Agevolazioni e condoni: prende forma la manovra nell’anno delle urne

Legge di Bilancio 2018 ancora più spudoratamente elettorale, al vaglio la seconda rottamazione delle cartelle Equitalia.

Manca poco al ritorno alle urne per gli italiani, meno di un anno, e le grandi manovre nei partiti di maggioranza diventano sempre più intense e complesse.

Il Pd sente l’odore di una sonora sconfitta, anche se sarà alleviata dal sistema proporzionale che impedirà di avere un vincitore e la governabilità, e si appresta a varare una legge di Bilancio ancora più spudoratamente elettorale delle precedenti, con la strenua conservazione delle agevolazioni fiscali, nuovi bonus a giovani (che non risolveranno il problema della disoccupazione) e pensionati, un taglio minimo del cuneo fiscale sul lavoro (peserà più nei comizi che nelle tasche dei cittadini) e una seconda rottamazione delle cartelle di Equitalia.

Stando a quanto scrive il Sole 24 Ore “l’attesa per il sì definitivo di Bruxelles alla correzione dei conti soft chiesta dal ministro Pier Carlo Padoan (0,3 punti di Pil invece degli 0,8 previsti)” potrebbe liberare “uno ‘spazio’ di 8-9 miliardi” ma “lo scoglio più arduo resta quello delle risorse da recuperare. Al momento sarebbero necessari dai 13 ai 15 miliardi (con la nuova ‘flessibilità’ la manovra ‘lorda’ oscillerebbe tra i 22 e i 24 miliardi) per coprire il taglio del cuneo, dare una spinta agli investimenti, rafforzare il fondo per il contrasto alla povertà e assicurare i fondi necessari ai mini-correttivi sulle pensioni e alle cosiddette spese indifferibili. Una fetta non trascurabile di risorse, non meno di 4-5 miliardi (con la possibilità di arrivare anche a quota 6 miliardi), dovrebbe arrivare dal pacchetto fiscale”.

Una nuova ‘chance’ a una parte consistente di contribuenti, circa 400mila secondo i calcoli, “tagliati fuori dalla prima edizione della rottamazione per errori formali o rate non pagate prevista dall’ultima manovra. Che ha portato fin qui nelle casse dello Stato 1,8 miliardi, come emerge dal fabbisogno del settore statale di agosto. Secondo il Mef, l’incasso costituisce una prima stima destinata ad essere rivista al rialzo. Con la rottamazione, che dovrebbe chiudere i battenti nel 2018, il governo conta di recuperare 7,2 miliardi”.

Ma la vera battaglia sarà sulle agevolazioni fiscali. Il Pd di Renzi, in barba alle dichiarazioni del suo segretario che solo pochi giorni fa prometteva che non ci sarebbe stato alcun ‘assalto alla diligenza’, già affila le armi contro il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, per difenderle. “Con il trascorrere delle ore diventa invece sempre meno probabile una prima opera di potatura delle tax expenditures”, conferma il Sole 24 Ore “al Mef viene considerata un’opzione sul tavolo, ma a Palazzo Chigi e, soprattutto, nel Pd non è vista di buon occhio visto l’approssimarsi delle elezioni politiche”.

Vedremo chi la spunterà. Per ora è chiaro solo che le urne si avvicinano a grandi passi: che sia fine febbraio o metà marzo, il countdown è partito ed e è inesorabile. E ognuno si giocherà le proprie opportunità, usando tutte le armi a propria disposizione.

Tag

Partecipa alla discussione