Terrorismo islamico: jihadista uccide poliziotto vicino Parigi. Isis rivendica

Un poliziotto francese è stato accoltellato a morte nella sua casa di Magnanville, comune a circa 50 chilometri dalla capitale francese Parigi, da una persona che aveva “giurato” …

Un poliziotto francese è stato accoltellato a morte nella sua casa di Magnanville, comune a circa 50 chilometri dalla capitale francese Parigi, da una persona che aveva “giurato” fedeltà allo Stato islamico.

Il sedicente militante dell’Isis è stato ucciso dalle forze speciali francesi: all’interno dell’abitazione è stata ritrovata morta anche la compagna del poliziotto, una funzionaria della polizia locale. Illeso, invece, il figlio di tre anni della coppia: è stato posto sotto cure mediche dopo essere sopravvissuto al massacro. L’agenzia Amaq, legata all’Isis, ha rivendicato la responsabilità dell’azione, sottolineando che l’attacco è stato condotto da un “combattente dello Stato islamico”.

L’agente di polizia ucciso aveva 42 anni ed è stato aggredito per strada intorno alle 20,30. Un particolare riferito dal quotidiano francese Le Figaro che ha aggiunto che l’uomo si trovava fuori dalla sua abitazione in abiti civili. Il quotidiano ha citato il portavoce del ministero dell’Interno, Pierre-Henry Brandet, il quale ha riferito che il killer è andato dentro la casa del poliziotto per nascondersi. L’uomo è stato poi ucciso dalle forze speciali francesi, arrivate un’ora dopo, intorno a mezzanotte: dopo il fallimento dei negoziati le teste di cuoio hanno assaltato la casa.

Il presidente francese, François Hollande, ha sottolineato in una dichiarazione “di condannare fortemente questo atto odioso”, convocando per martedì 14 giugno un incontro all’Eliseo con alti funzionari per discutere della “terribile tragedia”.

CHI ERA L’OMICIDA – Il presunto omicida di un agente di polizia e della sua compagna, la sera tra lunedì 13 e martedì 14 giugno in un sobborgo di Parigi, è stato identificato come Larossi Abballa, 25 anni, uomo già condannato nel 2013 per la sua appartenenza a una rete jihadista tra la Francia e il Pakistan: lo hanno riferito fonti concordanti.

Fermato con altri sette imputati, era stato condannato a tre anni di carcere, con sei mesi di sospensione, per “associazione a delinquere allo scopo di preparare atti terroristici”, ha spiegato una fonte vicina al dossier. L’uomo era originario di Mantes-la-Jolie, una sessantina di chilometri a Ovest di Parigi.

Tag

Partecipa alla discussione

1 commento

  1.   

    Cari amici se qualcosa si può fare..militarmente.. contro i gruppi yaidisti contro i..lupi solitarii …nulla si può fare. Pertanto l’unico sistema, per non avere rischi è di NON AVERLI  sul suolo nazionale e di rimpatriare..anche se costoso… tutti coloro per i quali si nutrono dubbi anche minimi.