sul voto di lista alle Amministrative – potrebbe ambire ad ottenere alla Camera anche una quarantina di seggi. In questo modo, anche con i sondaggi attuali che dipingono una situazione di estrema frammentazione ed incertezza, sarebbe possibile raggiungere una maggioranza di governo (per quanto risicata) che vada da Bersani a Berlusconi, escludendo il centrodestra “sovranista” (Lega e FDI) e il Movimento 5 stelle. Se questo sembra uno scenario troppo fantasioso, è sufficiente ricordare che questa alleanza si è già formata in passato per sostenere ben due governi: quello di Mario Monti (2011) e quello di Enrico Letta (2013).

Certo, si tratta di ipotesi estemporanee, che non tengono conto di tante variabili: prima fra tutte la legge elettorale, che potrebbe rimanere com’è (proporzionale con sbarramento al 3%, premio eventuale alla lista che raggiunge il 40%) ma potrebbe anche cambiare, anche se al momento non si vede in che modo.

Fonte: YouTrend

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