Ue: Italia ‘attenzionata’, tra i paesi più a rischio

Gli squilibri macroeconomici restano “eccessivi” e la Commissione Ue proseguirà il monitoraggio dei “rischi” identificati: il debito “molto elevato” (oltre 2,2 trilioni di euro), una produttività inadeguata e …

Gli squilibri macroeconomici restano “eccessivi” e la Commissione Ue proseguirà il monitoraggio dei “rischi” identificati: il debito “molto elevato” (oltre 2,2 trilioni di euro), una produttività inadeguata e scarsa competitività. E’ quanto si evidenzia nel nuovo rapporto sugli squilibri dove l’Italia compare nel gruppo di Paesi più a rischio. Nella stessa situazione si trovano altri 17 Paesi per i quali servirà un’analisi più approfondita.

Da sinistra il commissario Valdis Dombrovski, Marianne Thyssen e Pierre Moscovici

Gli squilibri macro-economici dell’Italia restano «eccessivi» e la Commissione dell’Unione Europa proseguirà il monitoraggio dei «rischi» identificati: il debito «molto elevato», una produttività inadeguata e scarsa competitività. È quanto si legge nel nuovo rapporto sugli squilibri dove l’Italia compare nel nutrito gruppo di Paesi più a rischio. La Commissione quindi stenderà un’analisi approfondita (in depth review) a febbraio 2016 per l’Italia e altri 17 Paesi Ue che presentano squilibri. Tra essi c’è anche la Germania che continua ad essere sotto osservazione per il surplus troppo elevato.

«DEBITO ALTO E POCA PRODUTTIVITA’»  

«A febbraio 2015 la Commissione ha concluso che l’Italia presenta squilibri macro-economici eccessivi che richiedevano azioni decise e un monitoraggio specifico, in particolare sul debito molto alto e la debolezza della competitività. Nella classifica aggiornata sono diversi gli indicatori che oltrepassano le soglie indicative, in particolare perdita di quote di export, debito, disoccupazione e aumento di quella giovanile», scrive Bruxelles nel nuovo rapporto. «Il calo della produttività e la bassa inflazione, trattengono la riconquista della competitività» e il debito «è salito nel 2014, guidato da crescita e inflazione basse, e deficit». Inoltre, «la debolezza economica si riflette anche nel declino del rapporto investimenti/pil, parzialmente guidati da un’ulteriore contrazione del credito nel 2014». Le condizioni del credito infatti, «nonostante alcuni miglioramenti da metà 2014, continua a risentire della grande quantità di crediti deteriorati».

LA DISOCCUPAZIONE  

Infine, la disoccupazione ha avuto il suo picco nel 2014, ma resta elevata assieme a quella giovanile e quella di lungo termine. Anche gli indicatori sociali e sulla povertà sono stabili, ma «a livelli preoccupanti». Per questo la Commissione «trova utile anche prendendo in considerazione l’identificazione degli squilibri eccessivi a febbraio, esaminare ancora la persistenza dei rischi macroeconomici e monitorare i progressi nell’allentamento degli squilibri».

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Dopo Draghi e Visco, anche Squinzi lancia un allarme sull’economia globale, derivante dal terrorismo. “La paura pesa sull’economia globale ma anche quella italiana ne risentirà”, ha detto il presidente dei Confindustria all’Assemblea gli industriali di Napoli. Sul piano interno, Squinzi si sofferma sul Mezzogiorno: “Le politiche pubbliche devono favorire l’impresa, l’unica forza che può portare il Sud e l’Italia fuori dalla crisi”. E l’apprezzamento sul Masterplan del governo: “un buon quadro da riempire di contenuti”.

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MILANO (Reuters) – La combinazione tra un alto livello di debito pubblico e la discesa del potenziale di crescita che caratterizzata l’Italia, insieme a Francia e Belgio, rappresenta una fonte di preoccupazione per la Commissione europea. E’ quanto si legge nel rapporto della Commissione europea sugli squilibri macroeconomici dei membri del’Unione.

Anche in assenza di rischi esterni alla sostenibilità del debito, tale combinazione negativa, sottolinea la Commissione, aumenta la probabilità di instablii traiettorie del rapporto debito Pil e la vulnerabilità a shock avversi. Complessivamente, sottolinea il rapporto, il basso incremento della produttività riduce le prospettive di crescita e il miglioramento della competività, rendendo più difficile ridurre il livello di indebitamento del settore pubblico. “La Commissione ritiene quindi utile, tenendo conto dell’identitificazione degli squilibri eccessivi operata a febbraio, esaminare ulteriormente la persistenza di rischi macroeconomici e monitorare i passi compiuti per ovviare agli squilibri eccessivi”, prosegue il documento.

L’Italia all’inizio dell’anno scorso era stata inserita nella lista dei Paesi che stavano affrontando squilibri macroeconomici eccessivi, i quali richiedevano una serie di misure e un monitoraggio specifico. “Nella classifica aggiornata – si legge nel documento – un numero di indicatori restano oltre le soglie indicative, ossia la perdità di quote di mercato nell’export, il debito pubblico, la disoccupazione così come l’aumento della disoccupazione di lungo termine e di quella giovanile”.

La perdita di quote di mercato nell’export, riconosce Bruxelles, si è comunque ridotta, grazie all’incremento limitato dei costi che incidono sulla competitività. Tuttavia il declino della produttività del lavoro e il contesto di bassa inflazione hanno impedito un recupero maggiore della competitività. Vengono poi indicati una serie di talloni di Achille dell’economia italiana. Oltre al debito pubblico, che ha proseguito il trend ascendente, vi è la presenza di una vasta mole di crediti deteriorati nei bilanci bancari, che impedisce un miglioraramento più deciso delle condizioni di finanziamento. La Commissione nota poi come l’anno scorso il tasso di disoccupazione abbia toccato il picco, mentre la povertà e il gli indicatori relativi all’esclusione sociale sono rimasti stabili, sebbbene a livelli preoccupanti.

 

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