Stiglitz a Die Welt: ‘L’Italia nell’euro non funziona’. ‘Italiani delusi’

Il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz ha espresso, in un’intervista a Die Welt, dubbi sulla permanenza dell’Italia nell’eurozona nel lungo periodo. “Quando parlo con gli italiani avverto …

Il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz ha espresso, in un’intervista a Die Welt, dubbi sulla permanenza dell’Italia nell’eurozona nel lungo periodo.

“Quando parlo con gli italiani avverto che le persone lì sono sempre più deluse dall’euro. Scienziati e leader politici sono ampiamente frustrati e delusi dall’unità monetaria”, ha detto Stiglitz rispondendo alla domanda se l’Italia farà parte in futuro dell’eurozona. “Agli italiani diventa chiaro che l’Italia nell’euro non funziona”, ha proseguito Stiglitz, “e questo per gli italiani è emotivamente davvero difficile e si sono rifiutati a lungo di accettare tale convincimento”.

L’economista statunitense ha poi auspicato riforme come unione bancaria e garanzia comune dei depositi criticando però i politici: “Non sono pronti a portare avanti le riforme necessarie al funzionamento dell’unione monetaria”.  (Ansa)

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In Italia ”c’e’ una minaccia populista. E’ per questo che sosteniamo gli sforzi di Renzi affinche’ sia un partner forte all’interno dell’Ue”. Lo afferma il commissario europeo agli Affari Economici, Pierre Moscovici, in un’intervista a Bloomberg a margine dei lavori del Fmi.

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1 commento

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    Dopo i governi tecnici, arrivano le scomuniche Ue per i populisti. Ma mandarli a fare in culo, no?
    Di Mauro Bottarelli
     
    http://www.rischiocalcolato.it/2016/10/governi-tecnici-arrivano-le-scomuniche-ue-populisti-mandarli-culo-no.html
     
    La notizia è nota: il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, ha lanciato un bel salvagente a Matteo Renzi, quando ieri ha detto che la Commissione Ue apre alla flessibilità e si dice “pronta a considerare le spese per la crisi di rifugiati o un terremoto o un Paese che soffre attacchi terroristici”. Riferimento chiaro al Belgio ma soprattutto all’Italia. Per un politico che deve mettere mano a un DEF che è stato bocciato da tutti, forse tranne che dal CONI o dall’ANPI, una bella boccata di ossigeno e un tesoretto – margini di spesa aggiuntivi del 4% del Pil – da spendere in “regali” per garantirsi l’unica cosa che davvero conta: vincere il referendum del 4 dicembre e salvarsi la poltrona e la carriera. Ma il simpatico Moscovici è andato oltre: “In Italia c’è una minaccia populista e, proprio per questo, sosteniamo gli sforzi del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, affinché sia un partner forte”. Manca l’invito formale a votare sì ma siamo certi che l’attesa sarà breve, soprattutto se i sondaggi continueranno a dare il “no” in crescita.
     
    Quindi, signori, dopo i governi tecnici imposti e il di fatto commissariamento dell’ultimo governo Berlusconi attraverso la lettera della Bce, ecco la novità: il cordone sanitario preventivo europeo contro i populismi. Mi aspetto, come passo successivo, lo scioglimento forzato di qualsiasi movimento o partito metta in discussione la politica migratoria o l’Ue nel suo complesso. Ma Moscovici, con il suo aiutino ha voluto inviare anche un segnale all’Austria, la quale sempre il 4 dicembre voterà per il ballottaggio alle presidenziali.
     
    Già, perché con una quasi contemporaneità che lascia poco margine al dubbio, il candidato dell’FPO, Norbert Hofer, ha detto chiaro e tondo, intervistato in tv, che se verrà eletto non ratificherà l’accordo CETA con il Canada e, anzi, la materia sarà argomento di un referendum popolare vincolante. Un bel guaio, perché il sì acritico al CETA era lo stratagemma usato dai fenomeni di Bruxelles tipo Moscovici per vendere all’opinione pubblica la favola dell’autonomia europea rispetto alle pressione Usa sul TTIP: con l’85% delle aziende Usa che ha una filiale in Canada, il CETA garantiva il massimo risultato con il minimo sforzo. Ma c’è sempre un rompicoglioni populista di mezzo che fa la frittata con le uova nel paniere.
     
    Non so voi ma io comincio a essere stanco. Parecchio. Perché già non accetto che un non eletto come Moscovici, che farebbe meglio ad occuparsi dei disastri di Deutsche Bank, visto il suo ruolo in seno alla Commissione, venga a dare aiutini al governo fantoccio di turno affinché non caschi ma la moratoria sul dissenso è davvero troppo. Parlano di derive autoritarie e fasciste questi signori, quando attaccano Orban od Hofer ma non ti permettono di esprimere le tue idee: direi che la contraddizione è palese. Tanto più che il beneficiario dell’aiuto non è esattamente uno statista, è uno che ieri mattina, visitando una scuola, ha proferito questa frase: “Se fossi un mago come Harry Potter, vorrei una scuola più aperta, più attenta alle barriere architettoniche e in cui si facesse più sport”.
     
     
    Ora, qualcuno può dirgli che in fatto di riforma della scuola, un premier ha più potere e facoltà di intervento di Harry Potter, per favore? Ma si sa, lui la riforma della scuola l’ha già fatta, la sua è una buona scuola. Talmente buona che stiamo assistendo al record di cattedre vuote, in compenso chi la cattedra ce l’ha, di ruolo e vicino casa, è la moglie del premier, Agnese, insegnante a Firenze. Strano, abbiamo assistito per settimane alle proteste di chi, per non perdere posti in graduatoria, si è trasferito da Oristano a Biella e, invece, guarda caso, la signora Renzi deve andare solo da Rignano a Firenze. E dubito con i mezzi pubblici.Taccio, per carità di patria, sulla questione banche ma c’è poi la vicenda migranti, altro argomento a forte rischio di condanna per populismo. Chiedo a Moscovici: posso essere non felicissimo se nel prato vicino casa mia bivaccano immigrati clandestini che usano l’erba per attività ricreative come spargimento della pipì e lancio degli escrementi? E’ la stessa erba in cui giocano bambini e cammina mia madre per andare a fare la spesa: mettiamo in Costituzione che pestare le deiezioni dei clandestini porta bene e la chiudiamo così? Sono nuove discipline olimpiche per l’Ue?
     
     
    Posso non sparare i mortaretti dalla gioia, se queste persone i loro bisogni li fanno en plein air, spesso mostrando anche il loro reale augello migrante alle signore, avanzando profferte sessuali non proprio degne di un galantuomo? Ad occhio e croce, se sotto casa Moscovici qualcuno provasse anche soltanto a slacciarsi la patta, finirebbe a Guantanamo ma altrove no: altrove, sotto casa mia o casa vostra, i campi profughi a cielo aperto vanno bene e sono benedetti dalla Commissione, la quale permetterà al governo di sforare il 3%, in ossequio alla prosecuzione del business per le cooperative. Ma si sa, dire certe cose è populismo e l’Ue si offende tantissimo. Non capisco, però, come mai uno come Moscovici, commissario agli Affari economici, non sia più interessato al fatto che nelle statistiche italiane venga conteggiato come nuovo occupato anche chi lavora un’ora al giorno, magari pagato con il voucher o un ticket restaurant ma io sono un populista e quindi la mia mente non è aperta e raffinata come quella dei feldmarescialli di Bruxelles.
     
    Una cosa posso però farla, anzi due. Continuare a denunciare queste cose, usando come arma la tastiera e scrivere un “no” grande come una casa sul referendum. E non perché mi freghi qualcosa del Senato o del CNEL ma perché questa Europa la si sconfigge in un modo solo, segando le gambe delle sedie su cui poggia le terga, cioé i governi fantoccio come quello italiano. Perché la pazienza è una virtù importante ma quando arriva il momento di mandare a fare in culo qualcuno o qualcosa, tocca farlo. Anche solo per dignità.