Anche gli hedge fund mollano Deutsche Bank. Si avvicina il crac

Fuga da Deutsche Bank. Dieci hedge fund, secondo un documento interno diffuso da Bloomberg, hanno ritirato liquidità da Deutsche Bank e ridotto la loro esposizione nei confronti dell’istituto …

Fuga da Deutsche Bank. Dieci hedge fund, secondo un documento interno diffuso da Bloomberg, hanno ritirato liquidità da Deutsche Bank e ridotto la loro esposizione nei confronti dell’istituto di credito tedesco, in virtù della preoccupazione per le sue condizioni finanziarie. Le indiscrezioni hanno pesato sulla seduta borsistica americana, con Wall Street che ha chiuso in netto ribasso: il Dow Jones perde l’1,07% a 18.143,79 punti, il Nasdaq lo 0,93% a 5.269,15. Anche lo S&P 500 lascia lo 0,93% e scende 2.151,12 punti. Il titolo Deutsche Bank, quotato al Nyse attraverso American depositary receipts (Adr), titoli che rappresentano una società non americana, ha ceduto il 6,76% a fine seduta con volumi intensi di scambi per tutta la giornata.

Sulla banca, oltre a una montagna di derivati pari, secondo il Fmi, a circa quindici volte il Pil tedesco, pesa la multa da 14 miliardi di dollari che il dipartimento di Giustizia intende far pagare al gruppo per il suo coinvolgimento nella crisi dei mutui subprime. Secondo molti osservatori, tale cifra potrebbe costringere il governo tedesco a intervenire con aiuti statali, ipotesi categoricamente smentita da Berlino.

>>> Leggi tutti gli articoli di archivio su Deutsche Bank

Deutsche Bank, in una nota, tenta di rassicurare alla luce del sell-off in corso a Wall Street del suo titolo. «I nostri clienti di trading sono tra gli investitori più sofisticati al mondo», spiega il gruppo tedesco da giorni sotto pressione per il timore di una ricapitalizzazione e in vista del maxi patteggiamento con le autorità Usa per la vendita fraudolenta di mutui subprime prima dello scoppio della crisi del 2008. «Siamo fiduciosi che la maggioranza di loro comprenda a pieno la nostra posizione finanziaria stabile, il contesto macroeconomico attuale, le trattative in corso in Usa e i progressi che stiamo facendo con la nostra strategia». Quotato al Nyse attraverso American depositary receipts (Adr), titoli che rappresentano una società non americana che viene scambiata nei mercati finanziari Usa, Deutsche Bank cede il 7,24% a 11,41 dollari con volumi intensi.

Fonte: Il Sole 24 Ore

Pioggia di vendite sui titoli del comparto bancario europeo: l’indice di settore Euro Stoxx Banks cede il 3,93 per cento. Guida la classifica dei ribassi il titolo di Deutsche Bank, che lascia l’8,39% del proprio valore al mercato dopo la notizia di Bloomberg secondo la quale alcuni hedge fund asiatici avrebbero ritirato fondi e collaterali dai conti impiegati per operazioni sui derivati. In pesante ripiegamento anche la connazionale Commerzbank (-7,29%), nonostante il recente annuncio di un duro piano di ristrutturazione. A Parigi prevalgono le vendite anche su BNP Paribas (-4,07%) e su SocGen (-4,61%). In rosso le spagnole Santander (-4,28%) e BBVA (-4,32%) mentre ING cede il 4,01% e UBS il 3,76 per cento. Oltre la Manica Hsbc perde l’1,92% e Rbs il 4,69 per cento.

Germania, banche al collasso: Commerzbank taglia 9.600 posti di lavoro e dividendi per 1,1 miliardi

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Deutsche Bank affonda in Borsa e trascina con sé il settore bancario e le Borse del Vecchio Continente. Il titolo ha aperto in calo di oltre il 7% a Francoforte, con il listino tedesco che perde l’1,8% e Piazza Affari che cede oltre il 2%.

Il caso Deutsche Bank anche a Wall Street, che ieri sera ha terminato gli scambi con un ribasso dell’1,07% per il Dow Jones e dello 0,93% per il Nasdaq. In frenata anche i mercati asiatici, con Tokyo in calo dell’1,4%.

Ad innescare le vendite, la diffusione di un documento interno che mostra l’uscita di dieci hedge fund dall’istituto tedesco a causa della preoccupazione per le sue condizioni finanziarie.

La decisione dei fondi, una piccola parte degli oltre 200 clienti della divisione che gestisce i rapporti con gli hedge funds, è legata alla necessità di diversificare la propria esposizione dopo che il collasso di Lehman del 2008 o quello di Mf Global nel 2011 hanno portato al congelamento degli asset dei fondi clienti dei due istituti.

Sullo sfondo resta la maxi-multa delle autorità americane da 14 miliardi di dollari per il comportamento di Deutsche durante la crisi dei mutui, per la quale l’istituto di Francoforte sta negoziando con le autorità Usa al fine di ottenere uno «sconto».

Attualmente la capitalizzazione della banca è di poco superiore alla sanzione e pari a 16,8 miliardi di dollari.

Le vicende dell’istituto hanno avuto un riflesso anche sulla politica tedesca, con il governo costretto a smentire un piano di intervento straordinario per mettere in sicurezza l’istituto.

A Milano penalizzato tutto il comparto bancario, con una raffica di sospensioni al ribasso per Unicredit, Bpm, Unipol e Banco Bopolare. Ubi e Intesa cedono il 4,6%, Bper il 4,5%.

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8 commenti

  1.   

    Aggiornamento da http://www.lettera43.it
    Obama fa un assist alla Merckel e salva Deutsche Bank
    La FED riduce a un terzo la multa di 14 miliardi comminata all’istituto tedesco. Tanto basta per allontanare lo spettro di una nuova Lehman. Almeno per ora.
     
    di Francesco Pacifico 01 Ottobre 2016
    Angela Merkel aveva promesso che non avrebbe salvato con i soldi dei contribuenti Deutsche Bank.
    L’ha fatto, invece, Barack Obama con le tasse degli americani…………….

  2.   

    Aggiornamento – Fonte http://www.lettera43.it/economia/finanza/obama-fa-un-assist-alla-merkel-e-salva-deutsche-bank_43675262296.htm
    Obama fa un assist alla Merkel e salva Deutsche Bank.
     

  3.   

    All’importantissimo articolo, invio un aggiornamento tratto da http://www.lettera43.it

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    Obama fa un assist alla Merkel e salva Deutsche Bank
    La Fed riduce a un terzo la multa di 14 miliardi comminata all’istituto tedesco. Tanto basta per allontanare lo spettro di una nuova Lehman. Almeno per ora.
    di Francesco Pacifico
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    01 Ottobre 2016
    (© GettyImages) Barack Obama e Angela Merkel.
    Angela Merkel aveva promesso che non avrebbe salvato con i soldi dei contribuenti Deutsche Bank. L’ha fatto, invece, Barack Obama con le tasse degli americani.  Gli interessati smentiscono, ma 24 ore dopo la telefonata tra la cancelliera e il presidente statunitense, la Federal reserve (Fed), la Banca centrale americana, ha deciso di ridurre di un terzo la maxi multa (da 14 a 5,4 miliardi di dollari) comminata alla filiale Usa della banca tedesca per eccessiva esposizione dei derivati. E tanto è bastato – almeno per ora – per evitare quella che gli operatori definiscono la prossima Lehman Brothers. I MERCATI TENGONO. E i segnali che si sta rischiando di andare verso quella direzione ci sono tutti. Quello del 30 settembre 2016 poteva essere l’ennesimo venerdì nero in un anno non facile per le Borse. Soltanto a Francoforte il titolo del colosso tedesco aveva aperto con un -8%. Piazza Affari invece aveva iniziato le contrattazione in calo dell’1,98%. Poi la giornata, e la settimana, si è chiusa in maniera opposta: Milano, dove in poche ore il controvalore degli scambi è salito di 699,3 milioni, ha segnato un +0,38%. Lo spread tra Btp e Bund decennale è sceso di tre punti a quota 131. In Europa il Dax è cresciuto dell’1,01%, stabile Parigi, mentre Londra è calata dello 0,29%.   L’UNTORE TEDESCO. Il Ceo di Deutsche, John Cryan, ha scritto ai dipendenti accusando «la violenta speculazione» e «una percezione esterna distorta» che non deve «influenzare in modo più forte la nostra attività quotidiana».

    «Il più importante contributore netto ai rischi sistemici sulla Terra»
    Lehman Brothers è fallita il 15 settembre 2008.
    Ma con il titolo sotto i 10 euro e oltre 55 miliardi di derivati, è ancora drammatica la situazione di quella che il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha definito «il più importante contributore netto ai rischi sistemici sulla Terra».   Giovedì 29 settembre Bloomberg ha comunicato che hedge fund (fondi speculativi) come Millennium Partners, Capital Investiment Management e Rokos avrebbero chiuso le loro posizioni sui derivati dell’istituto tedesco. Notizia ancora più pericola se, come ha denunciato la Fed, avrebbero venduto parte dei derivati più facilmente piazzabili sul mercato. BUONE NUOVE DALL’ITALIA. Intanto anche sul versante italiano sono arrivati segnali positivi che tranquillizzano gli animi. Marco Morelli, nuovo amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena (Mps), ha confermato che, seppure con difficoltà, l’aumento di capitale da 5 miliardi va avanti. Sempre da Siena il Monte ha annunciato che Cerved e da Kkr e Varde Partners hanno presentato un’offerta vincolante per la piattaforma destinata a gestire i crediti deteriorati.  L’altro grande malato del sistema bancario italiano, Unicredit, ha invece reso noto di aver completato il trasferimento della divisione Cee (Centro ed Est Europa) da UniCredit Bank Austria a UniCredit Spa incluse le partecipate, tagliando non pochi costi e passaggi societari ormai insostenibili. Visto il momento, non è poco.

     
     

     
     

  4.   

    Prova post 123 prova!

  5.   

    All’importantissimo articolo, aggiungo un aggiornamento tratto da http://www.lettera43.it
     

    Obama fa un assist alla Merkel e salva Deutsche Bank
    La Fed riduce a un terzo la multa di 14 miliardi comminata all’istituto tedesco. Tanto basta per allontanare lo spettro di una nuova Lehman. Almeno per ora.
    di Francesco Pacifico
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    01 Ottobre 2016

     

    (© GettyImages) Barack Obama e Angela Merkel.

    Angela Merkel aveva promesso che non avrebbe salvato con i soldi dei contribuenti Deutsche Bank. L’ha fatto, invece, Barack Obama con le tasse degli americani.  Gli interessati smentiscono, ma 24 ore dopo la telefonata tra la cancelliera e il presidente statunitense, la Federal reserve (Fed), la Banca centrale americana, ha deciso di ridurre di un terzo la maxi multa (da 14 a 5,4 miliardi di dollari) comminata alla filiale Usa della banca tedesca per eccessiva esposizione dei derivati. E tanto è bastato – almeno per ora – per evitare quella che gli operatori definiscono la prossima Lehman Brothers.I MERCATI TENGONO. E i segnali che si sta rischiando di andare verso quella direzione ci sono tutti.Quello del 30 settembre 2016 poteva essere l’ennesimo venerdì nero in un anno non facile per le Borse. Soltanto a Francoforte il titolo del colosso tedesco aveva aperto con un -8%. Piazza Affari invece aveva iniziato le contrattazione in calo dell’1,98%. Poi la giornata, e la settimana, si è chiusa in maniera opposta: Milano, dove in poche ore il controvalore degli scambi è salito di 699,3 milioni, ha segnato un +0,38%. Lo spread tra Btp e Bund decennale è sceso di tre punti a quota 131. In Europa il Dax è cresciuto dell’1,01%, stabile Parigi, mentre Londra è calata dello 0,29%.  L’UNTORE TEDESCO. Il Ceo di Deutsche, John Cryan, ha scritto ai dipendenti accusando «la violenta speculazione» e «una percezione esterna distorta» che non deve «influenzare in modo più forte la nostra attività quotidiana».

    «Il più importante contributore netto ai rischi sistemici sulla Terra»

    Lehman Brothers è fallita il 15 settembre 2008.

    Ma con il titolo sotto i 10 euro e oltre 55 miliardi di derivati, è ancora drammatica la situazione di quella che il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha definito «il più importante contributore netto ai rischi sistemici sulla Terra».   Giovedì 29 settembre Bloomberg ha comunicato che hedge fund (fondi speculativi) come Millennium Partners, Capital Investiment Management e Rokos avrebbero chiuso le loro posizioni sui derivati dell’istituto tedesco. Notizia ancora più pericola se, come ha denunciato la Fed, avrebbero venduto parte dei derivati più facilmente piazzabili sul mercato.BUONE NUOVE DALL’ITALIA. Intanto anche sul versante italiano sono arrivati segnali positivi che tranquillizzano gli animi. Marco Morelli, nuovo amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena (Mps), ha confermato che, seppure con difficoltà, l’aumento di capitale da 5 miliardi va avanti. Sempre da Siena il Monte ha annunciato che Cerved e da Kkr e Varde Partners hanno presentato un’offerta vincolante per la piattaforma destinata a gestire i crediti deteriorati.  L’altro grande malato del sistema bancario italiano, Unicredit, ha invece reso noto di aver completato il trasferimento della divisione Cee (Centro ed Est Europa) da UniCredit Bank Austria a UniCredit Spa incluse le partecipate, tagliando non pochi costi e passaggi societari ormai insostenibili. Visto il momento, non è poco.

  6.   

    All’importantissimo articolo, ne aggiungo uno di poche ore fa – Fonte: http://www.lettera43.it
     

    Obama fa un assist alla Merkel e salva Deutsche Bank
    La Fed riduce a un terzo la multa di 14 miliardi comminata all’istituto tedesco. Tanto basta per allontanare lo spettro di una nuova Lehman. Almeno per ora.
    di Francesco Pacifico
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    01 Ottobre 2016

     

    (© GettyImages) Barack Obama e Angela Merkel.

    Angela Merkel aveva promesso che non avrebbe salvato con i soldi dei contribuenti Deutsche Bank. L’ha fatto, invece, Barack Obama con le tasse degli americani.  Gli interessati smentiscono, ma 24 ore dopo la telefonata tra la cancelliera e il presidente statunitense, la Federal reserve (Fed), la Banca centrale americana, ha deciso di ridurre di un terzo la maxi multa (da 14 a 5,4 miliardi di dollari) comminata alla filiale Usa della banca tedesca per eccessiva esposizione dei derivati. E tanto è bastato – almeno per ora – per evitare quella che gli operatori definiscono la prossima Lehman Brothers.I MERCATI TENGONO. E i segnali che si sta rischiando di andare verso quella direzione ci sono tutti.Quello del 30 settembre 2016 poteva essere l’ennesimo venerdì nero in un anno non facile per le Borse. Soltanto a Francoforte il titolo del colosso tedesco aveva aperto con un -8%. Piazza Affari invece aveva iniziato le contrattazione in calo dell’1,98%. Poi la giornata, e la settimana, si è chiusa in maniera opposta: Milano, dove in poche ore il controvalore degli scambi è salito di 699,3 milioni, ha segnato un +0,38%. Lo spread tra Btp e Bund decennale è sceso di tre punti a quota 131. In Europa il Dax è cresciuto dell’1,01%, stabile Parigi, mentre Londra è calata dello 0,29%.  L’UNTORE TEDESCO. Il Ceo di Deutsche, John Cryan, ha scritto ai dipendenti accusando «la violenta speculazione» e «una percezione esterna distorta» che non deve «influenzare in modo più forte la nostra attività quotidiana».

    «Il più importante contributore netto ai rischi sistemici sulla Terra»

    Lehman Brothers è fallita il 15 settembre 2008.

    Ma con il titolo sotto i 10 euro e oltre 55 miliardi di derivati, è ancora drammatica la situazione di quella che il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha definito «il più importante contributore netto ai rischi sistemici sulla Terra».   Giovedì 29 settembre Bloomberg ha comunicato che hedge fund (fondi speculativi) come Millennium Partners, Capital Investiment Management e Rokos avrebbero chiuso le loro posizioni sui derivati dell’istituto tedesco. Notizia ancora più pericola se, come ha denunciato la Fed, avrebbero venduto parte dei derivati più facilmente piazzabili sul mercato.BUONE NUOVE DALL’ITALIA. Intanto anche sul versante italiano sono arrivati segnali positivi che tranquillizzano gli animi. Marco Morelli, nuovo amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena (Mps), ha confermato che, seppure con difficoltà, l’aumento di capitale da 5 miliardi va avanti. Sempre da Siena il Monte ha annunciato che Cerved e da Kkr e Varde Partners hanno presentato un’offerta vincolante per la piattaforma destinata a gestire i crediti deteriorati.  L’altro grande malato del sistema bancario italiano, Unicredit, ha invece reso noto di aver completato il trasferimento della divisione Cee (Centro ed Est Europa) da UniCredit Bank Austria a UniCredit Spa incluse le partecipate, tagliando non pochi costi e passaggi societari ormai insostenibili. Visto il momento, non è poco.

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    Per salvare Deutsche Bank, la Merkel trascina l’Europa in guerra contro la Russia. E Obama ride
    Di Mauro Bottarelli
     
    http://www.rischiocalcolato.it/2016/09/salvare-deutsche-bank-la-merkel-trascina-leuropa-guerra-la-russia-obama-ride.html
     
    Non so voi ma io non credo alle coincidenze. E nelle ultime ore, troppe cose sono accadute seguendo un unico filo per provare a cambiare le mie convinzioni proprio adesso. Stamattina a Francoforte, Deutsche Bank ha aggiornato il minimo storico, scendendo per la prima volta in cifra singola per il prezzo del suo titolo. Un vero tracollo. -8% in apertura, seguito a quello di giovedì sera a Wall Street, dopo che Bloomberg aveva casualmente visionato un documento in base al quale 10 hedge funds avevano cominciato a spostare derivati dal colosso tedesco che usavano come clearing house,
     
    Insomma, panico. E, parliamoci chiaro, Deutsche Bank è davvero messa male ma la cosa la sanno anche i sassi da tempo. Stranamente, però, l’accelerazione verso l’abisso in stile Lehman si è consumata negli ultimi dieci giorni e tutto per mano americana: prima la richiesta di risarcimento del Dipartimento di Giustizia Usa per il caso subprime, 14 miliardi di dollari che azzererebbero la base patrimoniale della banca, poi lo scoop di Bloomberg sulla fuga dei fondi speculativi. E il panico è cominciato a circolare pesantemente in tutta Europa, come ci dimostra questo grafico,

    …ecc…
    ,,,