Ancora 48 ore e per i parlamentari scatterà la pensione: 1 su 4 è del M5S

Venerdì 15 sarà raggiunta la soglia dei 4 anni, 6 mesi e 1 giorno per l'assegno da 1.000 euro (lordi) al mese al compimento dei 65 anni.

Quello delle pensioni dei parlamentari è uno di quei temi che scaldano gli animi con una facilità imbarazzante. Spesso e volentieri chi si indigna ha pienamente ragione, ma in altre occasioni la rabbia non è il sentimento più adatto. E’ successo nei giorni caldi del post-referendum che il Movimento 5 Stelle usasse questo argomento per trovare una giustificazione al fatto che la maggioranza non volesse terminare anzitempo la legislatura e tornare alle urne.

Il governo Monti, infatti, abolendo i vitalizi aveva previsto di dare una sorta di ‘risarcimento’ alle nuove generazioni di parlamentari, consentendo loro di versare un assegno mensile, pari al 10% del loro stipendio, in un fondo appositamente creato presso le ragionerie delle due Camere, dai quali riceveranno una sorta pensione integrativa al compimento dell’età necessaria all’uscita dal mondo del lavoro, se la legislatura dura almeno 4 anni, 6 mesi e 1 giorno. Nulla di eccezionale, per carità, 1.000 euro lordi, ma che possono sempre far comodo.

Tanto bastò al populismo, però, per lanciare l’offensiva, alla quale i politici, soprattutto di quelli alla prima esperienza, hanno sempre risposto con un semplice ragionamento: questo è il Parlamento più giovane della storia repubblicana, nessuno di loro ha più diritto ad alcun vitalizio, e la maggior parte di deputati e senatori vedranno questo assegno integrativo tra 20 o 30 anni. Ma a quell’epoca nessuno può prevedere quanto varranno mille euro. Eppure la polemica resta forte sul tema, anche se di argomenti per indignarsi ce ne sarebbero parecchi, ben più gravi di questo.

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Arriva il giorno delle pensioni a 5 stelle Un privilegiato su quattro è un grillino

Dopodomani sarà un venerdì speciale per i parlamentari alla prima legislatura, tra i quali la pattuglia completa dei grillini, tutti al primo giro tra Camera e Senato. Il fatidico 15 settembre, segretamente atteso anche dagli eletti M5s sprovvisti di lavoro e contributi fuori da quelli parlamentari, significa che gli ultimi anni passati in Parlamento non sono trascorsi invano.

Tutt’altro, a 65 anni compiuti (ma che può scendere fino a 60 anni, quindi ben sette anni prima degli italiani normali, per chi farà altre legislature) si accorgeranno che l’elezione col M5s nel 2013 è equivalsa ad un biglietto fortunato della lotteria; precisamente quando la tesoreria della Camera inizierà a versare sul loro conto corrente un bellissimo assegno pensionistico di circa mille euro al mese, per soli cinque anni di lavoro (si fa per dire) in Parlamento. Il diritto non sarebbe scattato se si fosse interrotta la legislatura prima di questo venerdì, data che invece segna il raggiungimento del traguardo dei quattro anni, sei mesi ed un giorno valevole per la futura pensione.

Il premio vale per tutti i 154 eletti M5s, nel frattempo diventati 123 perché una trentina sono fuggiti o sono stati cacciati dal gruppo. Certo, vale anche per altre centinaia di parlamentari alla prima legislatura (in tutto sono 608), ma per i grillini c’è un vantaggio in più. Il codice di comportamento stilato da Beppe Grillo al momento del loro insediamento comporta la famosa riduzione dell’indennità, per cui gli onorevoli M5s possono vantarsi – e lo fanno spesso – di guadagnare meno dei loro colleghi altri partiti, per una scelta etica contro i privilegi della casta. Peccato che l’autoriduzione non valga però per le voci accessorie della busta paga di un parlamentare. Ovvero i lauti rimborsi, diarie, e appunto i contributi previdenziali. Che per i grillini sono calcolati, come per tutti gli altri, sul totale dell’indennità, non solo su quella autoridotta. E quindi valgono l’8,8% dei 10mila euro di stipendio mensile, ovvero la bellezza di 1000 euro al mese di versamenti previdenziali della Camera e del Senato, che i grillini si ritroveranno nell’assegno pensionistico.

Una bella prospettiva, visto che corrisponde ad una pensione di un lavoratore con 40 anni di contributi, ma solo per averne fatti cinque da deputati. Non solo, molti grillini se lo sarebbero sognato un contributo previdenziale del genere, visto che non avevano un lavoro preciso prima di essere eletti grazie a Grillo e Casaleggio e una manciata di clic alle primarie on line. A partire dai big del M5s. Di Battista, prima di fare l’onorevole, esibiva una dichiarazione dei redditi di 3mila euro, in un anno. Di Maio e Fico, invece, erano direttamente a zero. Dunque zero contributi.

La pasionaria del Senato, Paola Taverna, arrivava a 16mila euro l’anno, come impiegata in un ambulatorio. La loro prospettiva sarebbe stata probabilmente una pensione di poche centinaia di euro, a 70 anni, dopo 35 anni di lavoro. Invece grazie alla lotteria delle elezioni sono giù sicuri, da dopodomani, che ne avranno mille. Che pacchia fare gli anticasta con i privilegi della casta.

Fonte: Il Giornale

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2 commenti

  1.   

    più semplicemente solo i piddini possono racimolare una maggioranza. se non volevano i vitalizi potevano votarli .  come mai per l’antifascismo i voti si trovano ma per le cose serie no?Originariamente inviato da edoheis: Caro Marco Grande, giornalista di lunga esperienza in agenzie di stampa. Il Suo articolo dimostra quanto è eccelsa la lingua italiana. Cosa significa che 1 su 4 di quelli che prenderanno la pensione sono del M5S? Forse che 1 parlamentare su 4 è del M5S…..uno più uno meno. Si vero…. una trentina sono transfughi, all’incirca come i i 184 degli altri partiti, più o meno siamo lì, uno più uno meno. Nell’articolo fa giustamente notare che gli altri 3 parlamentari su 4 non erano preparatissimi sul testo della legge che avrebbe dovuto stoppare tutto e quindi nel dubbio hanno deciso che la legge si farà in futuro, dopo che se la saranno studiata attentamente. Altrettanto giustamente fa notare che questi 100 e rotti parlamentari M5S, prenderanno una pensione, COME TUTTI GLI ALTRI, ma certo un po’ inferiore alle altre migliaia che finora abbiamo campato noi con pensioni da 6-7-8 mila Euro, elargite dopo 20-30-40 anni di politica durante la quale hanno percepito 10-12-14 mila Euro di stipendio…..e ovviamente tra questi del M5S non ce n’è neanche uno. Per completezza eh …. da uno che non li ha mai votati. Con simpatia.
     

  2.   

    Caro Marco Grande, giornalista di lunga esperienza in agenzie di stampa.
    Il Suo articolo dimostra quanto è eccelsa la lingua italiana.
    Cosa significa che 1 su 4 di quelli che prenderanno la pensione sono del M5S?
    Forse che 1 parlamentare su 4 è del M5S…..uno più uno meno.
    Si vero…. una trentina sono transfughi, all’incirca come i i 184 degli altri partiti, più o meno siamo lì, uno più uno meno.
    Nell’articolo fa giustamente notare che gli altri 3 parlamentari su 4 non erano preparatissimi sul testo della legge che avrebbe dovuto stoppare tutto e quindi nel dubbio hanno deciso che la legge si farà in futuro, dopo che se la saranno studiata attentamente.
    Altrettanto giustamente fa notare che questi 100 e rotti parlamentari M5S, prenderanno una pensione, COME TUTTI GLI ALTRI, ma certo un po’ inferiore alle altre migliaia che finora abbiamo campato noi con pensioni da 6-7-8 mila Euro, elargite dopo 20-30-40 anni di politica durante la quale hanno percepito 10-12-14 mila Euro di stipendio…..e ovviamente tra questi del M5S non ce n’è neanche uno.
    Per completezza eh …. da uno che non li ha mai votati.
    Con simpatia.