Statue coperte per Rouhani, ecco il dossier segreto. Ma non svela il nome del “colpevole”

La relazione del sovrintendente romano ai Beni culturali lascia intendere che fu l’ex capo del Cerimoniale di Palazzo Chigi a decidere, ma non è credibile che nessuno dello staff del …

La relazione del sovrintendente romano ai Beni culturali lascia intendere che fu l’ex capo del Cerimoniale di Palazzo Chigi a decidere, ma non è credibile che nessuno dello staff del premier fosse stato informato.

Il presidente dell’Iran Rouhani arriva in Italia ed incontra il premier Renzi ai Musei Capitolini. Tutto il mondo resta sorpreso nel constatare che le statue rappresentanti nudi maschili e femminili lungo la galleria comunale sono state coperte per non urtare – si dice – la sensibilità dell’ospite. Un vero smacco per la dignità della nostra identità culturale, osservano in tanti. Chi ha preso quella decisione tanto contestata? Poco trapela dalle segrete stanze e solo una persona, il capo del Cerimoniale di Palazzo Chigi, Ilva Sapora, sembra pagare un prezzo col pensionamento “anticipato”.

Ora però la relazione del sovrintendente romano ai Beni culturali, Claudio Parisi Presicce, inviata al commissario prefettizio della Capitale Tronca, sembra voler gettare nuova luce sulla controversa vicenda. Secondo questa versione dei fatti – come riporta Repubblica – fu la delegazione iraniana a “ordinare” al Cerimoniale italiano di “vestire” quelle opere d’arte.

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Una tesi mai accettata tuttavia dal governo che in merito, per ora almeno, non ha voluto fornire una versione ufficiale. E questo nonostante le inchieste interne avviate dalla Presidenza del Consiglio e dal Campidoglio per individuare i colpevoli. Qualsiasi conclusione è stata avvolta dentro una coltre di silenzio, e gli enti interessati pare non si siano scambiati neppure i relativi dati.

Stando alla relazione di Presicce comunque alcuni punti risultano meglio delineati. Per esempio, nelle settimane prima della visita del capo di Stato iraniano, vennero effettuati 4 sopralluoghi. Il primo da parte del capo del Cerimoniale italiano, Ilva Sapora, un altro dal capo della delegazione iraniana, e gli altri da parte del capo del cerimoniale comunale Francesco Piazza e del sovrintendente capitolino.

È durante quelle visite di accertamento e verifica che matura la decisione di coprire le statue. Decisione che il ministro della Cultura, Dario Franceschini, definirà “incomprensibile”. Per motivi di sicurezza viene individuato come percorso per la delegazione condotta da Rouhani, quello disseminato di statue ritenute “imbarazzanti” dalla delegazione dell’Iran, almeno stando alla relazione. La richiesta degli “ambasciatori” sarebbe stata dunque perentoria: “coprirle subito”.

La Sapora a questo punto avrebbe ritenuto fattibile la cosa, il sovrintendente Presicce avrebbe abbozzato ritenendo di trovarsi davanti a decisioni già prese da altri. Un po’ come Piazza. Di conseguenza le “scandalose” statue vengono coperte e impacchettate ad opera di una società esterna, di fiducia della Presidenza del Consiglio.

La versione fornita ovviamente non convince tutti. In questo modo la responsabilità di quanto accaduto ricadrebbe solo su funzionari che avrebbero agito in autonomia, mentre il livello politico sarebbe completamente estraneo. Una versione che lascia più di una domanda in sospeso: è possibile che decisioni di quel livello possano avvenire senza il coinvolgimento dei politici? E nel caso ciò avvenga, è plausibile che i responsabili politico-istituzionali accettino di essere lasciati fuori da simili decisioni?

Intanto la responsabile del Cerimoniale di Palazzo Chigi, Ilva Sapora, attende il pensionamento che scatterà ad agosto. Nel frattempo è stata estromessa dalla gestione delle missioni. La sua assenza durante la trasferta di Renzi a Berlino è stata il primo decisivo segnale. Del resto, “non parla nemmeno l’inglese” e avrebbe compiuto altri errori in precedenza. Lei – come scrive Repubblica – non replica. Fa solo notare che quando fece “murare a Firenze una imbarazzante statua di Jeff Koons, in occasione di un ricevimento per gli Emirati Arabi, il dominus della manifestazione era Matteo Renzi, allora sindaco della città”.

Fonte: Tiscali

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