Biden teneva documenti top secret in garage con la Corvette

Pesante ostacolo nella ricandidatura alla Casa Bianca per il 2024. Dopo il ritrovamento di un secondo set di carte "classificate", Robert Hur è stato nominato superprocuratore (come per Trump).

AGI – L’Attorney General Merrick Garland ha scelto lo ‘special counsel’ che si occuperà del caso dei documenti “riservati” trovati nella residenza di Joe Biden a Wilmington, Delaware, e in un ex ufficio di Washington occupato dall’attuale presidente in un periodo che va dal 2017 al 2019. Il ‘super procuratore’, che dovrà fare luce sulla vicenda che ha messo in imbarazzo la Casa Bianca, è Robert Hur, ex procuratore federale del Maryland, che in passato ha lavorato anche per l’amministrazione Trump. Hur si metterà al lavoro nei prossimi giorni.

Il ‘contrappasso’ di Trump

La nomina è arrivata velocemente anche come risposta alle pressioni dei Repubblicani che, dopo aver difeso Donald Trump per aver trasferito nella sua residenza privata centinaia di file presidenziali, ora chiedono chiarimenti a Biden, alle prese con una sorta di legge del contrappasso: dopo che per mesi i Democratici hanno attaccato il tycoon, adesso si trovano alle prese con un controverso caso interno.

special counsel joe biden robert hur indaga documenti riservati 
© ANDREW CABALLERO-REYNOLDS / AFP

Ma ci sono differenze: Trump ha portato via centinaia di documenti, tra cui alcuni ‘top secret’, e li ha tenuti nella sua residenza nonostante le pressanti richieste dei National Archives, gli Archivi di Stato di Washington, che per legge devono conservare tutti gli atti della Casa Bianca e del vicepresidente. Inoltre è stato necessario un blitz dell’Fbi nel resort di Trump a Mar-a-Lago, Florida, per sequestrare gli ultimi trecento file nascosti.

I due ritrovamenti

Nel caso di Biden, sono stati gli stessi legali nominati dal presidente per sgomberare un vecchio ufficio a trovare il primo set di documenti chiusi in un armadio, il 2 novembre, e quelli a Wilmington tempo dopo nel garage di casa dove il presidente americano tiene una Corvette classica degli anni ’60.

New York Post

In entrambi i casi, i legali hanno subito informato il dipartimento Giustizia e hanno consegnato tutto il materiale ai National Archives. Dei primi documenti si sa che erano una decina, legati all’amministrazione Obama, relativi agli anni 2013 e 2016 e incentrati su Iran, Regno Unito e Ucraina. Del secondo, non si sa al momento niente.

Per i Repubblicani, che hanno promesso di chiedere l’impeachment di Biden su tutto, le carte tenute da vicepresidente rappresentano una “grave violazione alla sicurezza degli Stati Uniti“. Garland ha voluto mandare un segnale di coerenza, nominando subito lo ‘special counsel’ anche per Biden, dopo quello scelto per occuparsi delle molte inchieste che riguardano Trump.

“Questa scelta – ha spiegato il responsabile della Giustizia americana – sottolinea l’impegno del dipartimento a perseguire sia l’indipendenza sia l’obbligo di rispondere su questioni particolarmente delicate, prendendo decisioni incontestabili guidate solo dai fatti e dalla legge”.

Biden: “Piena collaborazione”

La scoperta della seconda serie di documenti, trovati nel garage della residenza di Biden a Wilmington ha aumentato l’imbarazzo della Casa Bianca, che ha dato risposte controverse: da un lato la portavoce presidenziale, Karine Jean-Pierre, mercoledì ha dribblato le domande, dall’altro i consiglieri del presidenti hanno mostrato serenità, ribadendo la “piena collaborazione” con le autorità per chiarire la vicenda. “Siamo certi – ha dichiarato Richard Sauber, consigliere speciale di Biden – che le indagini mostreranno come questi documenti fossero finiti inavvertitamente nel posto sbagliato, e che il presidente e i suoi avvocati hanno subito rimediato all’errore”.

Garland ha fatto il punto di tutta la vicenda, indicando la scansione dei tempi di questo nuovo caso. Il 4 novembre, ad appena quattro giorni dalle elezioni di Midterm per il rinnovo del Congresso, l’ispettore generale dei National Archives ha contattato un procuratore del dipartimento Giustizia per comunicare che documenti ‘riservati’ erano stati trovati in un ufficio di Biden a Washington. Il 14 novembre Garland ha assegnato il caso al procuratore federale di Chicago John Lausch Jr. Il 20 dicembre un consigliere personale di Biden ha comunicato a Lausch Jr che erano stati trovati altri documenti, stavolta nel garage della casa di Biden a Wilmington.

Il 5 gennaio il procuratore federale ha fatto una relazione all’Attorney General Garland. Il 9 gennaio la Casa Bianca ha comunicato ufficialmente che un “piccolo numero” di documenti era stato trovato il 2 novembre nell’ex ufficio occupato da Biden a Washington.

L’ufficio era stato dato dall’Università della Pennsylvania all’esponente democratico in qualità di professore onorario. Il 10 gennaio, durante una conferenza stampa in Messico, Biden ha detto di essere rimasto “sorpreso” dalla scoperta dei documenti, ma di non conoscerne il contenuto.

McCarthy: subito un’indagine del Congresso

Oggi la Casa Bianca ha confermato la notizia rivelata nei giorni scorsi dai media riguardo il secondo set di documenti “classificati” trovato nel garage della residenza privata del presidente. Intanto lo Speaker della Camera, Kevin McCarthy, che in estate aveva attaccato l’Fbi per aver sequestrato file nel resort di Trump, stavolta ha chiesto l’avvio di un’indagine del Congresso. “Io penso – ha spiegato – che (Biden, ndr) debba molte risposte al popolo americano”.

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