Tasse, volete pagare il 90% in meno? Il giudice vi darà ragione contro il Fisco

Sentenza clamorosa di Tribunale: il debitore ‘incolpevole’ può chiedere al giudice, valutata tutta la situazione personale e l’oggettiva difficoltà ad adempiere, di decurtare il debito complessivo di una …

Sentenza clamorosa di Tribunale: il debitore ‘incolpevole’ può chiedere al giudice, valutata tutta la situazione personale e l’oggettiva difficoltà ad adempiere, di decurtare il debito complessivo di una parte anche sostanziosa.

Buone notizie per i contribuenti che vogliono pagare meno imposte. Grazie alla procedura da sovraindebitamento prevista dalla legge del 2012 è infatti possibile pagare il 90% in meno di tasse.

A confermarlo, spiega il portale ‘laleggepertutti.it‘, è il Tribunale di Como con una recente sentenza, con la quale il giudice lombardo ricorda che è possibile ottenere il cosiddetto ‘piano del consumatore’ (ossia il ricorso al giudice con ‘saldo e stralcio’ del debito fiscale) anche in presenza di un solo grande creditore come l’erario.

In buona sostanza, il debitore ‘incolpevole’ (che si sia trovato, suo malgrado e senza responsabilità, nell’impossibilità di pagare) può chiedere al giudice, valutata tutta la situazione personale e l’oggettiva difficoltà ad adempiere, di decurtare il debito complessivo di una parte anche sostanziosa. A decretare l’accoglimento o meno dell’istanza non è il consenso del creditore, che non viene neanche interpellato, ma solo il Tribunale. Il fisco quindi ‘subisce’ la decisione del giudice ed è tenuto ad accettare il minor pagamento di tasse col saldo e stralcio.

Nel caso, invece, di debiti di natura commerciale (ad esempio quelli derivanti dall’esercizio dell’impresa) è possibile la procedura alternativa: quella dell’accordo coi creditori, che a differenza del ‘piano del consumatore’, richiede il consenso del 60% dei creditori, cui poi segue l’omologa del giudice.

Nel caso del Tribunale di Como, la morosità nei confronti dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia – che riguardava debiti fiscali relativi a una partecipazione societaria – ammontava a 166 mila euro, debito poi lievitato a ben 509mila euro con le sanzioni e gli interessi. A seguito del piano del consumatore, il contribuente ha pagato solo il 10%.

Neanche la recente rottamazione dei ruoli avrebbe garantito un risparmio tanto elevato. Il punto su cui deve insistere l’istanza del contribuente è quello dell’oggettiva impossibilità a pagare per intero il debito, dimostrando che, anche in caso di rigetto della proposta di ‘saldo e stralcio’, il fisco o qualsiasi altro creditore non potrebbe recuperare l’intero importo per via delle disagiate condizioni del debitore. Insomma, un eventuale pignoramento non potrebbe portare esiti migliori.

Sul punto, si registrano pronunce già dal tribunale di Napoli, di Busto Arsizio, Monza e Como. In particolare, nei precedenti casi, si è ammessa la possibilità di accesso al piano del consumatore per i debiti di natura privata (ad esempio, quelli con la banca) e dell’accordo con i creditori per quelli di natura imprenditoriale.

In tutti i casi il debito è stato sostanzialmente eroso per una buona parte (variabile dal 60% all’80% a seconda della situazione). Grazie alla procedura del sovraindebitamento è quindi possibile liberarsi per sempre delle proprie passività, anche quando il creditore è uno soltanto, per una riabilitazione del debitore sul piano sociale. (Adnkronos)

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