Unioni civili, Cirinnà punta il dito: “Tutta colpa dei renziani e di Di Maio”

La senatrice Pd rivela “le ripicche” dei colleghi di partito “che aspettavano il premietto” al governo o in commissione e una telefonata notturna del giovane leader M5S che …

La senatrice Pd rivela “le ripicche” dei colleghi di partito “che aspettavano il premietto” al governo o in commissione e una telefonata notturna del giovane leader M5S che ha bloccato i suoi al Senato.

“Mi scrivevano ‘Tutto ok voteremo il canguro, intero o spacchettato’ solo poche ore prima del voltafaccia. La democrazia è anche coraggio. Loro non ne hanno avuto. È bastata la telefonata notturna di Di Maio e hanno rinnegato due anni di lavoro insieme”. Lo afferma Monica Cirinnà, senatrice del Pd firmataria del ddl sulle unioni civili, parlando del M5S in un’intervista a “La Repubblica”.

“Nell’aula di martedì ho fiutato improvvisamente odore di sangue, ho visto i capannelli dei 5 Stelle, ho intuito che stavano per sfilarsi. Ed è lì che si sono scatenate, trasversalmente, le forze peggiori, anche dentro di noi”, spiega la senatrice, che aggiunge: “Non mi sento sola, né scaricata, né abbandonata. Sono andata dal notaio a firmare un programma, quello del Pd di Renzi, che prevede le unioni civili sul modello tedesco e la stepchild adoption. Io non ho cambiato idea. Forse lo hanno fatto alcuni colleghi del Pd che stanno riproponendo una questione cattolica che non c’entra assolutamente con la materia che stiamo discutendo – prosegue -. Voglio però ricordare che il mio testo è stato redatto nella stanza del senatore Tonini e c’era anche Giuseppe Lumia, capogruppo in commissione Giustizia. Ho condiviso ogni passo con i 9 colleghi del Pd in commissione. Insieme abbiamo vissuto quel lungo Vietnam, con Giovanardi, Malan e Gasparri sulle barricate ad ogni ora del giorno e della notte. Insieme abbiamo trovato un punto di equilibrio sottoscritto ad ottobre da oltre 70 senatori del nostro partito”.

“Giuro sui miei cani che Renzi non mi ha mai detto ‘Monica fermati’ – sottolinea la senatrice -, anzi mi ha incitato ad andare avanti. Lui, la Boschi, Campana, Scalfarotto, li ho sentiti molto vicini. Purtroppo c’è stato il tradimento di colleghi con i quali abbiamo lavorato per due anni fianco a fianco. Ci hanno preso in giro da subito? Non credo. Io credo piuttosto che Airola e Maurizio Buccarella siano stati leali finché hanno potuto, finché non e’ arrivato il diktat notturno di Di Maio. Non c’è nulla di più stalinista di aver costretto Airola martedì scorso a smentire due anni di percorso condiviso. Pur di nuocere al Pd hanno perso l’opportunità di scrivere un pezzo di storia dei diritti umani e civili di questo Paese”.

In un’altra intervista, al “Corriere della Sera”, la Cirinnà parla dell’opposizione interna al Pd nei confronti del ddl. “Sa, in tutta questa brutta storia, cosa pago davvero io? Pago la lotta, la guerra profonda che c’è tra i renziani… una cosa tremenda. No, dico: ma ha visto come s’è comportata con me la Di Giorgi? Guardi che lei è una renzianissima della prima ora, stava a Firenze con Renzi, eppure… Così accanita, così spietata contro il mio ddl. La verità è che io pago le delusioni di molti… Pago le delusioni di chi, e sono tanti, nutriva forti aspettative nell’ultimo rimpasto di governo… Stavano tutti lì ad aspettare il premietto, una promozione. Chi voleva guidare una commissione, chi avrebbe voluto diventare sottosegretario. E allora sono scattate volgari ripicche, atteggiamenti assolutamente disgustosi sia in Aula che fuori”.

Tag

Partecipa alla discussione