Deutsche Bank, “Leverage ratio” al 2,68%, inferiore a Lehman prima del crack. E ancora nessun banchiere in galera

La minaccia statunitense di una multa di 14 miliardi di dollari per la vendita scorretta di titoli in cui erano impacchettati i mutui subprime sta mettendo in ginocchio …

La minaccia statunitense di una multa di 14 miliardi di dollari per la vendita scorretta di titoli in cui erano impacchettati i mutui subprime sta mettendo in ginocchio la maggiore banca tedesca e sta facendo tremare l’intero settore bancario europeo.

Questa vicenda merita di essere analizzata seguendo due chiavi di lettura: la prima riguarda la fragilità dell’istituto e dell’intero settore bancario; la seconda riguarda i motivi che hanno spinto il Dipartimento della Giustizia americano di minacciare una multa di simile entità, quando le banche americane per infrazioni simili se la sono cavata con multe nettamente inferiori.

La Deutsche Bank è l’istituto a maggiore rischio del Vecchio Continente. La banca è una vera e propria bomba pronta ad esplodere. Ed è quanto sanno anche i mercati che hanno fatto cadere le sue azioni non appena si è capito che Berlino non è pronta a correre in suoi soccorso e nemmeno ad adoperarsi per spingere gli americani a ridurre l’entità della multa che hanno minacciato.

E infatti le azioni di Deutsche Bank sono scese di oltre il 50% nell’ultimo anno, anche perché non si capisce come l’istituto possa pagare questa multa se si considera che nel suo bilancio sono nascosti miliardi di titoli tossici (che non sono quotati sui mercati) e se si tiene conto che la sua redditività è minima.

Anche gli hedge funds mollano Deutsche Bank. Si avvicina il momento del crack

Ma la situazione della banca non è un caso isolato e non soltanto in Europa. Infatti a otto anni dalla scoppio della crisi finanziaria il sistema finanziario è ancora sull’orlo del collasso. Le banche affermano – sostenute dagli stress test della Banca centrale europea – che i loro bilanci sono a posto e che il loro capitale ponderato per il rischio è sufficiente a superare le difficoltà.

Queste rassicurazioni sono nella maggior parte dei casi delle vere e proprie prese in giro. Come tutti sanno, i bilanci si possono scrivere in diversi modi e possono quindi dare risultati completamente diversi. Ma nel caso della Deutsche Bank il problema è ancora più acuto, poiché i titoli tossici (che non sono quotati sui mercati) possono essere contabilizzati a qualsiasi prezzo.

Nel caso della Deutsche Bank si stima che siano superiore agli 80 miliardi di euro, anche se probabilmente nella maggior parte dei casi il loro valore di mercato è di poco superiore allo zero. Per capire il rischio meglio è più utile prendere in considerazione la loro esposizione totale, quello che si chiama il “leverage ratio”, cioè il rapporto tra mezzi propri e capitali di terzi.

Secondo l’Ente americano di garanzia sui depositi (FDIC) ha reso noto che il “leverage ratio” di Deutsche Bank è del 2,68%, ossia è inferiore a quello della Lehman Brothers prima del 15 settembre 2008, ossia prima della bancarotta. La FDIC rivela che la spagnola Santander, le francesi BNP Paribas e Société Générale, e l’italiana Unicredit hanno un “leverage ratio” inferiore al 4%, ossia una leva finanziaria di 25: 1, come pure l’americana Goldman Sachs che ha un “leverage ratio” del 4,14%.

Ma ancora più interessante sono le considerazioni di Thomas Hoenig della FDIC, secondo cui la leva finanziaria delle banche (ossia la loro esposizione al rischio è aumentata l’anno scorso. Dunque, nulla è cambiato rispetto ad otto anni fa. Anzi, la situazione riprende a peggiorare e oggi abbiamo banche sempre più grandi e sempre più a rischio.

Ancora una volta gli Stati dovranno intervenire per salvare un sistema bancario, sempre sull’orlo del collasso, che non ha capito la lezione della crisi finanziaria, dalla quale ne è uscito con circa 200 miliardi di dollari di multe, ma, come al solito, senza che anche un solo banchiere fosse processato.

Dunque, prima conclusione: la Deutsche Bank, come molte altre banche non solo europee (si pensi al Monte dei Paschi di Siena), è uno zombie che viene artificialmente tenuto in piedi.

Seconda conclusione: in Europa il salvataggio di una banca è oggi più complicato a causa delle regole del cosiddetto “bail-in”, che prevedono che i detentori delle obbligazioni delle banche siano i primi ad essere chiamati a pagare. Il fallimento di quattro piccoli istituti italiani ne è un esempio.

Terza conclusione: il sistema bancario non è stato riformato, continua ad essere sostenuto artificialmente (e si rassicurano i cittadini con esercizi quali gli stress test che lasciano il tempo che trovano) e continua ad essere sull’orlo del collasso.

La seconda lettura di questa vicenda riguarda i motivi che hanno spinto Washington a minacciare una multa di 14 miliardi. Evidentemente si tratta di una ritorsione contro la decisione di Bruxelles di far pagare 14 miliardi di multa alla Apple per avere eluso il fisco. Non a caso l’ammontare è identico.

Vi è però una grande differenza il gigante di Cupertino non avrebbe alcuna difficoltà a pagare le tasse che ha sottratto agli Stati europei, mentre la multa a Deutsche Bank è quasi mortale, poiché mette in discussione la stessa sopravvivenza dell’istituto tedesco. Ma forse c’è di più.

La minaccia di questa multa è molto probabilmente anche una reazione contro il sempre più probabile fallimento dei negoziati commerciali con l’Unione Europea, denominati Ttip. Se vi aggiungiamo lo scandalo Volkswagen, scoppiato negli Stati Uniti, tutto sembra indicare che vi è un sensibile peggioramento nelle relazioni tra le due sponde dell’Atlantico.

Forse di questa partita fa parte anche il rinnovo delle sanzioni contro la Russia, sempre più invise da un numero crescente di Paesi del Vecchio Continente. Affaire à suivre. Sta di fatto che Washington con queste mosse ricorda a Bruxelles è soprattutto a Berlino chi comanda e chi deve solo ubbidire.

di Alfonso Tuor

Fonte: TicinoNews

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FRANCOFORTE (Reuters) – Il titolo di Deutsche Bank arriva a guadagnare il 2,5%, dopo il crollo della scorsa settimana a un nuovo minimo sui timori per la solidità dell’istituto, grazie al sostegno da parte dei clienti ma anche dei concorrenti.

I vertici di altre società tedesche come BASF, Daimler, E.ON, RWE e Siemens si sono schierati a difesa della banca nel corso del fine settimana e ieri, giornata di chiusura per la Borsa tedesca per festività.

Il ceo di JP Morgan, Jamie Dimon, ha detto che non vede ragioni per cui Deutsche Bank non possa risolvere i propri problemi.

“Deutsche Bank dovrebbe essere ben attrezzata per affrontare questa mancanza di fiducia nel breve termine”, scrive HSBC in una nota ai clienti.

La scorsa settimana il titolo di Deutsche Bank è crollato sulla scia dei timori che la banca e le autorità Usa, che le hanno comminato una multa da 14 miliardi di dollari, non potessero giungere a un accordo che la banca tedesca sta cercando di raggiungere prima delle elezioni presidenziali americane del mese prossimo.

Poco prima delle 11,30 il titolo a Francoforte avanza dello 0,65%.

 

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2 commenti

  1.   

     E’ impossibile sorridere con le notizie di economia e finanza che ti tirano fuori in questo giornale on-line. Ma se tutte le spiegazioni tecniche degli esperti non portano a nulla e nulla viene fatto contro chi agisce in un certo modo( vedi i vertici di tutte le banche, anche le nostre fallite con l’avvento del bail-in o in fase di fallimento e addirittura la più grossa banca TEDESCA, krukka insomma) vuol semplicemente dire che questo bail-in, questa crisi americana che si protrae da 8-9 anni è un altro metodo collaudato per rendere i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Il nostro paese poi è famoso per la sabbia, si insabbia tutto anche se si cerca la verità (Fabiola ha giustamente constatato quanto sia inutile cercare di fare in politica), ricordiamoci Calvi, il già fallito Banco Ambrosiano, politici industriali e grossi prelati alla Marcinkus implicati. Potrebbe essere il remake di un film già visto però con gli attuali effetti speciali.

  2.   

    già  nessun banchiere in galera. io avanzo una ..ipofisi… sicuramente questi banchieri han finanziato amici degli amici  e magari alti poteri dello stato  e magari a tutti i livelli. come si fà a maandare in galera  un banchiere quando ha avuto la cortesia di farti arricchire=?