Ue inventa “tassa” su news online. In Spagna e Germania esperimento già fallito

La Commissione europea è vicina alla definizione di un piano che impedirà agli aggregatori di notizie, come Google o Microsoft, di pubblicare alcune parti o interi articoli dei …

La Commissione europea è vicina alla definizione di un piano che impedirà agli aggregatori di notizie, come Google o Microsoft, di pubblicare alcune parti o interi articoli dei giornali sul proprio motore di ricerca.

Questa mossa dovrebbe, nelle intenzioni di Bruxelles, tutelare il diritto d’autore dei grandi editori continentali, che ogni anno perdono copie e lettori che sempre più spesso scelgono l’online per informarsi a discapito dei canali tradizionali. La bozza di documento che contiene le norme sul copyright dovrebbe essere completata entro la fine del mese di settembre.

In sostanza, l’Europa vuole che le società di social media e i grandi aggregatori paghino i diritti d’autore agli editori per utilizzare i contenuti dei loro giornali, creando così una sorta di compensazione per le eventuali perdite di copie vendute. Il problema, però, è che ad essere penalizzato sarebbe il lettore, in quanto gli editori, non dovendosi più preoccupare dei mancati introiti, non avrebbero alcun tipo di spinta alla concorrenza.

I precedenti, inoltre, sono già fallimentari. Perché iniziative simili sono state sperimentate sia in Spagna che in Germania, ma non sono servite a porre un freno all’erosione finanziaria per gli editori. Nella penisola iberica il risultato ottenuto è che Google ha chiuso il suo servizio di notizie, mentre in Germania gli editori alla fine concesso a Google una licenza gratuita per pubblicare i propri contenuti dopo che il traffico del motore di ricerca è crollato in maniera verticale.

Al danno si aggiunge anche la beffa, visto che la proposta sul copyright arriverà sotto forma di Direttiva Ue. Ciò significa che gli Stati membri saranno liberi di decidere come implementare le nuove norme, ovvero ognuno può determinare eventuali sanzioni per quelle aziende che non rispettano il blocco.

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