Ambiente, Mediterraneo: uno dei mari più esposti al rischio plastica

Maria Cristina Fossi all’Accademia dei Lincei parla del progetto Plastic Buster dell’Università di Siena sulla de-pollution del nostro mare.

“Si stima che 5,25 miliardi di particelle di plastica, per un peso approssimativo totale di circa 269.000 tonnellate, si localizzino sulla superficie di mari e oceani. Tali particelle rappresentano un rischio emergente per gli ecosistemi marini e le relative catene trofiche e potenzialmente per la salute umana”.

Secondo la relazione che presenterà la Prof.ssa Maria Cristina Fossi (foto sotto) all’Accademia dei Lincei martedì 17, nella Conferenza‘Cambiamenti e Crisi nel Mediterraneo’, le particelle tossiche di plastica vengono assunte dagli organismi marini ed entrano nella catena alimentare.

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“Nel Mediterraneo, che è uno dei mari più esposti a questo rischio – aggiunge la Prof.ssa Fossi – la presenza e gli effetti del marine litter (inquinamento del mare) sugli organismi marini e le sue conseguenze sulla salute umana, sono stati poco indagati fino ad ora” e “per contribuire alla de-pollution del Mediterraneo è stato lanciato il progetto Plastic Buster dell’Università di Siena che ha lo scopo di mitigare il problema dei rifiuti di plastica nell’intero bacino Mediterraneo”.

Alla Conferenza, organizzata in occasione della XXXV Giornata dell’Ambiente da un comitato coordinato dagli Accademici Lincei Ernesto Capanna e Giuseppe Orombelli, parteciperanno, tra gli altri Riccardo Cattaneo Vietti, Serena Fonda, Roberto Danovaro, Fedinando Boero.

Via della Lungara 230 Roma – ore 9,30

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