Usa, legge-lampo contro lo spionaggio verso i Paesi alleati

Dopo le rivelazioni di Wikileaks sulle intercettazioni a Berlusconi, Obama firma la nuova norma sulla privacy. Ma in patria vuole lo sblocco degli iPhone e Cook gli risponde: …

Dopo le rivelazioni di Wikileaks sulle intercettazioni a Berlusconi, Obama firma la nuova norma sulla privacy. Ma in patria vuole lo sblocco degli iPhone e Cook gli risponde: “Sarebbe come un cancro”.

Nel mezzo della nuova bufera per le rivelazioni di Wikileaks sulle intercettazioni da parte della Nsa di leader stranieri, tra cui l’ex premier italiano, Silvio Berlusconi, Barack Obama ha firmato la legge che estenderà ai cittadini dei paesi alleati alcune garanzie della privacy di cui godono gli americani. La legge permetterà così a cittadini stranieri di fare causa al governo americano nel caso che i loro dati personali vengano diffusi in modo illegale.

Durante la cerimonia di forma del “Judicial Redress Act”, Obama ha detto che la nuova misura farà in modo che i dati personali saranno protetti dalle leggi in materia di privacy “non solo per i cittadini americani ma anche per quelli stranieri”. Anche se il governo è impegnato a lavorare per proteggere la sicurezza dell’America, ha poi aggiunto Obama, “stiamo attenti alla privacy che è una cosa che consideriamo molto importante”. Estendendo le protezioni della privacy anche ai cittadini dei paesi alleati, Washington spera che questi Paesi continueranno a condividere con gli Usa i dati raccolti dalle proprie forze di sicurezza e di intelligence.

Apple resiste: no allo sblocco dell’iPhone del killer di San Bernardino

Il ceo di Apple, Tim Cook, ha ribadito che violare l’iPhone del killer di San Bernardino sarebbe “un male per l’America” e stabilirebbe un precedente legale che potrebbe ledere molti americani. “Alcune cose sono difficili, e alcune cose sono giuste, e alcune cose sono entrambe – questa è una di quelle cose”, ha detto Cook ad Abc News nella sua prima intervista dopo l’ordine del tribunale, spiegando di voler parlare direttamente col presidente Obama della questione per portarla su “su un percorso migliore”. Per l’ad di Apple la richiesta di sblocco del governo è “l’equivalente software del cancro”, e la compagnia è perciò pronta ad andare “fino in fondo”, arrivando fino alla Corte Suprema se fosse necessario.

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