Sempre la solita Ue: si rimangia la flessibilità sui conti della ricostruzione post terremoto

“L’Italia ha già beneficiato di molta flessibilità e deve rispettare le regole, che sono flessibili e intelligenti. Ne discuterò in un incontro bilaterale con il ministro Pier Carlo …

“L’Italia ha già beneficiato di molta flessibilità e deve rispettare le regole, che sono flessibili e intelligenti. Ne discuterò in un incontro bilaterale con il ministro Pier Carlo Padoan, ma non bisogna avere troppa fretta”. Lo ha detto il commissario agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici, entrando all’Eurogruppo a Bratislava.

Alla domanda se la Commissione sia disponibile a concedere all’Italia la flessibilità che chiede, Moscovici ha risposto che “non siamo ancora a questo punto. Aspettiamo il documento programmatico di bilancio, che arriverà entro il 15 ottobre”. Peccato, però, che stavolta l’Italia aveva chiesto maggiore flessibilità non tanto per rimettere a posto i propri conti pubblici, tanto flessibilità in termini meramente contabili significa solo spostare più in là negli anni l’obbligo di rientrare dai debiti, ma piuttosto servivano risorse fresche, liquide per avviare i progetti di ricostruzione dopo il terremoto del 24 agosto che ha colpito al cuore il Centro del Paese.

moscovici

Un’uscita, quella di Moscovici, che cozza con le aperture del presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, che nei giorni scorsi aveva lasciato intendere che davanti a una crescita europea che stenta a ripartire, bisognava approcciarsi con favore alla possibilità di sfruttare, se non ampliare, tutti i margini di flessibilità messi a disposizione dalle attuali regole di bilancio. Dunque, ora, chi sta mentendo? O è il solito gioco del “poliziotto buono e poliziotto cattivo” che da anni usano dalle parti di Bruxelles, soprattutto con i Paesi con i problemi maggiori?

L’occasione per capirci qualcosa in più potrebbe essere quella di venerdì 9 e sabato 10 settembre, quando a riunirsi saranno l’Eurogruppo e l’Ecofin informale, per preparare i lavori in vista del vertice a 27 dei capi di Stato e di governo in agenda venerdì 16 settembre, sempre nella capitale slovacca, in questo caso senza il Regno Unito, dopo il referendum del 23 giugno.

La Brexit sarà esclusa dai lavori delle prime riunioni di questa settimana: se anche qualche ministro volesse sollevare il tema, la risposta sarebbe sempre la stessa, e cioè, sottolinea un alto funzionario Ue, la richiesta al governo britannico di notificare la volontà di recedere dall’Unione, secondo la procedura prevista dall’articolo 50 del Trattato sull’Unione europea. Dopo la notifica, che il governo guidato da Theresa May sembra voler rimandare perlomeno all’inizio del 2017, scattano due anni di tempo per negoziare i termini della separazione.

In cerca di sopravvissuti tra le macerie ad Amatrice (FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)
In cerca di sopravvissuti tra le macerie ad Amatrice
(FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

Sul tavolo dell’Eurogruppo, che è un organo informale con il compito di garantire uno stretto coordinamento delle politiche economiche tra gli Stati membri della zona euro e che “favorisce le condizioni per una maggiore crescita economica”, saranno anzitutto la Grecia e lo stato dell’arte del programma di salvataggio, che prevede delle tappe da rispettare per il governo di Atene, tappe che dovrebbero essere completate entro metà settembre, anche se è possibile che si arrivi a fine mese.

Dopodiché i ministri affronteranno il capitolo crescita e posti di lavoro, particolarmente caro ai governi dei Paesi che più faticano a riprendersi dalla crisi.

Questa volta il focus sarà sulla spending review, o revisione della spesa pubblica, principalmente con l’obiettivo di promuovere “una migliore comprensione reciproca”. Sul tema, spiegano fonti Ue, in una materia delicata, e con il fine ultimo di “supportare una composizione della spesa pubblica favorevole alla crescita economica”.

Per quanto riguarda il rispetto del Patto di stabilità, gli Stati dovrebbero inviare i rispettivi piani di bilancio preventivi entro il 15 ottobre; poiché diversi Paesi finivano per mandare i piani con un anticipo eccessivo, cosa che creava problemi di omogeneità perché alcune bozze erano basate su previsioni macro di maggio e altre su quelle di settembre, si è deciso di chiedere l’invio dei documenti tra il primo e il 15 di ottobre. Una volta ricevuti i piani, dovrebbero essere discussi in una successiva riunione dell’Eurogruppo.

Tag

Partecipa alla discussione

1 commento

  1.   

    Siamo seri, quanta flessibilità (maggiori debiti) si potrà mai chiedere per ricostruire quei piccoli comuni (con tutto il rispetto parlando) coinvolti dal sisma, una percentuale da prefisso telefonico. Non è che stiamo parlando di città come Milano, Bologna…