Sondaggi: Clinton 46%, Trump 41% (più impopolare di sempre). Convention repubblicana a Cleveland, alert sicurezza

Hillary Clinton mantiene un lieve vantaggio su Donald Trump alla vigilia della convention repubblicana di Clevaland, in Ohio, che si inaugura oggi. Secondo l’ultimo sondaggio Wall Street Journal …

Hillary Clinton mantiene un lieve vantaggio su Donald Trump alla vigilia della convention repubblicana di Clevaland, in Ohio, che si inaugura oggi. Secondo l’ultimo sondaggio Wall Street Journal e Nbc, Hillary ha il 46% delle preferenze a fronte del 41% di Trump.

Trump va alla convention repubblicana (prevista da oggi a venerdi’) con un tasso di  sfavore del 60% rispetto a un punteggio positivo del 27% (-33) il che ne fa il presunto candidato repubblicano nella corsa alla Casa Bianca più impopolare nella storia del sondaggio NBC/WSJ.  Ma è seguito da vicino da Hillary Clinton, che ha il 56% di sfavore e il 34 di voti positivi (-22).  “Permettetemi di riassumere il sondaggio in cinque semplici parole: ‘Gli americani li odiano entrambi” spiega il sondaggista democratico Fred Yang di Hart Research Associates.

Rafforzate intanto le misure di sicurezza a Cleveland, in Ohio, per il timore di violente proteste in occasione della convention repubblicana, al via oggi e che incoronerà formalmente Donald Trump come il candidato alla presidenza degli Stati Uniti. La morte di tre agenti di polizia, rimasti uccisi in una sparatoria a Baton Rouge, in Louisiana, ha ulteriormente accresciuto la tensione, già alta dopo i recenti attacchi a Orlando, nel Sud degli Stati uniti, e a Nizza, in Francia. Il Quicken Loans Arena, un enorme complesso sportivo dove si terrà la convention, nel centro di Cleveland, è stato completamente isolato dietro recinzioni di 2,5 metri, così come il centro stampa, dove sono attesi circa 15.000 giornalisti. Diverse strade sono state chiuse e la polizia è onnipresente.

Migliaia di agenti delle forze dell’ordine dell’Ohio, così come 3.000 agenti di diversi servizi federali, tra cui centinaia dell’antiterrorismo dell’Fbi, rimarranno in città fino alla giornata di giovedì 21 luglio, quando ci sarà la formale designazione di Trump come candidato repubblicano. Una candidatura con cui il partito repubblicano punta a raggiungere due obiettivi: rilanciare l’immagine del miliardario newyorchese in modo tale che la nazione lo possa immaginare dentro lo Studio Ovale e ricucire le ferite lasciate da una stagione delle primarie particolarmente tesa.

Il partito infatti è diviso e, secondo alcuni, messo in pericolo da un retorica razzista e improntata alla paura. Con le sue polemiche contro l’Islam, gli immigrati privi di permesso di soggiorno e la competizione economica dell’Asia, il magnate dell’immobiliare ha alimentato il supporto di una coalizione di elettori bianchi ispirati da un nazionalismo di estrema destra. Il rischio è alienare le minoranze e le donne, comunque importanti nel determinare l’esito delle elezioni.

Il futuro del partito repubblicano si gioca in due tempi: nel lungo termine, a prescindere dalla conquista della Casa Bianca da parte di Trump, il Gop cercherà forse un messaggio più inclusivo, anche a costo di perdere il favore di coloro che hanno permesso l’incredibile ascesa dell’outsider (spingendoli magari verso un terzo partito); nel breve termine, Trump continua a promettere unità. Lo ha fatto ieri, ufficializzando la scelta del governatore dell’Indiana, Mike Pence, come suo vice. Secondo il miliardario, Pence è un “uomo che credo sarà incredibile in molti modi. E uno dei motivi per cui l’ho scelto è l’unità del partito, devo essere sincero. Così tante persone hanno parlato di unità del partito perché sono un outsider”.

Insomma, nello show che sta per andare in onda alla convention di Cleveland (Ohio) dal 18 al 21 luglio Trump potrebbe abbandonare la sua retorica graffiante. Lui però resta pur sempre uno showman impulsivo che ha alienato minoranze e donne.

Forse per questo gli organizzatori della convention puntano sulla famiglia. E quella di Trump che sarà sul palcoscenico comprenderà la moglie ed ex modella slovena Melania e i quattro figli più grandi di Trump, quelli nati nei suoi due primi matrimoni (Donald Junior, Ivanka, Eric e Tiffany).

Oltre a fare leva sulla sua vita personale, Trump continuerà a proiettare un’immagine di risolutezza in una nazione che ha vissuto dentro i propri confini attacchi ispirati all’Isis e che ancora ricorda quelli avvenuti all’estero, come quello a Nizza del 14 luglio. E mentre continuano le polemiche legate all’uso della forza da parte di poliziotti bianchi contro afroamericani, il miliardario continuerà a dire che è lui il candidato “law-and-order”, capace di garantire l’ordine e il rispetto della legge. Anche oggi, dopo la sparatoria a Baton Rouge, sul proprio account facebook è tornato a denunciare “la mancanza di leadership” e a chiedere “legge e ordine”.

Per corroborare quest’immagine, sul palco salirà l’ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani e – tra gli altri – un democratico afroamericano tra i critici del movimento Black Lives Matter. Il microfono verrà dato anche a Mark Geist e John Tiegen, due sopravvisuti all’attacco alla sede diplomatica americana a Bengasi, Libia, dell’11 settembre 2012 in cui morirono quattro cittadini Usa, incluso l’ambasciatore Christopher Stevens. Così facendo verrà attaccata la gestione dell’allora segretario di Stato Hillary Clinton, la rivale democratica in questa corsa verso la Casa Bianca.

Colei che potrebbe diventare la prima donna presidente in Usa, è pronta a controbattere. Durante la convention repubblicana è prevista la messa in onda di spot pubblicitari negli Stati contesi pensati per mettere in risalto i momenti più imbarazzanti della campagna elettorale riguardanti Trump. E poi un folto gruppo di membri dello staff di Clinton sarà a Cleveland per offrire risposte in tempo reale ai colpi del rivale repubblicano.

 

 

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1 commento

  1.   

    per quanto impossibile avremo sicuramente a capo della maggior potenza mondiale sicuramente un presidente addirittura peggiore di Obama . meta che ritenevo irraggiungibile. Ne vedremo delle belle.