Se Bergoglio si dimette, ci ritroveremo con tre papi?

Bisogna che resista. Anche se in Vaticano tira una brutta aria. La nuova ondata di scandali, corvi e raggiri rischia seriamente di compromettere il Pontificato di papa Francesco. …

Bisogna che resista. Anche se in Vaticano tira una brutta aria. La nuova ondata di scandali, corvi e raggiri rischia seriamente di compromettere il Pontificato di papa Francesco. Ma lui è grande.

Caro direttore,

e se ci trovassimo presto anche con tre Papi? Da ex giornalista e scrittore che si occupa da trent’anni di Vaticano, è l’amara riflessione a cui sono giunto leggendo di getto il libro “Via Crucis” di Gianluigi Nuzzi. L’autore ha incontrato, con buona pace dell’apparato investigativo della Santa Sede, decine di fonti che si sono confidate con lui e, seguendo la regola delle 5 W della scuola anglosassone, ha pubblicato con coraggio i documenti di cui è venuto in possesso, facendo nomi e cognomi e descrivendo luoghi ed episodi. Racconta così di malversazioni, cattiva gestione, confusione e approssimazione degli uffici vaticani, anche di quelli che dovrebbero essere più riservati. È un libro che punisce quella parte di Chiesa restia ai cambiamenti e che conduce il lettore a riflettere se l’ineludibilità degli stessi possa includere anche coloro che di dogmi e di fede fanno, per utilità, la loro ragione di vita. Pagina dopo pagina si viene immersi in un universo fatto di riti e regole solo apparentemente antiche il cui denominatore comune finora è stata l’inerzia. Uno stato di cose in cui il fattore F di Francesco sta cercando di porre rimedio. La domanda, che sembra provocatoria ma che è invece drammatica, la troviamo nell’ultima pagina del libro: «Il Papa riuscirà a vincere la sua battaglia?». Il giornalista non lo sa ma accende un faro: «Non è un caso che magistrati italiani profondi conoscitori delle mafie, come il procuratore aggiunto Nicola Gratteri, abbiano più volte paventato rischi sulla incolumità di Francesco.

Ma la sua è una strada obbligata e di certo il Pontefice non si farà intimidire, a meno che le pressioni diventino insopportabili, tali da indurlo alle dimissioni, come ogni tanto si lascia sfuggire. Proprio lui, questo unico grande Papa, chiamato ogni giorno a contare i propri amici per non rimanere solo. Parole come pietre, quelle scritte da Nuzzi che ben conosce i personaggi chiave all’interno delle mura leonine che gli hanno fornito uno spaccato ancora più drammatico rispetto alla crisi, già drammatica, che si respira. C’è solo da augurarsi che quello che viene paventato rimanga solamente un rischio.

Luigi Bisignani

Questa lettera al direttore e’ stata originariamente pubblicata da Il Tempo

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In Vaticano tira una brutta aria. La nuova ondata di scandali, corvi e raggiri rischia seriamente di compromettere il Pontificato di papa Francesco.

Tanto che Oltretevere si fa sempre più largo la voce di dimissioni imminenti. Voci che non trovano assolutamente conferme dalla sala stampa del Vaticano, ma che sono sufficienti a destabilizzare i fedeli. A portare a galla i rumor che circalano tra le stanze dei Sacri Palazzi è Luigi Bisignani in una lettera al direttore del Tempo, Gian Marco Chiocci. “Ci ritroveremo con tre Pontefici?”.

Lo spunto, Bisignani lo prende leggendo Via Crucis, il nuovo libro-inchiesta di Gianluigi Nuzzi. E fa notare come “pagina dopo pagina si viene immersi in un universo fatto di riti e regole solo apparentemente antiche il cui denominatore comune finora è stata l’inerzia”. Nuzzi conclude il suo libro con una domanda provocatoria: “Il Papa riuscirà a vincere la sua battaglia?”. Domanda, a cui il giornalista di Mediaset non dà risposta. “La sua è una strada obbligata – commenta Bisignani – di certo il Pontefice non si farà intimidire, a meno che le pressioni diventino insopportabili, tali da indurlo alle dimissioni, come ogni tanto si lascia sfuggire”. Il faccendiere fa, quindi notare che Nuzzi conosce molto bene “i personaggi chiave all’interno delle mura leonine che gli hanno fornito uno spaccato ancora più drammatico rispetto alla crisi. Per questo le parole scritte tra le pagine di Via Crucis pesano come pietre. “C’è solo da augurarsi che quello che viene paventato rimanga solamente un rischio”. Eppure, a leggere la lettera di Bisignani al Tempo, si fa strada l’idea che il rischio possa essere più che concreto. Se anche papa Francesco dovesse dimettersi, ci “ritroveremo con tre Pontefici”.

di Sergio Rame

Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato da Il Giornale

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6 commenti

  1.   

    BRUTTI TEMPI…BRUTTE MANOVRE… e anche brutte facce…
    …completamente d’accordo con Cesare58
    CON LA SEGUENTE AGGIUNTA…
    Bisignani è il peggio bastone sporco che c’è in giro quanto a manovre di malaffare politico e finanziario. Di sicuro era anche a conoscenza degli affari dello IOR.
    Pubblicato sul Tempo!? Questa è una conferma che i due – trafficone e giornale romano – NON sono per niente dalla parte di Papa Francesco. Che sicuramente dà fastidio alle alte sfere vaticane, Curia romana in testa, ma non soltanto…
    Io credo che invece dia molto fastidio ai bastardi della Turbofinanza senza limiti, che non hanno voce contro neanche nel Batonga.
    Invece questo Papa è molto ascoltato nel mondo e quando parla di economia, finanza, e ingiustizie generalizzate, si fa sentire.
    Dà fastidio? Io lo dico da tempo a chi… e la cosa mi fa paura… per Papa francesco

  2.   

    Gent.ma signora Consuelo mi permetto di ampliare il suo intervento .. Già coi papi siamo a tre. I 2 da Lei indicati più l’unico vero grande..papi.. cioe il cav Berlusconi..

    1.   

      “l’unico vero grande..papi.. cioé il cav Berlusconi..”

      ?????

  3.   

    Su cosa si basa il potere temporale della Chiesa Cattolica?
    Su un documento : la Donazione di Costantino. Peccato che si sia rivelato un falso.
    Opinione mia personale
    Non si costruisce nulla su basi fragili, prima o poi tutto crollerà

  4.   

    Chi tocca lo IOR tocca i fili dell’alta tensione. Papa Luciani, docet, oppure, a differenza di David Yallop ( Potere di Dio ), pensate sia morto di morte naturale?
    Alcune perle di Papa Luciani
    «Lo IOR deve essere integralmente riformato. La Chiesa non deve avere potere, né possedere ricchezze. Il mondo deve sapere le finalità dello IOR, come vengono raccolti i denari e come vengono spesi. Si deve arrivare alla trasparenza …»

  5.   

    I cambiamenti all’interno della Chiesa erano ormai inevitabili e improcrastinabili. Papa Francesco è intervenuto in modo radicale dove Papa Ratzinger nemmeno osava pensare di metter mano. Osare all’interno della Chiesa di Roma significa rischiare la vita, come del resto ci ha dimostrato anzitempo Papa Luciani, esempio utile a Papa Francesco per prendere quelle precauzioni che lo hanno mantenuto in vita finora, ma che in futuro potrebbero non essere sufficienti. Se non stessimo parlando della Chiesa di Roma sembrerebbe un discorso inerente la sicurezza di un capo di Stato sudamericano, mentre invece stiamo parlando del capo di una confessione religiosa, e questo disorienta un po’. Gli scandali che hanno toccato la Chiesa riguardano un po’ tutti gli aspetti e comportamenti di coloro che costituiscono la spina dorsale della Chiesa Cattolica, dagli scandali sessuali, agli sprechi, alle connessioni con la malavita più o meno organizzata, alla corruzione. Potremmo dire che i problemi della Chiesa di Roma sono più simili a quelli di uno Stato che a quelli di una confessione religiosa, e qui entriamo nel problema vero, il potere temporale della Chiesa, il suo diffondere i dettami del Vangelo e il dimostrare con i fatti che non si crede in quello che si predica, ma che si usano i credenti per consolidare un potere millenario che è anche un potere finanziario e politico. Prima dell’arrivo di Papa Francesco, niente era più lontano da San Francesco della Chiesa di Roma e il percorso di riavvicinamento sarà lungo e doloroso…..