Turchia, la strategia di Erdogan: ridicolizza l’Ue e fa pace (e affari) con Putin

Aprire una “nuova pagina” nei rapporti bilaterali: con questo proposito il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si recherà martedì 9 agosto a San Pietroburgo per incontrare l’omologo russo, …

Aprire una “nuova pagina” nei rapporti bilaterali: con questo proposito il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si recherà martedì 9 agosto a San Pietroburgo per incontrare l’omologo russo, Vladimir Putin.

Erdogan, in un’intervista all’agenzia di stampa russa “Tass”, ha parlato della nuova fase di normalizzazione delle relazioni dopo otto mesi difficili, in seguito all’abbattimento del Su-24 russo avvenuto al confine turco-siriano. Da poco più di un mese i due paesi hanno ripreso a dialogare, dopo che proprio Erdogan ha inviato una lettera di scuse a Putin, porgendo le condoglianze ai congiunti del pilota del jet da combattimento russo. La ripresa dei rapporti fra Ankara e Mosca, tuttavia, è coincisa con il tentato golpe avvenuto nella notte fra il 15 e 16 luglio scorsi che ha scosso pesantemente il contesto socio-politico turco.

Erdogan ha dato il via a un giro di vite che ha fatto storcere non poco il naso a Bruxelles, da dove i vertici dell’Unione europea hanno invitato il capo dello Stato a garantire il rispetto dei diritti umani, soprattutto dopo le reiterate dichiarazioni su una possibile reintroduzione della pena di morte. Il presidente turco, inoltre, ha puntato il dito verso il predicatore Fethullah Gulen, da anni suo rivale, che vive in esilio volontario in Pennsylvania, negli Stati Uniti: tuttavia, al momento, le richieste di estradizione sono cadute nel vuoto, soprattutto perché a Washington non sembrano convinti delle prove presentate dalle autorità di Ankara. In questo contesto, la visita di Erdogan in Russia giunge in una fase in cui i rapporti con l’amministrazione Usa e l’Ue sono particolarmente tesi, una situazione decisamente favorevole per Putin.

“Questa sarà una visita storica, un nuovo inizio”, ha detto Erdogan. “Ai colloqui con il mio amico Vladimir (Putin), credo che si aprirà una nuova pagina nelle relazioni bilaterali. I nostri paesi hanno molto da realizzare insieme”, ha detto Erdogan, e Putin dal canto suo sa che la collaborazione con la Turchia potrebbe risultare fondamentale per diverse questioni internazionali, sia sul piano economico-commerciale, ma anche politico. La Russia vuole entrare a pieno titolo nella partita del gas nelle rotte meridionali di forniture destinate all’Europa: dopo che l’Ue ha favorito il progetto del Corridoio meridionale, che partirà dal giacimento azero di Shah Deniz, rispetto al South Stream, Mosca ha puntato sull’accordo con la Turchia per la realizzazione del Turkish Stream, progetto alternativo che ha suscitato l’attenzione dei paesi dell’area balcanica e della Grecia, che da quando è in carica il premier Alexis Tsipras si è decisamente riavvicinata alla Russia.

Inoltre, nella prima fase di normalizzazione dei rapporti, Ankara ha mostrato dei segni di apertura verso la Russia, sostenendo la posizione di Mosca sulla crisi in Siria, che vede la Russia impegnata in prima fila sia sul fronte militare che diplomatico. “Senza la partecipazione della Russia è impossibile trovare una soluzione al problema siriano”, ha detto Erdogan. “Solo attraverso una collaborazione con la Russia saremo in grado di risolvere la crisi in Siria”, ha ribadito il presidente Erdogan.

Si tratta di un deciso cambio di passo da parte del capo dello stato turco, visto che sinora la leadership di Ankara si era opposta al fermo sostegno espresso da Mosca a favore del presidente Bashar al Assad, identificato come l’unico elemento in grado di garantire stabilità al paese mediorientale, stretto fra la morsa del terrorismo jihadista dello Stato islamico e i combattenti del Fronte al Nusra, legati ad al Qaeda.

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